Rettore, miracolata dal Festival di Marinella Venegoni

Rettore, miracolata dal Festival A colloquio con la cantante, felice per il suo rientro sul palco di Sanremo Rettore, miracolata dal Festival «La mia prima volta nel 1977, avevo 20 anni» MILANI DAL NOSTRO INV.a.O Il glamour, condimento indispensabile per rendere appetitosa la pappa sanremese, avrà al Festival ormai alle porte una bandiera assicurata. Donatella Rettore, la bionda fatale di tante passate mattane, ha studiato con Dolce e Gabbana un look degno di lei: gorgiera e amplissima crinolina trasparente, tanto per non dare nell'occhio. Gioisce come una fanciulletta all'idea di tornare sul palco dell'Ariston: si sente miracolata per essersi ritrovata nell'elenco dei venti Campioni e non ne fa mistero. Agita le mani lunghe («sembro la sorella di Morandi»), scuote le chiome bionde e sbotta: «Sono veramente felice. Ero convinta che nessuno mi volesse più: invece si sta creando un team intorno a me. Con il mio fidanzato di sempre, Claudio Rego, stiamo pure facendo un disco che uscirà subito dopo Sanremo». «Di notte specialmente», il brano d'atmosfera di cui ha scritto le parole su musica di Rego, sta fra «Walking on The Wild Side» di Lou Reed e «Et Maintenant»; con atmosfere liriche e toni sommessi poco rettoriani, una donna cerca di ragionare sull'irrealtà della notte che offre conquiste e sentimen¬ ti smentiti poi alla luce del giorno. E' simpatica, la Rettore, con la sua sincerità disarmante e una capacità di autocritica ormai introvabile nel suo ambiente. Conta di vincere? «Quando mai? Neanche al tirassegno ho mai vinto, perché sono scentrata. Ma sono contenta perché mi hanno messa nel cast: mi ha presentata Fiumara, l'impresario del Little Tony dei tempi felici. E' successo tutto per caso. L'ho incontrato dal macellaio un giorno, a Roma, stavo comprando la carne per il mio cane che si chiama David il David di Donatella, no? -. Mi ha guardato senza malizia le gambe sotto la minigonna inguinale, Fiumara, e mi ha chiesto che cosa combinavo di bello. Gli ho fatto sentire quattro o cinque pezzi e ci siamo presentati al Festival». E' mai stata esclusa, da Sanremo? «Mai. Anzi, fu un trampolino di lancio nel '77, quando cantai "Carmela" lanciando in aria caramelle. Feci un gran successo in Nord Europa, con quella canzone: avevo vent'anni, pesavo 75 chili e a,-evo due tette così grandi che mi facevano diventare gobba, Rie e Gian mi chiamavano "La mammifera". Non le capisco, io, quelle che si fanno aumentare il seno. Mi ricordo che durante la promozione, in Germania, caddi in tv: per smagrirmi avevo le zeppe alte, proprio come usa adesso. Sentivo i trampoli risuonare mentre scendevo dalle scale avvolta in una tuta nera nascondiciccia; mi venne da ridere e inciampai. Atterrai in palcoscenico continuando a ridere dopo la caduta, e poiché anche all'epoca c'era la recessione, i giornali tedeschi scrissero: "Gli italiani sono come la lira: Donatella cade ma continua a ridere e a cantare"». Chi è il suo interprete preferito? «E' un cantautore, Francesco De Gregori. E' un tipo divertente e molto affascinante. Ci starei volentieri, con lui, sono sicura che mi nascerebbero canzoni stupende. L'ho incontrato non molto tempo fa su un aereo fra Milano e Roma, ho scoperto che tutte le volte che è allegro brinda: a bordo abbiamo corrotto uno Stewart che ci ha portato da bere e De Gregori mi ha fatta ubriacare. Io, da buona veneta, abbocco: era un vino bianco normale, anche caldo se vogliamo, ma con lui vicino mi è sembrato Dom Perignon. Gli ho raccontato che quando ho cominciato a cantare lo copiavo. Mi ha chiesto: "Mi ti consigli?" e io gli ho risposto: "Ho otto stelle sulla guida Michelin". Veramente un uomo affascinante». Marinella Venegoni Donatella Rettore: «Il mio interprete preferito è De Gregori. Tutte le volte che è allegro brinda. Un tipo divertente e molto affascinante»

Luoghi citati: Fiumara, Germania, Milano, Nord Europa, Roma, Sanremo