Vita e morte di un giudice solo

r Al FilmFest il film di Alessandro di Robilant dedicato a Livatino, con Scarpati Vita e morte di un giudice solo Il giorno dell'Italia a Berlino BERLINO DAL NOSTRO INVIATO Berlino, Italia. Ma in una giornata quasi tutta nostra non si può dimenticare la cosa più originale e ammirevole vista sinora al FilmFest, che è «Tichie Stranitsui» (Pagine nascoste) di Aleksandr Sokurov, russo, 43 anni: elegia per una patria disfatta e perduta, espressione d'uno strazio d'amore e di dolore, nostalgia alla Tarkovskij d'una speranza inimmaginabile. Nel buio, un uomo alto e giovane vestito di nero (Aleksandr Cherednik) attraversa o costeggia lentamente edifici cadenti, acque stagnanti, mura lebbrose, gorghi del fiume, nebbie portate dal vento, bassifondi luridi. Intorno a lui si muovono gli umiliati e gli offesi; volti femminili emergono, luminosi del proprio pallore; ubriachi, cani, criminali, prostitute, ladri che spogliano una vittima, poliziotti inerti; disperati suicidi si precipitano in basso da finestre e balconi; una voce grida «Più a destra! Più a destra!». Ispirato a «pagine della narrativa russa del XIX secolo», il film prodotto anche dalla Germania si rifà in particolare a «Delitto e castigo» di Dostoevskij: la vecchia Russia è stata assassinata e l'uccisore ne piange la morte ~he è pure morte di se stesso, Iti grande letteratura russa si mescola alla grande musica tedesca (Mahler, «Kindertotenlieder», canto per i bambini morti), alla grande oscurità del mondo contemporaneo e a un grande talento di regista. Il ritmo lento e lo stile hanno causato all'inizio l'esodo impaziente di numerosi spettatori dello Zoo-Palast; un applauso caldissimo ha salutato alla fi- ne il regista. Pochi applausi alla proiezione per la stampa de «Il giudice ragazzino» di Alessandro di Robilant ispirato al libro di Nando Dalla Chiesa pubblicato da Einaudi, domande sulla mafia alla seguente conferenza-stampa, successo personale di Giulio Scarpati che è davvero bravissimo, sempre più maturo, eloquente, sottile. Fu l'ex Presidente della Repubblica Cossiga a definire sprezzantemente «giudici ragazzini» quei giovani magistrati italiani che ruppero il segreto o palese patto esistente fra parte della magistratura e il potere politico, economico o mafioso: Rosario Livatino, 38 anni, nato a Canicattì, figlio unico di genitori vecchi, cattolico sincero e osservante, magistrato onesto paziente e implacabile ad Agrigento, venne ammazzato il 21 settembre 1990 alle nove del mattino, mentre in automobile andava a lavorare. Gli arrivarono addosso da due parti, su una Fiat Uno e su una motocicletta, gli spararono, lo ferirono; lui cercò di fuggire nella campagna oltre il guardrail, lo raggiunsero in due, lo finirono. Il film racconta senza alcuna enfasi questo giudice antieroe, laconico, estraneo a ogni vanità personale, autore d'indagini e arresti antimafia importanti, coraggioso con la semplicità di chi fa quello che deve fare. Oltre al valore di testimonianza, «Il giudice ragazzino» ha il merito di illustrare la solitudine e le difficoltà particolari d'un magistrato operante in un ambiente a cui la mafia è socialmente integrata così che gli imputati possono essere anche vicini di casa, conoscenti che l'hanno visto bambino; di mostrare le implicazioni di quel lavoro nella vita privata, nel rapporto coi genitori, nel legame con una avvocatessa interpretata da Sabrina Ferilli; di avere in Giulio Scarpati un protagonista ideale. Sono piaciuti gli altri film italiani della giornata. Grandi applausi, commozione, entusiasmo, mamme con le lacrime agli occhi, bambini handicappati racconsolati per «Sarahsarà» di Renzo Martinelli, presentato tra i film per l'infanzia. Ispirato alla storia vera della bambina handicappata sudanese Gadalla Gubara, con la scrittrice Nadine Gordimer come supervisore alla sceneggiatura, interpretato da Kim Engelbrecht, Giulio Brogi, Ciro Esposito, è il racconto d'una sfida vittoriosa: la ragazzina handicappata vuole partecipare alla gara di nuoto Capri-Napoli, trentacinque chilometri, nonostante tutto ci riesce e vince, arriva quarta assoluta e prima tra le nuotatrici. Apprezzamento per l'estro di «Fight da Faida», cinque minuti del disegnatore, grafico, musicista e animatore piemontese Vincenzo Gioanola, illustrazione d'una canzone sull'onnipresenza della mafia: «Una visione un po' diversa d'una realtà italiana perenne quanto gli spaghetti e la pizza». Emozione, infine, per «Le ceneri di Pasolini», il film-documentario biografico di Pasquale Misuraca visto a Cinema Giovani di Torino e al festival di Rotterdam: se nessuno ha irriso e sferzato la televisione quanto Pasolini, adesso i materiali televisivi sono gli unici a conservare l'immagine del suo viso variante nel corso del tempo, il suono della sua voce, la forza del suo fascino, la misura dei suoi gesti, la forma del suo corpo. Lietta Tornabuoni Grandi applausi e commozione per «Sarahsarà» di Martinelli, sfida di una ragazzina handicappata Nella foto adi AlessandSandrine BoGrandper «Sasfida d Nella foto a sinistra una scena del film «Il giudice ragazzino» di Alessandro di Robilant con Giulio Scarpati. Qui sopra Sandrine Bonnaire in «Jeanne la Pucelle» di Rivette