Diciottenne: «Lo stupratore è lui» di Claudio Cerasuolo

Processo a tunisino accusato di aver abusato della ragazza in un vagone ferroviario Processo a tunisino accusato di aver abusato della ragazza in un vagone ferroviario Diciottenne: «Lo stupratore è lui» La giovane fu minacciata con il gas lacrimogeno Salvata dalla polizia da una seconda aggressione Minacciata con una bomboletta di gas lacrimogeno, sequestrata in un vagone ferroviario, violentata, portata in un appartamento dove avrebbe subito un altro tentativo di violenza, salvata dalla polizia chiamata da un amico dello stupratore. E' la storia di Rossella F., 18 anni, approdata ieri in un'aula del tribunale (presidente Malchiodi). Sul banco degli imputati, detenuto, Akkari Mabrouk, alias Harbaoui Hossui, tunisino, 26 anni, senza fissa dimora (difeso dall'avvocato Natali). Nel pomeriggio del 15 luglio '93, quando gli agenti arrivano al quarto piano in via Arquata 23, nessuno risponde: «Abbiamo dato una spallata e siamo entrati» ha spiegato ieri uno dei poliziotti. «Il tunisino si era rifugiato in bagno, cercava di far sparire la bomboletta. In una stanza c'era una coppia che dormiva. In cucina, su un lettino, c'era una ragazza così agitata che non riusciva a parlare: "Mi ha minacciato con la bomboletta e mi ha costretta a seguirlo. Siamo andati in una strada vicina alla ferrovia e in un vagone abbandonato mi ha violentato. Poi mi ha portato qui e voleva rifarlo". Una nostra collega ha portato la ragazza al Mauriziano: secondo i sanitari c'erano ancora le tracce di un rapporto sessuale». Il perito professor Grasso ha spiegato la potenzialità offensiva della bomboletta: «Contiene un aggressivo chimico che procura forti dolori agli occhi e mette fuori uso una persona». Pm Virginia Borgani: «Questo articolo è liberamente in vendita in Francia?». Grasso: «Sì, ma per il nostro codice è un'arma da guerra». Il pm chiama come teste Gian Luca Bartoli, l'ex fidanzato di R. F. (parte civile con l'avvocato Gabriella Carta). E' stato lui a presentare alla ragazza l'aggressore e un altro tunisino, Khamar: «Un anno fa rividi Khamar, che avevo conosciuto nell'89 e perso di vista. Mi presentò Akkari Mabrouk, che si faceva chiamare con un altro nome. Li vidi spesso con la mia ragazza, un giorno ci chiesero di custodire un pacchetto: dentro c'erano soldi e oggetti d'oro, avevano paura di essere derubati. Rossella si offrì di tenere lei il pacco. Due settimane dopo lo hanno rivoluto indietro». La circostanza suscita la perplessità del presidente Malchiodi che ammonisce il teste. Gian Luca Bartoli si addentra in un groviglio di spiegazioni poco convincenti. L'unica cosa chiara è che i due tunisini vantavano un credito di due milioni e 300 mila lire da lui e dalla sua ragazza. Presidente: «Ha fatto uso di droga?». Gian Luca nega. Viene sentito il padre del giovane, che invece conferma: «Per qualche tempo sì, poi ha smesso. Io e la nonna di Rossella abbiamo pagato il debito ai due tunisini». Rossella F. conferma la violenza subita. Spiega perché ha seguito il tunisino senza tentare la fuga: «Mi minacciava. Anche se mi fossi liberata avevo paura di trovarmelo sotto casa». Domani sarà riconvocata Gianna Gariglio, inquilina della casa di via Arquata, ieri condannata a 200 mila lire d'ammenda per non essersi presentata in aula. Claudio Cerasuolo Il fidanzato «Fui io a presentare il nordafricano alla mia Rossella» Il tunisino Akkari Mabrouk imputato di sequestro e violenza

Persone citate: Gabriella Carta, Gian Luca, Gian Luca Bartoli, Gianna Gariglio, Malchiodi, Natali, Rossella F.

Luoghi citati: Francia