Borrelli l'arresto era necessario

Il capo della Procura di Milano al Cavaliere: mai guardato in faccia a nessuno Il capo della Procura di Milano al Cavaliere: mai guardato in faccia a nessuno Borrelli; Parreste era necessario «Paolo Berlusconi pagò tangenti, non mediazioni» MILANO DALLA REDAZIONE «Non facciamo indagini a orologeria, gli indizi su Paolo Berluscono c'orano tutti e anche gravi, l'arresto era necessario». Francesco Saverio Borrelli, capo della procura di Milano, risponde con durezza alle accuse lanciate da Silvio Berlusconi che da Ancona aveva commentato: «Mio fratello ha chiesto a lungo di essere ascoltato, non è stato sentito, giudicate voi se l'arresto era legittimo». Sì, insiste Borrelli, l'arresto del fratello di Silvio era legittimo e necessario. Certo, ammette: «Posso immaginare i sentimenti dei familiari non troppo amichevoli nei confronti della magistratura in un momento come questo». Ma la gravità del reato è incontestabile: «Nell'ultimo interrogatorio a Di Pietro spiega - Paolo Berlusconi ha sostanzialmente ammesso di aver costituito una provvista per pagare quella che lui chiama mediazione e che in realtà è il compendio di una corruzione, realizzando la provvista mediante l'utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti per l'importo di circa un miliardo». Fatti, non accanimenti. E men che meno una mossa elettorale per colpire il fratello Silvio: cosa avrebbero dovuto fare i giudici, si chiede Borrelli, fermarsi in attesa del voto? «L'Ita- lia è un Paese dove elezioni politiche, amministrative, congressi e nomine di segretari dei partiti si seguono l'una dopo l'altro: i due anni dell'inchiesta sono lì a dimostrare che noi ci siamo sempre mossi senza guardare in faccia nessuno». Silvio Berlusconi, questa volta, non replica: chiuso nella sua residenza romana per preparare le liste dei candidati di Forza Italia e Alleanza nazionale, fa sapere di non aver nulla da ribattere. E quel che è peggio, per Paolo Berlusconi, chiamato in causa da Giuseppe Clerici per il miliardo pagato al fondo pensioni Cariplo per favorire la vendita di alcuni palazzi di Mi¬ lano 3, si profila l'accusa di falso in bilancio. E' questa, infatti, la pista che stanno battendo i giudici della procura milanese dopo gli interrogatori di venerdì e la concessione degli arresti domiciliari a Paolo. L'obbiettivo è quello di verificare come sono stati messi in bilancio le fatturazioni dell'importo incriminato: per farlo la Guardia di Finanza starebbe spulciando i bilanci della Cantieri riuniti dall'83 all'86, date dei tre pagamenti a Clerici. Dunque, caccia alle false fatturazioni. Esistono? E su quale bilancio sono finite? Interrogativi che potrebbero condurre i giudici fin dentro il mosaico del gruppo Fininvest risalendo da società controllate a controllanti, partendo appunto dalla Cantieri Riuniti che ai tempi dell'affare Cariplo faceva capo alla Fininvest. Intanto, nell'attesa di chiarimenti da Paolo Berlusconi (che sarà reinterrogato in settimana), trasferta a Montecarlo per il giudice Di Pietro. Il magistrato milanese sarà oggi nel Principato per la rogatoria internazionale sulla posizione di Enrico Braggiotti, l'ex presidente dalla Banca Commerciale Italiana oggi ai vertici della Compagnie Monogasque de Banque, ricercato per il suo ruolo nella vicenda Enimont. Ruolo chiave, se¬ condo i giudici, che hanno emesso due ordini di custodia cautelare: Il primo per concorso in corruzione: secondo quanto ha raccontato ai magistrati milanesi l'ex custode giudiziario dei titoli Enimont, Vincenzo Palladino, Braggiotti gli fornì gli estremi di una società panamense cui venne intestata la fattura falsa, servita a Montedison per pagargli i 5 miliardi in nero. Il secondo ordine di arresto per ricettazione: sui conti di Braggiotti sarebbero finiti prima 10, poi altri 40 milioni di dollari versati da Raul Gardini che, sempre a detta dei magistrati, sono il frutto della «spogliazione» del gruppo Ferruzzi. A lato Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. Al centro, il procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli

Luoghi citati: Ancona, Milano, Montecarlo