Fiorello re dell'audience Mike sarà vero oèun replicante? di Alessandra Comazzi

r r TIVÙ'& TIVÙ' Fiorello re dell'audience Mike: sarà vero oèun replicante? El'Italia giocava alle carte, e parlava di calcio nei bar; e l'Italia rideva e cantava»: torna alla mente un vecchio pezzo di Giorgio Gaber, datato Anni Settanta. L'Italia di adesso, soprattutto, gioca al karaoke, quel fenomeno capitanato da Fiorello che non accenna ad estinguersi. Quasi sei milioni di ascolto ha riscosso venerdì, più di ogni altro programma del giorno. Certo, come ultimamente accade spesso, non c'era nulla di particolarmente invitante, durante tutta la giornata (a parte i tg). Anche «Al voto al voto», con Vittorio Zucconi e Lilli Gruber, presentava un incontro-scontroconfronto sotto tono, quello fra la Fumagalli Carulli e Paissan: interessati 2 milioni 459 mila spettatori, un po' meno di quanti hanno visto Funari, che pure va in onda di pomeriggio. Pialuisa Bianco non compare mai con «O di là o di qua» nella classifica dei più visti di Italia 1, spiazzata per l'appunto dal karaoke o dai film. Il karaoke seguito più o meno dallo stesso numero di spettatori che seguono «Il rosso e il nero» può essere davvero considerato una metafora dell'Italia: molti si interessano a tutto quello che sta capitando, molti no; oppure si interessano ma poi hanno ugualmente voglia di divertirsi. Come poi ci si possa divertire con il karaoke è piuttosto misterioso. Si può capire che faccia ridere partecipare, personalmente o almeno sulla piazza, cullati dal dolce movimento della folla che ondeggia. Ma da casa: da casa dove starà mai il divertimento? Sarà lo stesso che si cerca alla «Corrida», si ride, con inconscio sadismo, nell'ascoltare chi si espone e chi stona, e fa brutta figura; il sadismo nei confronti dell'errore altrui è però bilanciato dalla solidarietà verso i cantanti che sbagliano, e che vengono tutti sorretti, almeno vocalmente, dall'ottimo Fiorello. Lui non è come Corrado, che prende in giro gli improbabili concorrenti scelti apposta per essere derisi: Fiorello aiuta, si prodiga, corregge. Ed è premiato, se non altro dalla magica audience. Il programma più divertente della serata era comunque quello condotto dall'ineffabile Mike Bongiorno su Canale 5, ((Amare vuol dire», in onore dell'incombente San Valentino, falso santo degli innamorati. C'era di tutto: due coppie (Raimondo Vianello e Sandra Mondaini; Brigitte Nielsen e Raul Mayer) che rispondevano a test commentati poi da Willy Pasini; Maurizio Ferrini nella sua ormai inseparabile tenuta en travesti che faceva da padrona di casa; c'era il collegamento strappalacrime fra alcune profughe della ex Jugoslavia e i mariti rimasti là, realizzato con l'aiuto di Paolo Liguori reduce da Sarajevo e presente in studio; c'era un carabiniere siciliano che ha sposato una cambogiana; ma c'era soprattutto lui, Mike Bongiorno, che ci lascia ogni volta attoniti. Forse non è vero, è un replicante: è troppo ben programmato per dire sempre le cose più banali nel momento più scontato, per far assurgere i luoghi comuni più vieti a incontestabili scoperte. Montanelli e Placido potrebbero chiedersi: è furbo o è fesso? Deve essere il più furbo di tutti. zzi Alessandra Comazzi

Luoghi citati: Italia, Jugoslavia, Sarajevo