Arte mattoni un po di azioni Ecco come investono i «guru» di Agnese Vigna
Le teste d'uovo discutono a Montecarlo le strategie per il '94 Le teste d'uovo discutono a Montecarlo le strategie per il '94 Arie, mattoni, un po' di azioni Ecco come investono i «guru» MONTECARLO. La gestione degli investimenti è una delle arti più antiche, ma anche una delle professioni più nuove. Il motto di Gilbert Kaplan è lo slogan del primo «Congresso dell'investimento» che termina oggi a Montecarlo. In un momento di grave recessione economica, che cosa consigliare agli investitori? Gli esperti riuniti nel Principato, nei saloni dello «Sporting d'Hiver» non hanno dubbi: «E' proprio nel mare delle difficoltà che bisogna cercare gli affari, cogliere le opportunità che offre il mercato». Una ricetta di ottimismo, dunque, per tutti i settori, da quello finanziario a quello dell'arte a quello dell'immobiliare. Per Rolf Christof Dienst, presidente della Wellington Finanz di Monaco di Baviera, «stiamo attraversando il periodo di cambiamento più difficile della nostra generazione, bisogna essere flessibili, non fossilizzarsi sugli stereotipi, saper sfruttare le nuove tecnologie e i nuovi mercati». I nuovi mercati, appunto. Quali saranno i più interessanti dei prossimi dieci-quindici anni? Dienst fa un esempio: «Jack Welch, presidente della General Electric, uno dei manager più famosi d'America, investe grandi capitali in Cina, India, Sud-Est asiatico e Messico. Si tratta di Paesi dove la gente è motivata, preparata, ed esiste stabilità politica ed economica. Anche il Cile e la Svezia, dove il cambiamento è in atto, sono Paesi che possono offrire buona opportunità di investimento. In Asia poi vive il 60% della popolazione mondiale e si produce il 70% del prodotto interno lordo. In Asia le zone più interessanti sono la Cina, Taiwan, il Sud Corea, la Malesia, la Thailandia, l'Indonesia e anche l'India». E il Sud Africa? «E' interessante, ma solo nei prossimi due anni. A lungo termine è perdente, perché la mano d'opera è troppo cara. Inoltre si tratta di un Paese instabile poli¬ ticamente». Quali sono i settori strategici, quelli su cui puntare? «Le telecomunicazioni software, biotecnologia, educazione e ambiente». Dalla finanza all'arte. Alain Renner, di Sotheby's Montecarlo, parla di ripresa e di mercato finalmente stabile. «Dopo anni di prezzi drogati - spiega Renner - come quelli del 1988-'89-'90, oggi si possono acquistare opere di valore al prezzo giusto. Sono finiti gli anni degli speculatori, che consideravano un quadro alla stregua di un'auto o di un paio di scarpe. In quegli anni si vendeva di tutto, a qualunque prezzo. Basti pensare che nell'89 sono stati venduti cento volte più quadri che in tutto l'ultimo decennio. La crisi è stata dunque un'operazione positiva, di pulizia. Gli speculatori si sono ritrovati con tanti quadri invendibili e sono rimasti i grandi collezionisti, gli acquirenti tradizionali, quelli che amano l'arte e sanno comprare la qualità a prezzi ragionevoli. In ripresa anche il mercato dei gioielli». Ma come bisogna fare, per avvicinarsi ad un mercato, come quello dell'arte, che non conosce regole fisse? Renner consiglia «di comprare solo quello che si ama. Bisogna essere ben consigliati e scegliere solo oggetti di qualità. Inoltre bisogna pensare ad un investimento a lungo termine. Se si vuole speculare il rischio è più alto. Così come se si punta sulle mode: in questo momento l'art déco. Non si rischia invece comprando gli impressionisti, l'arredamento francese del 1700, l'argenteria antica». Buone notizie anche sul fronte immobiliare. Per Christian Garrel, presidente del gruppo «Pierre Primier» «questo sarà l'ultimo anno di crisi». L'ultimo anno, dunque, per decidersi a comprare a prezzi giusti e l'ultimo anno di attesa per chi vuole vendere. Agnese Vigna
Persone citate: Alain Renner, Christian Garrel, Gilbert Kaplan, Jack Welch, Renner, Rolf Christof Dienst
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