Avanti c'è posto ma a paga ridotta di Enzo Bacarani

Gli assunti rinunciano ai soldi dell'integrativo. Rifondazione: «Una vergogna» Gli assunti rinunciano ai soldi dell'integrativo. Rifondazione: «Una vergogna» Avanti, c'è posto: ma a paga ridotta «Salario d'ingresso» per250 neo-autisti Atm Un accordo sindacale in dirittura d'arrivo che alimenta polemiche e contestazioni. Ci saranno duecentocinquanta assunzioni a Torino (che di questi tempi non sono poche) a patto che i neoassunti rinuncino a una parte di salario, entrino cioè in azienda con uno stipendio ridotto. Succede all'Atm, che ha bisogno disperato di autisti per riequilibrare un servizio che negli ultimi tempi ha allontanato gli utenti (deficit, 2,5 per cento in meno di passeggeri nell'ultimo ami' quattrocento autisti persi in d^.j anni, alcune linee modificate e altre soppresse). L'azienda sta avviando un piano di rilancio del trasporto che prevede per il '94 un investimento di 90 miliardi. Ma l'Atm vuole anche risparmiare ed ecco che propone ai sindacati di categoria 220 assunzioni di autisti part-time. La trattativa comincia e si conclude - manca la sigla dell'accordo - con quella che Cgil, Cisl e Uil definiscono una vittoria: le 220 assunzioni diventano 250 e definitive. Lo scotto da pagare è il salario di ingresso che nega ai neoassunti 8 giornate e mezzo di ferie e oltre 400 mila lire lorde di stipendio mensile. Gli otto giorni e mezzo di ferie i neoassunti li riavranno fra 16 anni, mentre le 400 mila lire mensili fra sei anni (all'inizio verrà riconosciuto un terzo della cifra, dopo tre anni il secondo terzo dopo tre anni e al compimento del sesto anno di anzianità aziendale l'intera cifra che fa parte di un accordo integrativo). In termini pratici coloro che saranno assunti «a decorrere dal primo gennaio '94» riceveranno uno stipendio mensile netto di un milione e mezzo contro il milione e ottocentomila dei colleghi che già lavorano nell'Atm. E' l'applicazione del cosiddetto «salario d'ingresso», espressamente previsto dalla normativa per le imprese private. Protesta con forza Rifondazione comunista che definisce l'accordo «vergognoso». Spiega il consigliere comunale Paolo Ferrerò: «Che le imprese private puntino ad ottenere il salario d'ingresso lo sapevamo da tempo. Che un'amministrazione comunale che si dice progressista faccia da apripista su questa strada attraverso la politica dell'Atm ci pare incredibile. E' un segnale dell'imbarbarimento della cultura di una certa sinistra che, con il ricatto dell'occupazione, giustifica ormai qualsiasi peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei ceti meno abbienti». Un attacco, dunque, che non si rivolge solo ai sindacati ma che sembra avere come obiettivo principale l'amministrazione progressista che governa la città: un'ulteriore polemica in vista delle elezioni. Il sindacato respinge al mittente le accuse. Spiega Tullio Gazziero, responsabile della Fenlai-Cisl: «La posizione di Rifondazione è strumentale. Il sindacato ha svolto la sua funzione: in momenti come questi ognuno deve agire con responsabilità, ognuno deve sacrificare qualcosa. Mi sembra che aver conquistato trenta posti di lavoro in più a Torino in questo periodo non sia certo una sconfitta. Nell'accordo dell'Olivetti tutti hanno dovuto sacrificare sei giorni di festività. L'accordo non è comunque ancora stato raggiunto. Lo sarà quando il Comune ci presenterà il piano della viabilità che prevede parcheggi e corsie riservate ai mezzi pubblici». Enzo Bacarani

Persone citate: Paolo Ferrerò, Tullio Gazziero

Luoghi citati: Torino