Quel Grillo stupisce ancora di Cristiano Chiavegato

De Zolt, 43 anni, 5° nella 30 km vinta a sorpresa dal norvegese Alsgaard De Zolt, 43 anni, 5° nella 30 km vinta a sorpresa dal norvegese Alsgaard Quel Grillo stupisce ancora Cappello irregolare: squalificato Polvara LILLEHAMMER DAL NOSTRO INVIATO «E' andata abbastanza bene, ma non sono ancora al cento per cento», ha detto Maurilio De Zolt, appena tagliato il traguardo, mentre uno skiman gli toglieva i ghiaccioli dal volto. Lui respirava normalmente e tutti lo guardavano come un marziano. Quarantatre anni suonati, otto e mezzo in più del più anziano fra tutti gli altri concorrenti, il fisico leggero da «grillo», ancora quinto sui 30 km all'Olimpiade. In una gara disputata in un bellissimo enorme freezer pieno di abeti e colline. «Il mio segreto? - ha risposto il bellunese -. Semplicemente, mi diverto». Quella di De Zolt che ha preceduto un altro ottimo azzurro, Fauner (7°), non è stata l'unica sorpresa della giornata. In vetta alla classifica non sono arrivati i due protagonisti più attesi: Daehlie è stato sconfitto dal giovane connazionale Alsgaard, mentre il favoritissimo kazako Smirnov è precipitato al 10° posto, tradito dagli sci. Così dopo uno scatto iniziale del finlandese Mika Myllylae (primo al km 1,7) che ha poi dovuto accontentarsi del terzo posto e del bronzo, i scttantamila spettatori si sono spellati le mani - o meglio i guantoni - nel duello fra due norvegesi. E il gigante Thomas Alsgaard ha ottenuto la prima importante affermazione della carriera. Ha 22 anni, è nato a Lorenskog. Si è qualificato per i Giochi in extremis, vincendo il titolo nazionale: campione del mondo junior, da ragazzino era imbattuto. Alto 1,90, 82 chili, un fisico possente. Scurissimo di capelli, sopracciglia cespugliose e orecchie da far paura al Lombroso. Prima di salire sul podio, ha improvvisato una specie di spogliarello, rimanendo a torso nudo. Il termometro era a -20. Il gran freddo è stato motivo di polemiche e discussioni, soprattutto da parte degli azzurri: -28 al mattino, -24 mezz'ora prima del via. Il regolamento dice che sotto i venti bisogna rinviare. Ma i responsabili sono stati inamovibili, partenza come previsto alle 10,30. «Hanno parlato di -19, ha quasi urlato Fauner con il poco fiato che gli rimaneva quando ancora lo stavano massaggiando, ma non era vero. Lungo la pista la temperatura era molto più bassa. Non si può gareggiare così. Nel primo giro ero come un pinguino. Solo nei secondi 15 km ho potuto sciare». E gli hanno fatto da coro Vanzetta (14°) e Polvara (15° e poi squalificato perchè aveva il marchio dello sponsor sul cappellino nel posto sbagliato, cioè davanti anziché a lato). L'esclusione dell'atleta trentino ha provocato brividi riflessi: domenica Manuela Di Centa aveva gareggiato con il copricapo posto nel medesimo modo. Avrebbe potuto perdere a tavolino la medaglia d'oro, ma nessuno se ne è accorto. Ora il risultato è acquisito e per regolamento non può più essere cambiato. Ma il rischio è stato grande e inutile. Si trattava di una serie di cappellini nuovi preparati dallo sponsor della squadra azzurra e controllati dalla Federazione. Le norme olimpiche per il fondo prevedono che i marchi vengano messi a lato e questi erano invece davanti. Ora gli italiani continueranno a gareggiare con le «cuffie» vecchie. E' una scemenza burocratica, ma sarebbe stato meglio stare attenti. Tornando a De Zolt, il freddo non lo ha condizionato più di tanto: «E' stato un buon test per la 50 km che è la mia vera gara. Anche se con questa neve non bisognerà sbagliare nulla nei materiali. Dopo i Giochi mi fermo un paio d'anni, poi mi preparo per Nagano '98. Avvertite Francesco Moser: nell'estate gli darò nuovamente la paga nella scalata dello Stelvio». Cristiano Chiavegato De Zolt, un anno più di Moser

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