Che cosa c'è nel cuore del cuore

UN MUSCOLO MOLTO SPECIALE UN MUSCOLO MOLTO SPECIALE Che cosa c'è nel cuore del cuore Diminuita del 30 per cento la mortalità per infarto F PRO & CONTRO =1 Per la depressione farmaci o psicologi? NEGLI ultimi anni la mortalità per infarto cardiaco in Italia è diminuita del trenta per cento, soprattutto grazie a nuovi farmaci particolarmente efficaci. Le famigerate coronarie meritano dunque maggiore benevolenza. La loro triste fama deriva dall'essere associate all'infarto: dovrebbero invece godere di stima quando si ricordasse che, sane, rappresentano per così dire il carburatore del cuore. Esse forniscono alle fibre muscolari cardiache (il miocardio) appunto il carburante, ovvero il sangue. Il cuore è pieno di sangue, ma questo si limita a scorrere nelle sue cavità entrando e uscendo. Sono le arterie coronarie, provenienti dall'aorta, a irrorare di sangue le strutture del cuore. Le due coronarie, destra e sinistra, formano una specie di corona che si espande con una infinità di diramazioni comunicanti fra loro. Ogni qualvolta aumenta la frequenza o il vigore delle contrazioni cardiache aumenta di pari passo l'afflusso del sangue coronarico. Fattori meccanici, chimici, nervosi contribuiscono in varia misura a regolare il flusso coronarico in modo che l'apporto di ossigeno sia adeguato alle necessità. Il flusso coronarico è squisitamente sensibile alle variazioni delle esigenze energetiche ossidative del muscolo cardiaco. Il quale è differente dai muscoli propriamente detti. Le fibre di questi ultimi sono cellule plurinucleate, invece il miocardio è costituito da cellule mononucleate, congiunte in una sorta di sincizio (massa originata dalla fusione di più cellule) e formanti fibre ramificate unite in fasci variamente orientati, i quali si intersecano, si intrecciano e danno al cuore una straordinaria forza. Si calcola che il lavoro del cuore in 24 ore equivalga a 20 mila chilogrammetri, corrispondente a sollevare venti tonnellate all'altezza di un metro. C'è ancora un'altra fondamentale differenza fra muscoli e miocardio. L'azione dei muscoli è sottoposta alla nostra volontà, i cuore è invece il prototipo degli organi ad attività automatica. In esso si generano spontaneamente e ritmicamente gli eccitamenti, che si propagano a tutto ii iiiiocardio provocandone la contrazione, la cosiddetta sistole che spinge fuori il sangue, dopo di che il miocardio si rilancia (diastole) per accogliere il sangue di ritorno. Il cuore passa continuamente e alternativamente, in media 70-75 volte al minuto, quasi 38 milioni in un anno, più di due miliardi e mezzo in 70 anni di vita, da uno stato di eccitabilità ad uno di riposo. Per un atleta allenato a competizioni di fondo quali il ciclismo su strada, lo sci di fondo, il canottaggio, la frequenza dei battiti a riposo può essere 40 al minuto mentre nello sforzo intenso raggiunge 180220. Questo adattamento del ritmo del cuore alla richiesta di ossigeno dei muscoli è reso possibile in massima parte dai nervi cardioregolatori: il simpatico attivatore, e il parasimpatico, inibitore, due sistemi antagonisti. Le aritmie, ovvero le anormalità del ritmo cardiaco (tachicardie, extrasistole, ecc.), molto frequenti, hanno un significato clinico variabile. Lo stimolo cardiaco nasce in un gruppo di cellule situate nell'atrio sinistro il nodo sinusale centro di comando del cuore, detto anche pacemaker, battistrada, segnapassi (e «pacemaker» è anche la denominazione dell'apparecchio ritmatore del cuore applicabile in particolari situazioni patologiche). L'impulso si propaga come un moto ondoso dagli atri ai ventricoli, con una velocità che può raggiungere 3 metri al secondo percorren¬ do un sistema specifico di fibre cellulari. Anche staccato dal corpo il cuore, come aveva già notato addirittura Galeno, seguita a pulsare con regolarità cronometrica purché si provveda a nutrirlo. L'esperimento più importante in proposito fu fatto nel 1940 con un apparecchio ideato da Alexis Carrel (premiato con il Nobel per la medicina nel 1912) e Charles Lindbergh, il celebre trasvolatore dell'Atlantico. Ma qual è il meccanismo dell'automazione? Si tratta d'un processo elettrochimico, e il miocardio è una struttura altamente specializzata per trasformare l'energia chimica in energia meccanica. Attraverso la membrana delle cellule pacemaker avvengono continuamente scambi di ioni, in particolare di potassio e sodio, e fra l'esterno e l'interno della membrana nasce una differenza di potenziale che si modifica secondo le fasi del ciclo cardiaco. Scatta così un impulso elettrico. L'elettrocardiogramma, esame del cuore ormai di routine, registra appunto le variazioni di potenziale collegate con l'attività cardiaca. Ulrico di Aichelburg Il cuore ha quattro valvole, che devono funzionare bene perché il muscolo possa compiere bene il suo lavoro di pompa. Oggi, in caso di cattivo funzionamento, possono essere sostituite. Sangue ossigenato «■y Sangue deossigenato Vena cava Vene superiore polmonari destre Arteria polmonare Vene polmonari sinistre lvola lmonare ì riostro VepolmonsinisAtsinisValvoaortValvomitra Atrio sinistro Valvola aortica Valvola mitrale Valvola polmonare ì Atriodestro ava Valvola tricuspide Ventricolo destro Vena interiore cava Ventricolo sinistro Perotto da Jenny Ridley, The Guardian Piero Angela SI è già parlato molto della serata televisiva curata da Piero Angela sulla depressione. Come rappresentante della Associazione unitaria degli psicologi italiani, vorrei ricordare che i sintomi depressivi hanno anche un senso psicologico, e negarlo o reprimerlo è poco scientifico ed è... deprimente, perché toglie ogni speranza di contatto tra il depresso e chi gli sta intorno. Certo, tutti i sintomi, sebbene nascondano una verità, se continuano a nasconderla è sempre per solide ragioni, perché quel che significano non è accettabile. In particolare ciò che significano i sintomi depressivi è più spiacevole di quel che significano gli altri sintomi: il depresso parla senza ritegno di aggressività, cattiveria, morte. Non è come l'isterica ottocentesca che voleva parlare di amore e non osava. E' stato più facile per noi tutti vincere l'incomprensibilità dei sintomi isterici. Ma va ricordata l'enorme resistenza che dovette affrontare inizialmente la psicologia per lanciare un ponte fra quella società e le isteriche che non lasciavano capire le loro fantasie erotiche. Serve per capire le difficoltà che deve affrontare ora la psicologia per indurci ad accettare di capire i sintomi dei depressi che, come già notava Freud, rispetto alle isteriche sono molto più realistici nel descrivere, invece dell'amore, l'aggressività più ripugnante, provocatoria, oscena. La serata Tv sulla depressione dimostra che questo se- sion conc condo sforzo degli psicologi ha avuto molto meno successo. Ma proprio per questo il lavoro dello psicologo, ormai quasi banale nel render comprensibili i sintomi erotici, e quindi poco utile nell'alleviarli, è invece utilissimo per rendere sopportabili i sintomi aggressivi. L'ostracismo che quella trasmissione ha inflitto agli psicologi forse non si ripeterà nella prassi-* ma, che affronterà la timidezza. I rossori, le sudorazioni, le palpitazioni del cuore, le accelerazioni nel respiro, insomma quel poco che è rimasto dei sintomi isterici nella società v moderna ha ff^ ben poco biso- ' % fife» gno dello psico* I logo, perché la psicologia ha già vinto quasi tutte le battaglie su questo fronte, e forse Angela convocherà qualche nostro collega a vantare le vittorie della psicologia che hanno trasformato la terribile epidemia isterica riducendola in forme così benigne. Sarebbe più scabroso, ma anche più utile, che ci si convocasse invece in qualche futura trasmissione che toccasse altre vicissitudini dell'istinto aggressivo. Piero Angela ha dimostrato un ammirevole coraggio nell'attaccare a fondo tante illusioni antiscientifiche. Perché non chiedergli ora di affrontare scientificamente anche una delle più pericolose illusioni del nostro tempo, l'illusione di abbattere alla radice tutta la distruttività umana? In questo caso si farebbe un lavoro psicologico difficile, ma autenticamente costruttivo. v ff^ sionI sion I conc cond rdi rdi i Pierangelo Sardi rdi Aupi Ujpi | Segretario generale dell'Aupi Ujpi

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