Craxi in procura denuncio la Quercia

La «zarina» agli arresti Dossier con accuse di finanziamento illecito del partito a Occhetto, D'Alema e Stefanini Craxi in procura: denuncio la Quercia 7/ pds: teme la galera e fa campagna per la destra ROMA. Bettino Craxi toma alla carica contro il pci-pds e i suoi presunti finanziamenti illegali. Stavolta fa nomi e cognomi, ma gli effetti di questa nuova uscita non si conoscono ancora: i giudici della procura di Roma decideranno nei prossimi giorni se iscrivere o meno, nel registro degli indagati, i dirigenti della Quercia chiamati in causa dall'ex segretario socialista nella deposizione di ieri. A fine mattinata, dopo un'ora e mezzo di colloquio con i sostituti procuratori Mantelli e Saragnano - un incontro a sorpresa, sollecitato proprio dall'ex leader socialista -, Craxi incontra i giornalisti nei corridoi del palazzo di giustizia e annuncia: «Ho presentato una denuncia formale nei confronti degli onorevoli Occhetto, D'Alema, Stefanini e quant'altri fossero implicati nei fatti descritti nel dossier che ho presentato stamattina in relazione a violazioni di legge». Non è la prima volta che Craxi accusa i dirigenti del vecchio pei e del nuovo pds di finanziamenti illegali: l'ha fatto in Parlamento, l'ha fatto davanti ad altri magistrati. Che cosa è emerso di nuovo, da provocare la denuncia di ieri? «Io ho descritto - risponde Craxi, affiancato dal suo avvocato, Nicolò Amato - il sistema di finanziamento illegale dei partiti, in riferimento a tutti coloro i quali vi partecipavano. Ma vedo che si insiste in una linea che è as- solutamente menzognera, che falsifica la verità, mentre questa dev'essere acclarata». La verità di Craxi è nelle dieci righe di denuncia formale contro Occhetto e compagni e nelle cinquanta pagine di allegati consegnate ai giudici. Lì, secondo l'ex leader, ci sono le prove dei finanziamenti illegali al pcipds; ora i magistrati dovranno valutare se si tratta di elementi specifici tali da rendere necessario indagare - anche formalmente, con l'iscrizione nell'apposito registro - su Occhetto, D'Alema e Stefanini. Un'iscrizione, fanno notare in procura, che sarebbe «un atto dovuto». Cosa è scritto in quelle carte, Craxi non lo spiega. «Sono stato richiesto - si limita a dire -, da parte di diverse procure, di chiarimenti e approfondimenti in relazione ai miei discorsi parlamentari e agli argomenti che ho sempre fornito. Stamani sono tornato sulla materia esemplificando ulteriormente la definizione del sistema di finanziamento illegale di cui si avvaleva il pci-pds. Ho fornito quindi delle esemplificazioni, che naturalmente non esauriscono la materia, ma consentono di confermare la fondatezza e la validità delle affermazioni che io ho fatto in termini generali in Parlamento e successivamente di fronte a diverse procure della Repubblica». Se i magistrati si riservano di studiare i documenti, il pds reagisce con durezza alla denuncia di Craxi. «Sta conducendo la sua personale campagna elettorale - accusa Claudio Petruccioli, della direzione della Quercia - a favore di Bossi, Berlusconi e Fini, riempiendo di fandonie, insinuazioni e calunnie le procure di mezza Italia. Non sta facendo altro che questo, si reca spontaneamente dai magistrati i quali, purtroppo, non possono fare altro che ascoltarlo. Craxi è furibondo per l'enorme quantità di imputazioni giudiziarie che gli impedisce di partecipare apertamente alla campagna elettorale, ed è angosciato dal pensiero che, appena elette le nuove Camere, egli sarà privo dell'immunità parlamentare e potrebbe finire in galera». L'altro componente la direzione del pds, Gavino Angius, rincara la dose: «Craxi, anche se per lui si deve presumere l'eventuale innocenza, dovrebbe pensare a discolparsi dall'aver intascato oltre 200 miliardi di lire più che cercare colpevoli laddove non ci sono. Fa solo sue riscostruzioni su fantomatici finanziamenti illeciti al pcipds, ma sempre senza portare uno straccio di prova a sostegno delle sue assurde dichiarazioni». All'ex segretario del psi plaude, invcece, il missino Maurizio Gasparri: «Craxi può essere ormai utile solo come teste d'accusa contro i tangentisti del pci-pds; il partito di Occhetto è immerso fino al collo nella questione morale». [gio. bia.] Bettino Craxi durante la deposizione al processo Cusani

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