Il bronzo arriva a 130 orari

Il bronzo arriva a 130 orari Il bronzo arriva a 130 orari L'altoatesino Zoeggeler terzo nello slittino LILLEHAMMER. La notizia di ieri è la nostra medaglia olimpica di bronzo nella prova individuale maschile di slittino, con Armin Zoeggeler. Trattasi di sport che un cieco può praticare anche ad alti livelli senza patire handicap speciali rispetto ad un vedente: si procede sdraiati sulla schiena, si guida il «coso», ora in fibra di carbonio, con i glutei, si raggiungono i centotrenta orari, si pregano tutti gli dèi che si hanno a disposizione. La grande novità di Lillehammer 1994 è che lo slittino viene seguito dalla stampa e poi dall'opinione pubblica sportiva italiana a, soli due anni di distanza dall'ultima Olimpiade: ma che non si montino la testa questi matti, dopo i Giochi di Norvegia si torna alla scadenza quadriennale, riparleremo di loro soltanto in occasione di Nagano 1998. Proprio così, il nostro tributo soprattutto formale al loro coraggio ed alla loro opera metallifera (tre medaglie d'oro, fra l'altro) a prò dello sport italiaè colpevolmente scandito no, da tempi lunghi, lunghissimi. Loro, gli slittinisti e le slittiniste, fanno gare, si rompono ossa ed hanno al massimo poche righe: poi ecco l'Olimpiade, se è medaglia facciamo clap-clap con le manine, altrimenti diciamo che hanno deluso. E arrivederci ai prossimi Giochi, al prossimo giocare, loro con la pelle, noi soltanto con le belle parole. Il bronzo italiano di ieri è dunque Armin Zoeggeler, altoatesino nato a Merano il 4 gennaio 1974, statura un metro e 81, peso 79 chili. Risiede a Foiala di Velano, in un maso, ha cinque mucche e anche una cavalla di nome Sissi. E' un giovane emergente, mica uno sconosciuto: ha conquistato l'anno scorso il titolo mondiale juniores. Tiene la fidanzata, si chiama Doris. E' carabiniere e quando è in divisa si toglie gli orecchini. Parla il tedesco assai meglio dell'italiano. Primo il tedesco Hackl, secondo l'austriaco Prock: i due hanno dominato le prime tre prove, fra ieri l'altro e ieri, aiutati nella terza da una sbandata in partenza del nostro, che ha poi fatto inutilmente il miglior tempo nell'ultima discesa, difendendo comunque il suo bronzo dall'assalto di Arnold Huber, altoatesino di Brunico, ventisette anni. Un altro italiano di cognome Huber e nome Armin (cinque fratelli, tre fanno slittino, uno fa bob, il quinto povero lui va a scuola) è arrivato sesto. Come squadra l'Italia è stata fortissima. Lo slittino azzurro è gestito da due donne ovviamente altoatesine: Brigitte Fink, albergatrice, è direttrice generale, selezionatrice, capessa insomma, mentre Marie Luise Rainer, ex azzurra (sesta in un'O- limpiade) è addetta tecnica alle gare. Dice che le è difficile farsi ubbidire dagli uomini: «Ma non dagli atleti, dagli altri tecnici». Zoeggeler ha raccontato un po' di sé e del suo sport: «Sono sugli slittini da quando avevo sette anni, però parlo di slittini da strada. In pista è dura allenarsi, bisogna andare in Austria, a Innsbruck, e là non è che ci trattino molto bene. A Innsbruck si fanno anche i campionati italiani. Chissà se adesso si accelera la costruzione della pista dalle nostre parti». Il posto è scelto da un secolo, a Maranza, ci vogliono 22 miliardi ormai quasi tutti trovati, Pescante presidente del Coni ha fatto ieri sapere che per l'inverno 1994-1995 dovrebbe essere finalmente pronta: «Sono tanti, ma meglio miliardi spesi così che portati in Svizzera». Poi chissà quanti slittinisti avremo, e magari non si vincerà più niente. [g. p. o.) E' un carabiniere abita in un maso e ha cinque mucche Zoeggeler (a sinistra) l'anno scorso conquistò il titolo mondiale degli juniores Fra le donne è favorita l'azzurra Weissensteiner (a lato)

Luoghi citati: Austria, Brunico, Innsbruck, Italia, Merano, Norvegia, Svizzera