«Sono da un'amica voglio tornare»
«Sono da un'amica voglio tornare» Giorgia riabbraccia i genitori «Sono da un'amica voglio tornare» «Mamma sono io, Giorgia. Voglio tornare a casa, venite a prendermi». E' finita così, con una telefonata alle 14,30 di ieri, la fuga di Giorgia Biancamano, 16 anni, la studentessa della seconda C del liceo Volta di Venaria scomparsa dopo una pagella disastrosa al termine del primo quadrimestre. Si è conclusa con le lacrime di mamma e papà, volati all'indirizzo che Giorgia aveva indicato al telefono: «Sono da un'amica, a Torino. Vi aspetto». Per i genitori Annamaria Negri, 42 anni, e Valentino Biancamano di 48, è finito un incubo. Nei quattro giorni in cui è rimasta lontana dalla famiglia era nascosta nell'appartamento di un'amica, a Torino. Mentre la cercavano i carabinieri e la polizia, mentre gli amici attaccavano volantini alla stazione con la sua fotografia, lei cercava il coraggio di tornare a casa. Giorgia era scappata dopo una pagella piena di insufficienze, che non aveva avuto il coraggio di mostrare ai genitori. Un biglietto: «A scuola vado male, cercherò un lavoro». Forse come fotomodella: il suo sogno, dopo un corso di due anni per «mannequin». Ieri ha abbracciato i genitori, poi è salita sull'auto diretta all'indirizzo di una zia. «Ha paura - spiega lo zio Venanzio Biancamano, 50 anni - di rispondere alle domande di amici e parenti. E' confusa, deve riflettere su ciò che ha fatto». La mamma cerca di buttarsi alle spalle l'incubo degli ultimi giorni: «Se è ciò che desidera, abbandonerà gli studi. Ne discuteremo insieme, come ab¬ biamo sempre fatto». In altre case della città e della cintura, intanto, continua l'attesa di ragazzi ribelli o difficili di cui si son perse le tracce. Altre mamme e altri papà sperano che prima o poi squilli il telefono, e di riconoscere all'altro capo del filo quella voce di adolescente che non confonderebbero con nessun'altra: «Voglio tornare con voi». Ventinove dei 191 minori fuggiti dal gennaio dello scorso anno sembrano spariti nel nulla. «Dove sarà?» si chiedono le mamme in lacrime. E setacciano le stazioni ferroviarie, i luoghi frequentati dai barboni. I padri ripetono che la figlia «è una bambina, non ha soldi con sé, non ha documenti. Come può vivere senza di noi?». Poi, quando tornano a casa, si scopre che spesso i ragazzi se la sono cavata benissimo, lontani da mamma e papà. Non sono stati costretti a rubare né a lavorare per trovare il denaro necessario a sopravvivere, ma hanno ottenuto protezione da altri, generalmente più adulti. Spesso, com'è accaduto per Giorgia, si tratta di amici. Quando i ragazzi non hanno chi li aiuta, vagano tra le stazioni ferroviarie e i dormitori. In questi casi sono quasi sempre rintracciati dalle forze dell'ordine, che riportano a casa la metà dei ragazzi in fuga. Delle tabelle e delle statistiche sugli scomparsi, il padre di Giorgia Biancamano non vuol più sentir parlare. Sorride: «Non le abbiamo nemmeno chiesto i particolari di questi tre giorni di fuga. L'importante è che Giorgia sta bene, e che è di nuovo con noi». Giorgia Biancamano (qui nel manifesto appeso dagli amici a Porta Nuova) ha telefonato ieri a papà e mamma «Venite a prendermi» ed è tornata a casa con loro
Persone citate: Annamaria Negri, Giorgia Biancamano, Valentino Biancamano, Venanzio Biancamano
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