VIZI PRIVATI E PUBBLICI TABU di Vittorio Zucconi

Mino sfodera la sciabola VIZI PRIVATI E PUBBLICI TABU' stringe a votare per le persone fisiche, non per ideologie o partiti. La personalizzazione della lotta politica è già evidente. Esisterebbe un «Forza Italia» senza Silvio Berlusconi? Chi attacca il Patto di Segni non attacca forse lui, il leader, la sua personalità amletica, ignorando la politica? E se il pudore insorge, forse si può rammentare che non siamo stati noi, pubblico e giornalisti, a chiedere di abbattere l'argine fra il pubblico e il privato. Sono stati loro, i politici, a smantellarlo nella continua ricerca di nuovi, più efficaci espedienti per acciuffare voti. Proprio i Kennedy si attirarono la vendetta postuma dei «mass media» quando inventarono per noi consumatori di miti e di immagini la favola della perfetta famiglia, lui coi maglioni casual di lana ruvida e lei in stivali da cavallerizza sulle lunghe spiagge del Massachusetts, così belli, così finti, così da bere. La verità era quella di un Kennedy che si portava le ragazze squillo nelle camere d'albergo e di una Jackie leggerina e vena- le, trascurata di.. ;narito anche nei giorni di una gravidanza dolorosa. Ma i giornalisti che sapevano, tacevano, per rispetto della privacy. E osi accreditavano una leggenda che procurava voti. Trent'anni d ipo, i nostri aspiranti leaders hanno riscoperto sotto il pungolo del sistema maggioritario il gioco che l'America pratica da anni, il gioco delle virtù private esibite come richiami pubblici. Berlusconi si fa riprendere dietro l'ormai celebre calza con il ritratto alle spalle della sua famiglia felice. Bossi ci vende per 20 n.ila lire il suo lungo bacio alla sposina con la testa buttata un po' ull'indietro, in videotape. La signorina Rosy Bindi ammette la sua verginità, fatto privatissimo che diventa un pubblico messaggio di virtù cardinali, come lo è il felice matrimonio di Mario Segni, padre e sposo esemplare. Il gioco si può praticare a destra come a sinistra. Achille Occhetto segnali; il suo distacco simbolico dai ci inportamenti sovietici baciami j sulla bocca in pubblico non già un irsuto segretario del partiti comunista bulgaro, come gli sarebbe toccato fare in passati ma, molto più gradevolmente, la bella signora Alberici: dunqiu- anche il suo fu un gesto privato da decifrare come segnale politico. E quando un intero partito, un partito per di più nuovo, ci propone come slogan politico lo stato di erezione dei suoi organi genitali, è difficile fingere poi che esistano ancora steccati fra pubblico e privato. Possiamo scandalizzarci, se ci fa sentire meglio, ma dobbiamo imparare in fretta le regole di questo nuovo gioco praticato dai politici per conquistare i nostri voti. E la regola è semplice: se la tua vita privata, la tua storia personale diventano parte della propaganda politica, allora noi cittadini abbiamo il diritto di esaminarle con la stessa attenzione spietata che dovremmo dedicare a programmi e promesse elettorali. Chi tradisce la moglie, tradirà anche gli elettori. Una vecchia formula, molto logora, spiega che gli Italiani, cattolici, sono più tolleranti degli «Yankees», puritani, e non vogliono frugare nel privato dei loro leader politici, come fanno gli americani coi Presidenti di turno o con i Kennedy. Può darsi. Eppure dovremo imparare a farlo, ci piacciano o meno queste «americanate»: bei risultati che la nostra «cattolicissima» tolleranza ha prodotto finora. Vittorio Zucconi

Persone citate: Achille Occhetto, Alberici, Berlusconi, Kennedy, Mario Segni, Rosy Bindi, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: America, Massachusetts