Il Cambio mette in cena un thriller

Caccia all'assassino fra tavoli e commensali Insolita proposta del Teatro Le Vigne nel noto ristorante cittadino Il Cambio mette in cena un thriller Caccia all'assassino fra tavoli e commensali Capita a molti, seduti al ristorante, d'essere intrigati da un litit " o una discussione al tavolo accanto. Chi non smette per un po' di mangiare vedendo magari un bella ragazza rovesciare un bicchiere in faccia al suo interlocutore? Giocando su questa naturale curiosità la compagnia Le Vigne di Antonio Minelli costruisce i suoi spettacoli «da ristorante». Ne ha fornito venerdì e ieri una prova al Cambio di piazza Carignano. Fra gli stucchi e gli ori di cavouriana memoria ha messo in scena, o meglio in cena, L'alternativa, una sorta di spy-story scritta per l'occasione da Raffaele Cile. E' una storia ingarbugliata, non proprio facile da seguire, tra una portata e l'altra: annunciata da un musica Anni 60, tipo sceneggiato del tenente Sheridan, a un tavolo fino ad allora libero si siede una coppia. Lui ha l'aria inquietante, pizzo alla tenente degli alpini ma capelli lunghi raccolti dietro la schiena, lei ha la faccia tonda e la voce lamentosa. Parlano di una formula per curare i tumori, della caduta del Muro di Berlino e di un misterioso professore dell'Est. Lui confabula per un po' con il cameriere poi appare un'altra donna, impermeabile grigio, borsalino e tacchi a spillo. Senza togliersi l'impermeabile né il cappello, si siede al tavolo, parla di fughe, di salvezze e tradimenti, mostra una busta bianca. Dopo un po' in fondo alla sala compare un altro brutto ceffo, occhiali neri e giubbotto dello stesso colore. Spiega che è cieco, che gli è rimasto un solo rene ma in compenso ha tre bypass, parla di un professore vero e di uno falso e poi spara al primo uomo, ferendolo a una mano. La giustizia sembra avere trionfato, «abbiamo fatto quello che andava fatto», spiega il cieco, che evidentemente cieco non era ma un agente segreto. La gente applaude e torna alla «tagliata di stinco di vitello al Barolo», che l'attende nel menù firmato da Angelo Maionchi. La compagnia di Minelli ha alle spalle varie esperienze teatrali, fra Genova, Bari e il Sud America, e ha allestito fra l'altro la scorsa estate «L'inferno» dantesco nelle grotte di Castellana. Nei mesi scorsi al Cambio e in prestigiosi ristoranti di tutta Italia aveva proposto «Lumìe di Sicilia» di Pirandello. «Nei nostri spettacoli - spiega Minelli cerchiamo di ribaltare la situazione classica del teatro, lo spettatore diventa parte integrante della scena». La compagnia, fa notare il regista, non riceve alcun tipo di sovvenzione pubblica e in tempi come questi è un merito non da poco. Il pericolo di morire di fame sembra comunque scongiurato «recitando nei ristoranti - ironizza Minelli - almeno la cena è assicurata». [r. moli

Persone citate: Angelo Maionchi, Antonio Minelli, Minelli, Pirandello, Raffaele Cile, Sheridan

Luoghi citati: Bari, Berlino, Genova, Italia, Sicilia, Sud America