Bettega-Lippi c'è stato il contatto di Fabio Vergnano

32 Il dirigente della Juve e il tecnico del Napoli hanno assistito al Torneo di Viareggio Bettega-Lippi, c'è stato il contatto Si stringe il cerchio per il dopo Trapattoni VIAREGGIO DAL NOSTRO INVIATO Il futuro è già qui. Il futuro è questo signore dalla chioma bianca che sta disegnando le nuove strategie bianconere. Bettega è arrivato a Viareggio per capire se su questi giovani si può contare. L'aveva promesso. E alle 15 ha fatto ingresso allo stadio Dei Pini scortato da Vittorio Cecchi Gori. Perfettamente calato nella parte di uomo-immagine, Penna Bianca ha accompagnato il ritorno della Primavera juventina ai vertici del calcio giovanile. «Il mio compito ora è questo, occuparmi dai ragazzini alla prima squadra» ammette. E domani tornerà a Viareggio: «I ragazzi lo meritano. Spero che a loro vada meglio che a me. Nel '68 giocai la la finale e pareggiammo col Dukla. Nella ripetizione fummo battuti 2-1». Un Bettega evasivo, quasi bonipertiano. Tutti vogliono avere lumi sul futuro della Juve. L'amministratore delegato glissa con una mezza promessa: «La gente stia tranquilla stiamo lavorando bene». A pochi metri da lui, l'uomo che potrebbe raccogliere l'eredità del Trap: Lippi. La rosa dei candidati si restringe, solo l'attuale allenatore del Napoli (con maggior numero di chances) e Prandelli sono rimasti in lizza. Bettega e Lippi si sono ignorati per tutta la par- tita, Roberto è caduto dalla nuvole: «Lippi? C'era anche lui, ma qui c'è tutto il mondo del calcio!». Un modo elegante per evitare argomenti scomodi, ma sembra che i due si siano incontrati dopo la partita lontano da occhi indiscreti. Forse per il tramite di Moggi, presente a Viareggio per assistere all'esibizione dei romanisti nella finale per il 3° posto. Moggi non dovrebbe muoversi da Roma, ma potrebbe offrire la sua esperienza da collaboratore esterno. Domenica uno striscione al Delle Alpi portava chiare allusioni a «granata e mercenari» che starebbero per entrare nello staff diri¬ genziale. Boniperti domenica ha dichiarato che «i tifosi devono sapere»), ieri Bettega è chiamato fuori, commentando: «Quello striscione non l'ho fatto mettere io». Sulla vicenda è arrivata anche la spiegazione di Trapattoni. Il Giuan sa che è tutto deciso: «E' un episodio fine e a se stesso. Non cambia nulla. Anch'io in passato sono stato fischiato, ma non c'è mai stata una contestazione organizzata». Piuttosto, ha provato piacere alle carezze di domenica: «La gente ha voluto esprimermi riconoscenza. Sono stato qui 13 anni, ho vinto 13 trofei e non mi pare poco. Forse non tutti ricor¬ dano che ho conquistato 3 volte l'Uefa (1 nell'Inter, ndr). Sembra facile, ma non so quanti sapranno fare altrettanto». Finirà come per Zoff, cacciato con due Coppe appena vinte? Il Trap: «Sarebbe divertente se succedesse. Vincere e andare via». E intanto anche l'Irriducibile comincia a pensare che le speranze di scudetto si affievoliscano. Ma non molla: «Più si va avanti, più diventa difficile raggiungere il Milan. Speriamo che alla Lazio riesca ciò che tutti aspettiamo...». C'è già aria di derby. Bettega non si rifiuta di pronunciare quella parola di cinque lettere che per anni è stata bandita dai piani nobili di piazza Crimea. Ci si tuffa come faceva quando ne era un protagonista: «Abbiamo già fatto la prova generale del tifo con la Fiorentina. Il clima mi è sembrato lo stesso». Poi via con un dribbling dei bei tempi. E sulle onde di Radio Mercato partono i primi segnali. Gran via vai di procuratori e faccendieri qui a Viareggio, quasi una carnevalata. Ma qualcosa comincia a filtrare. Per esempio, che alla Juve interessa Fonseca e che ha intenzione di ingaggiare il centrocampista del Lecce, Padalino. Costa poco e può rimpolpare la panchina. Fabio Vergnano Marcello Lippi ha 46 anni

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