Sacchi boccia Zola e Capello

Alla vigilia della Francia, l'Arrigo lascia aperta una porta a Lentini Alla vigilia della Francia, l'Arrigo lascia aperta una porta a Lentini Sacchi boccia Zola e Capello L'Italia è fatta, gli stage non si toccano FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Caro Zola, e tu, carissimo Massaro. Oggi è no. Comincia così, con un garbato ma fermo rifiuto, la prima epistola dell'anno santo. L'Arrigo di Coverciano pesca dal suo catechismo e recita in pubblico brani alati. Domani, a Napoli, si gioca Italia-Francia. La tappa inaugurale della marcia verso l'America. Di solito, per vincere il Mondiale è richiesta una sconfitta proprio con i francesi: nell'82 ci pensammo noi (2-0 a Parigi), nell'86 fu il turno dell'Argentina (2-0 a Parigi), nel '90 si offrì la Germania (2-1 a Montpellier). Tre ko per tre titoli. Provvedere, per favore. Sacchi ammicca. Come formazione, si riparte da coloro che il Mondiale lo hanno conquistato sul campo. I cambi concordati (tre più il portiere) dovrebbero garantire spazio a Minotti, Cappioli e Silenzi. Minotti ha un brutto vizio (ogni tanto fa gol) e per questo sembrava spacciato: le qualità tecniche e umane hanno però fatto breccia nel cuore del commissario. Il futuro di Cappioli è legato ai recuperi di Lentini e Bianchi. Per l'Arrigo, è più facile che ce la faccia il milanista (testuale: «Lo aspetterò»). Quanto a Pennellone, saranno guai se non ritorna in fretta l'implacabile sparviero che era prima del primo stage. Gli Zola e i Massaro non rientrano nei piani. Di buffo c'è che il gioco non è (ancora) fatto, ma i giocatori sì. Quasi tutti. Il quasi è un deferente omaggio alla Fifa. In sintesi: il terzo portiere andrà compreso nella rosa dei 22 (da comunicare entro il 3 giugno), oppure lo si potrà isolare a piò di lista, pronto all'uso? In questo caso, crescerebbe un posto. E allora uno Zola che continuasse a esprimersi su questi livelli, potrebbe anche rientrare nel giro. Per il 23 e 24 febbraio, Blatter ha convocato a New York i et finalisti. Sapranno. Sapremo. «La mia Nazionale è fondata su Roberto Baggio - pontifica Sacchi -. Se ben ricordo, Baggio e Zola giocarono insieme a Foggia, contro Cipro. Baggio nel suo ruolo, Zola più esterno. L'operazione fallì. Dopo Baggio, viene Mancini. Dunque... Massaro lo conosco come le mie tasche. Fui io a impostarlo da attaccante. Lo seguo con affetto, ma non mi va di illuderlo. Cerco elementi che si integrino». Il dado, come si dice, è tratto. Fedele nei secoli a un calcio dinamico, nemico giurato di tutto ciò che è statico, specialistico, settoriale, l'Arrigo si lancia poi in un'accorata difesa del Signori centrocampista: «Vero, il ragazzo è un fior di cannoniere, ma con me funge da laterale sinistro, alla Evani. Questo perché, da quando ho scelto la carriera dell'allenatore, ho sempre pensato a un football globale e totale, dove tutti sappiano fare tutto. Se Signori mi segna un gol in meno, ma la squadra uno in più, io sono felice e in pace con me stesso». La religione di Sacchi non ò il buddismo: ò l'olandesite. I rischi fanno parte del suo look, come occhiali e cappellino. Da Napoli in avanti, ogni raduno e ogni collaudo serviranno a scaldare il motore e definire il mosaico. Sacchi chiede sacrifici e fioretti in cambio di un paradiso che, per soldi profusi, alberghi requisiti e proclami matarresiani, dovrà essere per forza terrestre, e americano. Lo stage del 5-7 aprile è, dunque, confermato. Anche se Valentini, il braccio destro del presidente, ci aggiunge un «per ora» che è tutto un programma. Di ritorno dal Kenya, Sacchi ha letto dell'ammutinamento di Capello. Ma i patti, sospira, erano chiari: ci si vede almeno una volta al mese. L'eliminazione di Milan e Juve dalla Coppa Italia ha portato all'ennesimo esproprio. Non ha dubbi, l'Arrigo, adesso che fa il et (prima, in compenso, ne aveva parecchi): la Nazionale reca più vantaggi che svantaggi. Sarà. Il Milan non si arrende. Anzi. Sentite il vicepresidente Galliano «Decisione incomprensibile, quello di Sacchi è un vero e proprio abuso. Alla prossima assemblea di Lega, venerdì, ne sentirete delle belle». L'anno mondiale comincia bene. Intanto, azzurri sono anche i diaconi della parrocchia berlusconiana. Contento o infastidito? chiediamo al et. L'Arrigo guarda l'orologio. Tempo scaduto. Roberto Beccantini PRIMA NAZIONALE DEL 1994 BENÀfmiVO COSTACURTA BARESI MALDINI ERANIO ALBERT) N! ■DON ADONI (EVANI) SIGNORI CASIRAGHI 1'.Contro la Francia-possibili tre cambi più.il portiera. R. BAGGIO ^ |ED ITALIANA GIUOCO CALCIO Arrigo Sacchi nelle convocazioni bada più alla capacità di inserimento che alle prove in campionato