Scandalo degli sponsor sportivi di Alberto Gaino

Inchiesta su fatture gonfiate delle società: un pilota arrestato e rilasciato Inchiesta su fatture gonfiate delle società: un pilota arrestato e rilasciato Scandalo degli sponsor sportivi Indagati centoventi manager e imprenditori Sport e sponsor. Alle spalle dei protagonisti - squadre e atleti la pubblicità rincorre obiettivi lontani da quello naturale del ritorno di immagine: l'evasione fiscale e la creazione di fondi neri, utili anche per pagare tangenti. L'industriale farmaceutico Zambeletti «finanziava» così il ministro De Lorenzo. Lo ha ammesso dopo l'arresto e la confessione di un noto pilota vicentino di rally, Gianfranco Clinico, che l'imprenditore sponsorizzava, ricambiato con fatture gonfiate. Di operazioni del genere la Guardia di Finanza continua a scovarne parecchie. E, ogni tanto, ci scappa un nuovo arresto. Nei giorni scorsi è toccato ad un pilota torinese, Gigi Taverna, che gareggia da 20 anni con vetture sport nei circuiti internazionali minori. Ultimamente aveva tentato di qualificarsi anche per la «500 miglia» di Indianapolis. Il denaro corre da imprese e finti mecenati a piloti di «serie B» dalle tute anch'esse tappezzate di marchi pubblicitari o a squadre di volley o basket delle serie cadette ma ugualmente sponsorizzate per centinaia di milioni. E, in mezzo, società di pubblicità che prosperano nel mettere in contatto lo sport con i suoi finanziatori. Quest'economia drogata spunta da più di un'indagine della magistratura. In particolare da un'inchiesta del pm Luigi Marini nata da una fattura falsa di 15 miliardi e arrivata già a più di 120 indagati, fra imprenditori e manager sportivi. La maggior parte a Torino e in Piemonte, intorno all'ambiente dei rally. Con appendici casuali - secondo dove e a chi portavano le indagini in altri sport, compreso il calcio semidilettantistico, quello degli ultimi presidenti che «ci rimettono la camicia». Una pioggia di milioni virtuali, incasellati nei bilanci da commercialisti compiacenti finiti anch'essi sotto inchiesta. E tutto questo mentre il Coni si prepara a chiedere un trattamento tributario agevolato per i ricavi da sponsorizzazioni. Il meccanismo è semplice: una società di pubblicità assiste la squadra o il singolo atleta, trova lo sponsor, 100 milioni sulla carta più Iva (al 19 per cento). L'imprenditore versa 30 ma ottiene una fattura gonfiata per 100. Alla squadra finiscono 25 milioni, 5 restano al pubblicitario per la mediazione, mentre lo sponsor può accantonare 70 milioni in nero, iscrivendone 100 in bilancio fra i costi da defalcare per le imposte (glielo consente la legge che si limita a fissarne i plafond). E pochi pagano quel 19% d'Iva. L'ultimo caso: l'arresto lampo (dopo essere stato interrogato è tornato a casa) di Luigi Eugenio Taverna, 45 anni, pilota e consulente finanziario. Il pm Cristina Bianconi lo ha accusato di aver emesso fatture false per 700 milioni nel solo 1993 attraverso una sua società - la «Sport e Immagine srl», con ufficio in corso Lione 36 - a favore della Pubbly Pro Sport di Legnago. L'arresto ò scattato quando i finanzieri si sono resi conto che si stava tentando di mascherare il reato con nuove fatture. E fatto più gl'ave ancora: era sparita la contabilità di un'altra società di Taverna, la «Team Techno Rating». La Guardia di Finanza deve ancora controllare i contratti di sponsorizzazione del pilota che risalgono negli anni. Potrebbero spuntare altre irregolarità. Alberto Gaino Molti degli inquisiti nell'ambiente dei rally Sotto osservazione anche club dilettantistici L'inchiesta è partita dai rally A sinistra, il pilota e consulente finanziario Gigi Taverna: per lui un arresto-lampo, dopo essere stato interrogato è tornato a casa

Persone citate: Cristina Bianconi, De Lorenzo, Gianfranco Clinico, Gigi Taverna, Luigi Eugenio Taverna, Luigi Marini, Techno, Zambeletti

Luoghi citati: Indianapolis, Legnago, Piemonte, Taverna, Torino