«Al voto con il Fùhrer e Ribbentrop»

«Al voto con il Fùhrer e Ribbentrop» «Al voto con il Fùhrer e Ribbentrop» ButtigUone e ilpri: fantasmi nazisti su Bossi e Fini gli avversari demonizzati ANCANO ancora 40 giorni alle elezioni, e siamo già arrivati ad Hitler, a Mussolini e a Ribbentrop. Cosa succederà prima del voto, quali altri macabri fantasmi storici verranno resuscitati, di questo passo è perfino difficile immaginarlo. Le ombre del nazismo e del fascismo hanno fatto ieri la loro irruzione nella campagna elettorale attraverso le pagine di due giornali: Le Monete e La Voce Re pubblicana. Dal quotidiano francese ha sparato le sue bordate Rocco Buttigliene. Obiettivo: Umberto Bossi. «Il leader della Lega ò un Fùrher, come lo fu a suo tempo Adolf Hitler». Ha tuonato l'esponente del ppi. Poi è sceso nei dettagli: «Hitler era un genio in politica. In "Mein Kampf" ha spiegato benissimo che il leader di un partito totalitario è anche il leader di tutta la nazione. Quindi, per definizione, non può allearsi con nessuno senza perdere le sue prerogative, perché incanta la nazione Bossi è la stessa cosa, non ha forse letto "Mein Kampf", ma ne ha avuto l'intuizione». Il «Senatur», poche ore prima, aveva detto parlando davanti ad una platea leghista a Bormio: «Io avevo il mandato di tagliar la gola alla de da orecchio a orecchio, ed ho eseguito il mio compito». Ma questo, Buttiglione non lo sapeva ancora. E per lui la «colpa» di Bossi è stata solo quella di rifiutare l'alleanza con il ppi «anche se i nove decimi dell'elettorato leghista avrebbero potuto essere soddisfatti del nostro programma». Nella sua lunga intervista al quotidiano francese, Buttiglione ha sostenuto il valore ancora «più che mai attuale» delle idee democristiane ed ha attribuito alla de il merito di aver «compiuto appieno i la sua missione di baluardo con¬ tro il comunismo». Un'intervista, dunque, che ha toccato molti temi, ma che è rimbalzata sulle agenzie soprattutto per il paragone fra Bossi e Hitler. Buttiglione se ne rammaricherà? Mussolini e Ribbentrop, invece, sono stati scomodati da un editoriale della Voce Repubblicana. L'occasione è stata fornita dalle vicende dell'ex Jugoslavia. E l'imputato era il segretario di Alleanza nazionale. «Fini indossa gli stivali di Ribbentrop», ha titolato il giornale dei repubblicani riguardo alle pretese annessioni dell'Istria e della Dalmazia. E ha proseguito con un crescendo: «La via diplomatica e democratica di Fini è un'alleanza fra il revanscismo italiano e il nazionalismo serbo, a spese della Slovenia e soprattutto della Croazia». La conclusione ha assunto toni quasi apocalittici: «Fini fa soltanto risorgere la tradizione di Mussolini in politica estera: quella di pugnalare i Paesi alle spalle, come la Francia nel '40. Allora si appoggiava l'espansionismo tedesco, oggi quello serbo». Sulla vicenda dell'ex Jugoslavia stava già infuriando la diatriba tra Andreatta e Berlusconi. Adesso scendono in campo nuovi contendenti, schierati sul fronte dei «centristi». Visti i paragoni ti • rati in ballo, sembra che qualcuno abbia deciso di intraprendere una «via bosniaca» alle elezioni. Silvano Costanzo Da sinistra i tre personaggi evocati nelle cronache politiche di questi giorni: Hitler. Mussolini e Ribbentrop

Luoghi citati: Bormio, Croazia, Dalmazia, Francia, Istria, Jugoslavia, Slovenia