Morte a Mostar firmata Toscani di Ugo Bertone

Morte a Mostar firmata Toscani Morte a Mostar firmata Toscani I Jeans e maglietta insanguinati di un croato PROVOCAZIONE DI BENETTON UMILANO N paio di pantaloni e una maglietta insanguinati. E una scritta, non tradotta, in serbo croato: «Io si legge - Goiko Gagro, padre del defunto Marinko, vorrei che si utilizzasse il nome e ciò che resta di mio figlio per la pace e contro la guerra». Eccola la nuova campagna pubblicitaria di Benetton, destinata da oggi a riempire i quotidiani, a coprire i muri delle città. Anche quelli di Sarajevo, dove il quotidiano «Oslobodenie», voce multietnica della città assediata si è impegnato a pubblicare il messaggio pubblicitario, a inviare il giornale a 80 capi di Stato e a stampare 10 mila copie del manifesto da affiggere in città. Un nuovo messaggio choc, insomma, un pugno nella stomaco che, facile previsione, scatenerà una nuova campagna di accuse contro la pubblicità di Benetton, esempio per i moralisti di cinismo commerciale tanto insuperabile quanto insopportabile. «Già, il mio occhio cinico si è posato questa volta su un paio di pantaloni e su una maglietta...». Oliviero Toscani, fotografo, grande ispiratore della pubblicità Benetton, non si tira indietro. E ricorda quel pacco di cartone in arrivo dall'Erzegovina piombato negli uffici di Ponzano Veneto, il settembre scorso. «Quando l'ho aperta - racconta Toscani - ho provato una forte emozione: la cintura rotta, il sangue secco, il foro di un proiettile...». «Questa - prosegue - è la Guernica moderna. Un disastro che non si sa bene come aiutare, un dramma che l'Occidente voleva ignorare. Quel pacco è arrivato a settembre e sulle pagine dei quotidiani si leggevano notizie su Carlo e Diana e altre stronzate. Su Sarajevo, un trafiletto o poco più. E' dovere di un artista in¬ tervenire, provocare». E impressiona, soprattutto, che la sorella di Marinko abbia pensato a un pubblicitario per lanciare il suo messaggio ad Ovest. Quasi un grido d'aiuto lanciato nel mare dei mezzi di informazione... «Sì, lei si è re¬ sa conto che nel mondo d'oggi la comunicazione pubblicitaria è quella vera, la più dirompente». E perché? «E' come quando lo stupido, il balbuziente si mette a parlare in maniera normale, lucida. La stessa comunicazione lanciata da uno scrittore, da un giornale serio fa meno effetto. E' ora di usare la pubblicità per parlare alla gente, non per inquinare». E Toscani, già preparato alla prevedibile bordata di critiche un po' da tutto il mondo, non si ferma. Anzi, insiste, come un fiume in piena. «E' ora di dirlo: la pubblicità inquina. La pubblicità dei buoni sentimenti, quella della famiglia sorridente alle 7 del mattino al tavolo della prima comunicazione, quella serve a produrre Pietro Maso, che conosceva a memoria trentasei profumi». Meglio, insomma, una maglia sporca di sangue per vendere... «No, meglio una pub¬ blicità che non vuol vendere niente, che non vuol dare risposte. Perché noi non risolviamo i problemi, li buttiamo in faccia alla gente. Sapete cosa aiceva l'associazione per la lotta all'Aids dopo le nostre fotografie? Non sappiamo perché Benetton faccia questa pubblicità, l'importante è che la faccia». Forse un commento del genere echeggerà nei prossimi mesi anche nell'ex Jugoslavia, di fronte all'uniforme insanguinata del milite noto: Marinko Gagro, classe 1964, iscritto all'ultimo anno della facoltà di Scienze Agronome di Zagabria, due esami alla laurea. Era un croato, ma poco importa. E' caduto sul campo di Hum, vicino a Mostar, in Bosnia Erzegovina nel luglio del '93 e, da allora, giace nel cimitero di Blizanci. Da oggi, la sua uniforme fa il giro del mondo. Ugo Bertone «Me li ha mandati il padre del ragazzo» Diecimila poster anche a Sarajevo I jeans e la maglietta insanguinati della foto di Toscani per Benetton appartenevano a Marinko Gagro ucciso a Mostar

Persone citate: Benetton, Marinko, Marinko Gagro, Oliviero Toscani, Pietro Maso, Toscani, Toscani I

Luoghi citati: Jugoslavia, Ponzano Veneto, Sarajevo, Zagabria