Colombia, la cocaina viaggia in sommergibile
Colombia, la cocaina viaggia in sommergibile SUD AMERICA La polizia: i battelli sfuggono a ogni controllo, il tempo dei trasporti con i monomotori sta finendo Colombia, la cocaina viaggia in sommergibile Una flotta radiocomandata per raggiungere l'Europa egli Usa SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO E' finito il tempo delle «avionetas», dei piccoli aerei monomotore che sfidavano i venti e i radar per arrivare oltre il confine americano con i loro carichi di droga. Oggi, l'80% della cocaina e dell'eroina raffinata dai «cartelli» colombiani arriva negli Usa ed in Europa via mare. E i narcos, conosciuti come «pasadores» (passatori) per la loro abilità nell'inventare sempre nuove rotte per il traffico di droga, possono persino contare su un'arma segreta: una flotta di piccoli ed efficienti sottomarini radiocomandati. A rivelarlo è un rapporto riservato del Das, la polizia segreta colombiana, elaborato in collaborazione con l'Interpol e reso pubblico ieri dal quotidiano «El Espectador» di Bogotà. I narco-sommergibili - specifica il rapporto - sono lunghi tra i quattro e i cinque metri, costruiti in fibra di vetro e funzionano senza equipaggio, trasportando alcuni quintali di droga ad una profondità di due metri: abbastanza per sfuggire a qualsiasi controllo. Vengono fatti salpare durante la notte dalle spiagge intorno a Barranquilla e Santa Marta, due città sulla costa caraibica, e guidati via radio sino ad un punto prestabilito nel Mar delle Antille, ben oltre i limiti delle acque territoriali colombiane, dove vengono recuperati dai narcos in attesa a bordo di navi mercantili compiacenti dirette verso porti americani o europei. Per quanto incredibile, non si tratta di sospetti frutto dell'immaginazione di qualche investigatore che ha visto troppi film di James Bond: sette di questi narco-sommergibili, già svuotati del loro prezioso carico, sono stati recuperati nel primo semestre del 1993 dalla guardia costiera di Porto Rico, a quasi 1000 chilometri dalle probabili basi di parten¬ za. Da mesi, gli agenti del Das stanno cercando di scoprire chi siano i maghi dell'elettronica e dell'ingegneria navale, forse stranieri, che hanno progettato e costruito i piccoli sottomarini. Una inquietante dimostrazione di capacità tecnica che, però, sembra non sia particolarmente significativa dal punto di vista quantitativo: gran parte dei carichi di droga vengono smistati via mare a bordo di «normali» mercantili in partenza dalla Colombia. Una copertura perfezionata dal Cartello di Cali, che avrebbe rilevato alcune compagnie marittime venezuelane specializzate nel trasporto di container. Non a caso, scrive «El Espectador», lo scorso anno il 41% di tutta la droga sequestrata in Europa è stata scoperta tra i carichi in arrivo nei porti del Belgio. La frenetica attività dei narcos colombiani dimostra quello che tutti gli esperti avevano predetto nei mesi scorsi. L'uccisione di Pa- blo Escobar e il pressoché ce pleto smantellamento del cari lo di Medellin, ben lungi dal rappresentare un colpo mortale al narcotraffico, ha solo favorito la redistribuzione del controllo del mercato tra i gruppi ancora attivi: oltre a quello di Cali, anche il Cartello della costa, che potrebbe stare utilizzando i narco-sommergibili. I «calenos», in particolare, avrebbero ormai strettissimi vincoli operativi con la mafia siciliana, e da due o tre anni starebbero fornendo tutta la cocaina destinata al mercato italiano. L'espansione dei narcos, ora, è diretta verso Est. «I trafficanti si legge nel rapporto del Das sfruttano la turbolenza politica nei Paesi dell'Europa dell'Est per incontrare rotte alternative nel trasporto di cocaina, già che queste aree spesso mancano delle strutture necessarie per affrontare questa nuova minaccia». Gianluca Bevilacqua
Persone citate: Escobar, Gianluca Bevilacqua, James Bond, Medellin
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