L'eutanasia non si addice al rottweiler

«Non sta a noi condannare un autore, ma conoscerne la vita ci aiuta a capirlo» LETTERE AL GIORNALE IL LUNEDI' DI O.d.B. L'eutanasia non si addice al rottweiler Ragazze & cani Ora che hanno smesso di arrivare possiamo tentare un bilancio delle lettere su due fatti che sono risultati capitali per chi segue questa rubrica. Il suicidio con il suo cane di Valeria Asinelli e la lettera di Cristina Testa di Fossano infelice proprietaria di un rottweiler che meditava di uccidere il proprio cane dopo la notizia della povera signora sbranata appunto da tre rottweiler. [o.d.b.] Non si è suicidata Valeria Asinelli è morta suicida. Non la conoscevo affatto, ma ora la amo La amo perché è vittima di una società che poco concede all'amore, al sentimento, alla carità, al rispetto e produce a volte indifferenza, egoismo, cinismo, sofferenza, morte e dolore. Valeria, in realtà, non si è suicidata, è stata uccisa. I colpevoli sono tutti quegli esseri (umani?) che Torturano, massacrano o lasciano torturare e massacrare altri esseri viventi in nome della scienza, della vanità, della gola o per sadismo e divertimento. Valeria è stata uccisa dall'indifferenza, dall'insensibilità, dall'ignoranza, dalla mancanza di una cultura protesa alla ricerca del diritto inalienabile alla vita e alla non sofferenza di tutti i viventi e in modo particolare di chi non ha voce, di chi non può gridare il proprio dolore. Valeria è morta perché non poteva più sopportare stragi, torture, genocidi perpetrati nella quasi totale indifferenza. Anche lei pensava con Leonardo da Vinci che «verrà il giorno in cui uccidere un animale sarà considerato un reato» e combatteva quotidianamente per raggiungere questo obiettivo. Soffriva troppo. A un certo punto non ce l'ha più fatta. Arrivederci, Valeria, non ti dimenticheremo. La tua morte liberatrice e accusatoria ci spronerà a fare ancora di più e forse tu le vedrai. Con rimpianto. Elisabetta Bertolino, Torino vicedelegata nazionale Oipa Tutte le altre lettere trattano del problema posto da Cristina Testa di Fossano con diversità di umori e di argomentazioni. [o.d.b.] L'ennesima vittima Gentil Sig.na Testa, lei è l'ennesima vittima di una scelta sbagliata, operata magari da altri, per possedere un dolce e fedele compagno, badando esclusivamente a fattori estetici, senza tener conto che gli occhi teneri di un bastardino sono a volte più convincenti di prestigiosi pedigree. Il cane riproduce fedelmente dopo anni di convivenza gli atteggiamenti e i vizi del proprietario e proprio per questo motivo si devono rispettare le sue tendenze naturali e soprattutto le caratteristiche normo-funzionali: un pigro pertanto non dovrà scegliere un levriero, che necessita di molto moto, come un siberian husky mal si adatta a climi temperati-caldi Spesso sarebbe più opportuno comprare un peluche ed evitare così scelte sbagliate destinate a tradursi in una convivenza diffìcile soprattutto per i cani, spesso destinati a incrementare il già pingue numero dei randagi. Il rapporto uomo-cane ha riempito la letteratura e le pagine della cronaca, soprattutto in positivo: è di oggi la notizia del pastore tedesco Roby che ha salvato I da morte certa il ragazzo travolto da una slavina. Certo nessuno, a suo tempo, in segno di solidarietà agli ebrei, aveva richiesto il sacrifìcio dei cani pastori tedeschi, in quanto usati nei campi di sterminio dalle SS. Ma poi suvvia... a un «segno di prestigio sociale» come il suo rottweiler, anche se «idiota», non si addice a una banale eutanasia. Merita una fine gloriosa: «Occorre il plotone d'esecuzione...». Guido Brizio, Fossano (Cuneo) veterinario consigliere provinciale Verdi Passiamo a un'altra opinione. Questa lettera è indirizzata a un cane che ci aveva scritto. Abbiamo, infatti, un'alta percentuale di lettori e lettrici che ci scrivono come se fossero cani. [o.d.b.] Di chi è la colpa Caro Locky ho letto il tuo sfogo. Da esso traspare tutto quanto di buono può essere un cane. Diri bene e con ragione, ma vedi, la colpa non è di voi cani, ma di tutti i padroni di cani da difesa (o attacco) come te (e i famigerati PittBull) che vanno a finire in mano a degli sconsiderati. A questi signori io impor¬ rei, per tenere un cane come te, il porto d'armi. Ma non un porto d'armi che gli permetta di tenere tutte le armi che vuole, bensì uno per ogni arma (cane per intenderci). Inoltre non gli permetterei nemmeno di tenere la coppia per evitare che si diverta a farvi accoppiare per motivi suoi per impedire la proliferazione non controllata della tua razza. Dovreste essere regolati e difesi dall'uomo, da un ente che provvedesse anche a certificare l'integrità psichica dei vostri futuri padroni. Non prendertela! Siamo costretti, tu e io, a vivere in una società come la nostra dove, anziché difenderci, tutti preferiscono attaccare. Ciao. Augusto Regis, Torino non padrone di rottweiler Parrebbe un discorso accettabile. Ma c'è chi obietta a maggior favore del rottweiler anche come razza e mi pare che sia doveroso da parte mia concedergli un poco di spazio. [o.d.b.] Una gran confusione La giovane signorina Testa dimostra, nella sua lettera, un'incredibile dose d'immaturità, confusione di idee e demagogia. Demagogia perché invoca l'intervento dello Stato a proibire un comune animale da difesa. E perché allora non proibire le autovetture responsabili di innumerevoli morti? O le discoteche? O l'allevamento delle api in quanto potenziali veicoli di punture letali? Confusione sull'animale rottweiler poiché il medesimo è universalmente riconosciuto come animale di grande equilibrio, intelligenza e fedeltà. Immaturità poiché ritiene di conoscere a fon¬ do il proprio cane quando essa stessa ne parla come di un estraneo e pretende di decidere la sorte sulla base di azioni commesse da terzi (come se venisse deciso di arrestare tutti i sardi per i sequestri di persona). Non conosco il cane della signorina e non posso dunque giudicare, spero ardentemente, però, che al suo giudizio possa sostituirsi quello di una persona più matura. Rivolgo, infine, un pensiero nei riguardi della signora uccisa, la cui terribile sorte deve far riflettere sul caso senza generalizzazioni forzate. Vittorio Golin, Torino La ringrazio, di cuore, gentile signor Golin. La sua lettera risponde a un altro messaggio ricevuto e persino troppo vecchio, [o.d.b.] Siamo alla paranoia Qui siamo arrivati alla paranoia, lo diffido di questa gente che piagnucola per le bestie, tanto bla-bla per le povere bestie e chi se ne frega della donna sbranata. Ho notato spesso che chi ama le bestie le antepone all'essere umano... Giovanni Savonetti, Torino

Luoghi citati: Fossano, Torino