UNA GARZANTINA TROPPO IDEOLOGICA di Andrea Barbato

UNA GARZANTINA TROPPO IDEOLOGICA? UNA GARZANTINA TROPPO IDEOLOGICA? Polemica da destra sull'enciclopedia filosofica liano. «Sudditanza culturale verso la Francia e il favore per la logorrea sociologica e psicologica». Gianni Vattimo, «regista» della Garzantina, respinge con fermezza qualsiasi lettura ideologica della fatica compilativa effettuata dal suo pool di studiosi. «Dio non figura tra gli autori dell'enciclopedia - dice il filosofo torinese, - e noi, a differenza dell'Eterno, non abbiamo teorie generali per giudicare il valore assoluto di un pensatore. Non c'è stata affatto una discriminazione ideologica nelle scelte su chi inserire e chi escludere. L'unico criterio seguito è quello dell'attualità, della ricerca filosofica viva. Se un autore è discusso, studiato, si può trovare sulla Garzantina. Mi sembra che Gianfranceschi abbia più filtri ideologici di noi. Nella sua recensione si arrabbia anche perché abbiamo inserito Evola. Ma cos'è? Evola dovrebbe stare solo sulle enciclopedie di destra? Mi sembra una posizione alla Berlusconi che non vuole apparire sulle reti della Rai». Seguiamo ancora la lista buoni/cattivi redatta da Gianfrance¬ schi. Manca il filosofo del diritto Sergio Cotta, Luigi Stefanini, Cornelio Fabro, e soprattutto («ingiustamente») anche Michele Federico Sciacca, «I giudizi su Sciacca non erano unanimi neanche all'interno del pensiero cattolico - replica Vattimo, - sfido comunque Gianfranceschi a citarmi qualche studio importante apparso sugli altri filosofi cattolici negli ultimi dieci anni. Se si parlerà di loro, avranno spazio nel prossimo aggiornamento. E' una promessa». Se comanda solo l'attualità, allora Gianfranceschi avrebbe ragione sulle «baggianate» di Makarenko, esaltatore del collettivismo pedagogico sovietico. «Il pensatore ucraino c'era nella vecchia edizione dell'81 e abbiamo deciso di tenerlo perché è completamente passato nel dimenticatoio ed è difficilissimo trovare notizie su di lui. Ma nessuna simpatia ideologica. Per carità! Il suo Poema pedagogico è orribile. Siamo stati in buona fede. Accetto l'obiezione di Gianfranceschi su Makarenko, ma solo nel senso che è meglio essere più selettivi: non bisogna aliar- gare la rosa ad altri illustri sconosciuti». Ragioniamo ora sugli spazi. Derrida è più lungo di Anassagora o Alberto Magno. Siete davvero troppo sedotti dalla «logorrea» francese? Troppo affascinati dalla «modernizzazione selvaggia dove fioriscono voci come "invidia del pene" o "zone erogene"»? «Ai contemporanei abbiamo dato più spazio dei classici, sempre per rimanere fedeli al criterio dell'attualità. Su Sant'Ambrogio o Anassimandro qualunque manuale o storia della filosofia contiene informazione e bibliografie complete. Sui filosofi di oggi è invece più difficile rinvenire informazioni rapide. Non so se sia logorrea o no, parlare di Derrida e di invidia del pene. Una cosa però è certa: questi argomenti vengono continuamente discussi, anche dai mass media, non possono mancare in un'enciclopedia che vuole fornire uno strumento di consultazione. Un'enciclopedia filosofica d'inizio '900 avrebbe forse dovuto escludere il complesso di Edipo solo perché Freud l'aveva appena scoperto?», [b. v.] e). g.d., Torino Andrea Barbato, Roma

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