Segni e Martinazzoli ai ferri corti di A. Minzolini

Rischio di spaccatura al Centro, si litiga anche al «tavolo» dei progressisti Rischio di spaccatura al Centro, si litiga anche al «tavolo» dei progressisti Segni e Martinazzoli ai ferri corti II Patto: fuori gli inquisiti, ilppi: no ai veti ROMA. Acque agitate al Centro. Tra il «Patto per l'Italia» di Mario Segni e i «popolari» di Mino Martinazzoli il rischio di una «rottura» sembra farsi di ora in ora più concreto. Il problema che da giorni ostacola la definizione dell'intesa tra i centristi è quello delle candidature e investe direttamente alcuni leader della ex de, tra cui Ciriaco De Mita. I pattisti non vogliono «inquisiti» tra i candidati; il partito popolare non accetta veti. E, da Piazza del Gesù, Rosa Russo Jervolino, presidente del nuovo ppi, riconosce che la situazione è difficile: «Non possiamo parlare di rottura; è comunque difficile recuperare la situazione». Si litiga anche al tavolo dei progressisti per la spartizione dei collegi elettorali. E, all'interno del polo, c'è chi denuncia un «gioco delle tre carte». Ad esempio, il deputato pds Augusto Barbera ha rinunciato a ricandidarsi a Bologna per i progressisti, per rispuntare poi al Senato: il coordinamento di Ad in Campania gli ha offerto un collegio per Palazzo Madama. M.T. Meli e A. Minzolini A PAGINA 3

Persone citate: Augusto Barbera, Ciriaco De Mita, Mario Segni, Martinazzoli, Mino Martinazzoli, Rosa Russo Jervolino

Luoghi citati: Bologna, Campania, Italia, Roma