la kerrigan mette i Giochi in ginocchio di Gian Paolo Ormezzano

DUE ITALIE CE' TOMBA E GLI ALTRI Oggi a Lillehammer si apre la I6a Olimpiade invernale, ma tiene banco il caso delle pattinataci la terrigeni mette i Giochi in ginocchio Timori per la sentenza-Harding LILLEHAMMER NOSTRO SERVIZIO Nel programma dei Giochi che oggi saranno inaugurati a Lillehammer, il pattinaggio artistico individuale femminile è in programma per le sere del 23 e del 25, ma ieri ogni mille parole trasmesse dagli 8500 giornalisti accreditati, cinquecento sono state dedicate a Harding & Kerrigan, le due pattinatrici del caso ribattezzato, all'indiana, Wounded Knee-2, ginocchio ferito-2, dalla località cantata da Bob Dylan. Il ginocchio è quello della Kerrigan, sprangato da un tiziaccio, chissà se mandato o no dalla Harding a liberarle il campo. Ieri pomeriggio, stamani per l'ora italiana, a Portland, Oregon, i giudici dovevano decidere sulla correità della Harding, che parla di azione isolata del suo ex marito, per farle del male, diffamarla, inguaiarla.. Nancy Kerrigan è in Norvegia. «Si allena in qualcuno dei mille impianti fra Oslo e Lillehammer», ha detto il capomissione statunitense ai Giochi, Buxton: ieri però era al palaghiaccio olimpico di Hammar, in un gran bordello di pubblico. E' l'impianto polivalente dove Obree ha spodestato Moser dal mondiale dell'ora, pare una nave vichinga bloccata fra le nevi. Stamani terrà una conferenza al centro-stampa. Nel pomeriggio probabilmente sfilerà, a meno che il freddo (previsti -15) non le faccia dolere il ginocchio. Tonya Harding è a Portland: può essere prosciolta dalla giuria, può essere incriminata e ricorrere, può essere messa di fronte a un rinvio («Non abbiamo fretta, non ci regoliamo sul ' calendario dell'Olimpiade», hanno detto quei giudici). Con la Kerrigan, è convocata per il 15 a Oslo dal Coni statunitense. Ha vinto i campionati Usa, il posto in squadra è suo, la Kerrigan assente lo ha avuto in omaggio al suo dolore, sennò sarebbe toccato alla 2a, Michelle Kwann, tredicenne oriunda cinese. Il caso Harding-Kerrigan palpita eccome, alla conferenzastampa della delegazione Usa. Schiller, segretario generale di quel Coni, ha pregato di non fare domande su di esso, ottenendo l'effetto contrario. L'incontro è stato ora comico, ora patetico. I delegati americani hanno presentato la portabandiera di oggi, Cammy Myler slittinista, un fratello grave per tumore; hanno invitato invano a parlare con lei dello spirito dei Giochi, della concentrazione sulle gare (per usarla come dirottatrice di argomenti, memori forse di quando il pattinatore Usa Dan Jensen cadde a Calgary 1988 distrutto dal pensiero della sorella appena morta di leucemia e la stampa americana si avventò sul suo caso, trascurando un'Olimpiade che andava malissimo). Costretti a parlare della Harding, hanno tenuto a dire che l'incontro programmato per il 15 non sarà una seduta di un tribunale sportivo, il Coni statunitense vorrà semplicemente parlare con le due pattinatrici: ma poi hanno ammesso che ci sarà una votazione, non si sa bene con quale criterio di maggioranza. Comunque senza coinvolgere il Ciò: il quale ha fatto sapere che il caso è del Coni Usa e basta. E questo anche se c'è chi dice che, con le sue esitazioni e ritrattazioni di fronte alla polizia, la Harding si è messa contro lo spirito olimpico, e potrebbe essere comunque scomunicata dall'alto. In realtà c'è una paura tremenda di richiesta di danni al Coni Usa e magari anche al Ciò da parte della Harding, che ha già parlato di 20 milioni di dollari (il caso Reynolds-Iaaf ammonisce, terrorizza). E richiesta comunque: se prosciolta a Portland, perché certi sospetti, certi ritardi sono comunque diffamazione, e l'ammissione ai Giochi è tardiva, con pregiudizio per il rendimento in gara e il suo futuro professionistico; se rinviata a giudizio in quel di Portland e di riflesso esclusa dai Giochi, perché punita sulla base di un'accu¬ sa e non di una sentenza. Così il pi'onostico è per una Harding ammessa ai Giochi e magari convinta sottobanco a stare buona, con l'incontro del 15 a Oslo soprattutto per calmare l'altra, la Kerrigan, e convincerla alla «coabitazione», più che per decidere su di lei. Ma intanto è arrivata a Lillehammer la first lady americana Hillary Clinton. Ieri sera ha visto i dirigenti dello sport Usa, oggi pranza con i suoi atleti poi va all'inaugurazione: possibile che si debba parlare soltanto di quelle due? Ce lo hanno chiesto ieri anche i pattinatori di artistico statunitensi, ovviamente bersagliati di domande sulle tipe, su come sono schierati per Nancy o per Tonya. Possibile: oggi mischia all'auditorium di Lillehammer, per sentire vedere toccare la Kerrigan, tutti in ginocchio davanti al suo ginocchio. Gian Paolo Ormezzano La Kerrigan (foto grande) e Stein Gruben il tedoforo volante che sostituirà l'infortunato Fidjestol