l'ospitalità di re Harald

Vospitalità di re Harald Vospitalità di re Harald Solo lui non dice: Norvegia pigliatutto LILLEHAMMER DAL NOSTRO INVIATO Nelle sue nobili vesti di padrone di casa, fra l'altro esperto conoscitore di sport, re Harald non ha voluto calcare la mano. La Norvegia è in fiamme (per dire, dato il gran gelo) e torme di vikinghi assatanati di tifo sognano giornate trionfali, cascate d'oro, valanghe di medaglie. «Saremo i migliori» ha detto Bjorge Stensbol, portavoce del comitato olimpico norvegese. E' stato molto conciso, oltre che molto chiaro. Re Harald, invece, ha graziosamente concesso qualche chances anche agli altri: «Penso proprio che sarà difficile battere il record di Albertville» ha spiegato. Ma forse si stava solo comportando come un buon allenatore, che prima della partita riconosce il valore degli avversari. La regina Sonja ha sorriso: «E' il suo carattere, sempre pessimista». Lei, la regina, non ha dubbi sul futuro di gloria della Norvegia. E farà un tifo sfrenato. Ai Giochi di Albertville, due anni fa, i norvegesi vinsero 20 medaglie, 9 delle quali d'oro. Quattro anni prima, a Calgary, il bottino fu molto più modesto, 4 medaglie appena, nessuna d'oro. I Mondiali di Morioka e di Falun, sci alpino e fondo, hanno confermato l'ascesa, che i più ottimisti, non certo il re, considerano inarrestabile. Può sembrare strano nella terra delle Grandi Renne del fondo, ma oggi in Norvegia il campione forse più noto è Kjetil André Aamodt, l'uomo dello sci veloce. Kjetil nelle prove della discesa, che va in scena domani, finora non ha incantato le folle. Ieri per esempio si è piazzato 23°, con Alphand 1° e Vitalini di nuovo 2°, gran colpo. Ma qualcuno : sicura che è solo pretattica, che Aamodt e Skaardal, altro bel tipo, frenano apposta per non mostrare le loro carte. Lo sci alpino, in realtà, può diventare una sorta di miniera: Thorsen in superG, Jagge in slalom, Kjus in combinata, Aamodt dappertutto. Loro fanno i furbi, dicendo che l'Olimpiade non crea pressioni, ma si sono preparati con cura quasi religiosa all'Evento, consapevoli dell'attesa e dunque della necessità di essere all'altezza della situazione. Può darsi che abbia ragione il re - il quale è stato per due volte nella squadra olimpica (vela) e sa queste cose - che la responsabilità finisca per giocare loro brutti scherzi e che i norvegesi si sgonfino come palloncini al momento-verità. Un'eventualità remota, ma da non scartare. Sulla carta, si capisce, i nomi dei vikinghi favoriti riempiono una pagina. Nel pattinaggio di velocità si raccontano meraviglie di Johann Olav Koss, che nel '92 ha vinto i 1500 metri e che I medita di sbaragliare il campo ?nche nei 5000 e 1000. E si parla a grm voce di Espen Bredesen, saltatore al comando della Coppa del Mondo. Poca roba invece nel pattinaggio artistico, anzi nulla, e momento di carestia anche in campo femminile, dove - caso alquanto curioso in un Paese ardentemente femminista possono aspirare a uno spicchio di cielo solo Marianne Kjoerstad (gigante) e Stine Lise Hattestad (freestyle, gobbe). La migliore, Astrid Loedemel che è anche la più bella, non ci sarà per colpa di un infortunio. Il fondo è invece il territorio di caccia delle Grandi Renne. Bjorn Daehlie e Vegard Ulvang i migliori. Ma anche Thomas Alsgaard e Sture Silversten. Tutti contro Valdimir Smimov, il fiero kazako. Daehlie è un tipo amabi- le, cittadino, Ulvang ama l'avventura e anche la polemica, com'è successo con Samaranch. Vegard ha scalato il Kilimangiaro, percorso con gli sci la Groenlandia, è stato ovunque a sfidare il pericolo. Ad accompagnarlo, fino a pochi mesi fa, c'era il fratello Ketil. Nell'ottobre scorso Ketil è scomparso mentre correva al crepuscolo sulle colline attorno alla sua casa di Kirkenes, nel Nord della Norvegia. E il suo coipo non è mai stato ritrovato. Carlo Coscia K.A. Aamodt è l'uomo di punta dello sci norvegese ma ieri non ha incantato nelle prove della discesa

Luoghi citati: Groenlandia, Marianne, Norvegia