«Occhi di ghiaccio voleva uccidere» di Claudio Cerasuolo

Periti e testimoni inchiodano l'uomo accusato dell'omicidio del farmacista Allini Periti e testimoni inchiodano l'uomo accusato dell'omicidio del farmacista Allini «Occhi di ghiaccio voleva uccidere» La Corte sul luogo del delitto Il consulente del pm Roberto Testi non ha dubbi: «Il proiettile della calibro 38 che colpì alla fronte il farmacista Mauro Allini aveva una traiettoria orizzontale». La circostanza non è compatibile con la versione che ha sempre dato l'imputato Giancarlo Ragona, 37 anni, ex dipendente dell'ospedale San Luigi, il bandito dagli occhi di ghiaccio, processato in corte d'assise per l'omicidio e per ventuno rapine a 17 farmacie, due supermercati e due negozi di parrucchiere. Ragona (difeso dall'avvocato Mauro Anetrini), ha confessato tutte le rapine. Ha però sempre sostenuto che il colpo che uccise il farmacista partì accidentalmente mentre egli aveva abbassato il braccio con cui teneva puntata l'arma. Ma le tre persone presenti nella farmacia al momento della rapina, Carlo Allini, padre della vittima, l'amico Nunzio Gammariello e la commessa Luisella Spina, hanno testimoniato ieri: «Il bandito teneva il braccio teso con l'arma punta- ta». Giancarlo Ragona entrò nella farmacia alle 19 e 30 del 19 ottobre scorso. Mauro Allini, il padre, l'amico Gammariello e la commessa, erano nel retro del locale: «Andai al bancone perché avevo visto entrare un cliente - ha riferito Luisella Spina -. Ma lo sconosciuto mi puntò la pistola contro: "Presto, fuori i soldi". Non glieli diedi, chiamai aiuto, il dottor Allini e suo padre si precipitarono nel negozio. Il dottor Mauro disse al bandito: "Se li prenda". Lo sconosciuto gli fece capire che doveva prenderli lui. Il farmacista prese il cassetto, lo sfilò e lo appoggiò al banco. Il bandito prese i soldi ma ne chiese degli altri. Si avvicinò alla cassa e ci intimò di andare nel retro. Mi spostai assieme al padre del dottor Mauro. Poi sentii lo sparo». Carlo Allini: «Teneva la pistola puntata tra me e mio figlio. Ci disse di andare nel retro, quando arrivai sul filo della porta sentii lo sparo e trovai mio figlio a terra, senza una parola». L'unico che ha visto il bandito sparare è Nunzio Gammariello: «Ero nel retro ma vedevo il bandito riflesso in uno specchio: tenne sempre il braccio teso». Un particolare che inchioda Ragona ad una terribile responsabilità: quella di avere sparato volontariamente. Il consulente Testi ha ricostruito la traiettoria del proiettile che colpì prima un mobile e poi la fronte del farmacista: «Il foro nel mobile è ad un'altezza di un metro e 68 centimetri da terra, quello nella fronte della vittima ad un'altezza di un metro e 73 centimetri da terra: una traiettoria orizzontale compatibile con quello che hanno riferito i tre testi. Ragona aveva il braccio teso e puntava il revolver con il cane armato». La corte ha deciso di fare un sopralluogo nella farmacia il 24 febbraio prossimo. Il locale, ceduto e svuotato dai mobili, diventerà un ufficio postale. Ma il consulente del pm ha disegnato su una piantina la disposizione dei mobili e sarà così possibile ricostruire la scena del delitto. Oggi sarà sentito il consulente della difesa. Claudio Cerasuolo Da destra Giancarlo Ragona e Carlo Allini padre del farmacista ucciso