Il nuovo codice affonda le barche di Romano Sirotto

Il nuovo codice affonda le barche Scafì troppo lunghi bloccati dalla stradale; Romanini protesta col ministro Il nuovo codice affonda le barche Chi potrà ancora recarsi sui luoghi di gara? CANOTTAGGIO IN PERICOLO IL codice della strada si schiera contro il canottaggio, il quale rischia di chiudere bottega se non potrà trasportare le proprie barche in occasione delle regate. Domenica a Torino, infatti, al termine della dodicesima edizione della «D'inverno sul Po», la polizia stradale ha fermato tre veicoli di società lombarde che trasportavano con i loro carrelli le proprie barche: i carrelli non hanno potuto continuare il viaggio perché superavano il limite consentito in lunghezza e i guidatori sono stati multati. Arturo Cascone, considerato da tutti il «nonno» degli Abbagnale e direttore sportivo della Sisport Fiat, che adesso ospita i carrelli incriminati, commenta così la situazione che rischia di diventare tragica per lo sport del remo. «Le barche del canottaggio sono molto lunghe, si va dagli otto metri di un singolo, ai nove di un otto, unica barca di- visibile, ai tredici di un quattro di coppia. Se a queste misure si somma la lunghezza del veicolo di trasporto, si superano sempre i dodici metri stabiliti dal codice - precisa Arturo Cascone - e non è assolutamente possibile trasportare le barche. Gareggeremo ognuno a casa propria: sul Po le società torinesi, sul Lago di Como le società lacustri e i fratelloni resteranno a Castellammare. Non c'è altro da fare. E così il canottaggio muore». Dopo le difficoltà economiche nelle quali naviga lo sport italiano e proprio ora che la Federazione di canottaggio era riuscita a far ospitare gratuitamente i propri atleti negli Usa dalla consorella statunitense per la preparazione premondiale di Indianapolis, ecco un altro grosso ostacolo che si erge davanti al presidente Romanini. Già da tempo si erano lamentate situazioni difficili nel cam¬ po, ma quanto è accaduto a Torino rappresenta un precedente pericoloso al quale la Fic dovrà cercare di porre rimedio al più presto. «Prima dell'entrata in vigore del nuovo codice (1-1-93 ndr) avevamo chiesto chiarimenti all'ufficio studi e legislazioni del Coni raccomandandoci che il nuovo codice contemplasse il caso del trasporto delle nostre barche - ha commentato Romanini -. Vista la situazione attuale, investirò ora del problema direttamente il ministro Costa». Ad inguaiare le società remiere sono stati gli articoli 10 e 61 del codice della strada i quali trattano le disposizioni relative ai veicoli eccezionali o trasporti in condizioni di eccezionalità e la sagoma limite dei veicoli stessi. Parte dell'articolo 10 entrerà in vigore soltanto dal 1° luglio prossimo, il che può permettere alla Federazione di far sentire il proprio grido di dolore e chiedere una deroga all'esecuzione nello specifico dell'articolo 61. In vista dell'organizzazione di manifestazioni internazionali, come il prossimo Memorial D'Aloja a Piediluco, che vede già venti nazioni iscritte e dovendo ora il codice stradale italiano adeguarsi alle direttive Cee prima di tamponare soltanto la falla, la Federazione dovrebbe agire affinché si uniformino le norme al riguardo, altrimenti, non solo molto presto si assisterà alla paralisi totale dell'attività sul territorio nazionale, ma nessun atleta straniero potrà più venire in Italia a gareggiare, dovendo abbandonare le proprie barche al confine. Infatti solo in italia si sono dovuti costruire gli otto in due parti, all'estero caricano addirittura ìe barche sul tetto dell'auto. Romano Sirotto

Persone citate: Abbagnale, Arturo Cascone, D'aloja, Romanini

Luoghi citati: Castellammare, Como, Indianapolis, Italia, Torino, Usa