Freddato l'ultimo giustiziere dell'Ira di Fabio Galvano

«Cane Pazzo» è stato ammazzato davanti agli occhi del figlio, forse da ex amici IRLANDA «Cane Pazzo» è stato ammazzato davanti agli occhi del figlio, forse da ex amici Freddato l'ultimo giustiziere dell'Ira Aveva creato una sua organizzazione terroristica La polizia gli attribuisce almeno 30 omicidi LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un agguato nella notte, dieci pallottole in corpo. E' morto così, allo stesso modo in cui erano morte tante sue vittime. Dominio McGlinchey, 40 anni, soprannominato «Cane Pazzo» per la sua ferocia, era uno dei nomi più temuti del terrorismo irlandese. Esponente dell'Inla, l'Irish National Liberation Army, aveva confessato trenta uccisioni, ma qualcuno ritiene che le cifre vere siano più consistenti. A ucciderlo mentre stava telefonando da una cabina telefonica, però, non sarebbero stati i tradizionali avversali dell'estremismo protestante, bensì altre frazioni del nazionalismo cattolico: forse i parenti, azzarda la polizia, di un pentito che egli aveva torturato e ucciso. McGlinchey era un personaggio di primissiomo piano in quell'organismo nato su posizioni ancor più intransigenti dell'Ira. Era uscito dal carcere un anno fa, dopo avere scontato otto anni a Portlaoise per la sua parte in una sparatoria con la polizia. Aveva detto, uscendo di prigione: «Basta con il terrorismo». Voleva fare l'albergatore, diceva. Ma pochi gli credevano; e la polizia irlandese sospetta che McGlinchey stesse riorganizzando la sua vecchia pattuglia di combattenti, per continuare la lotta qualora l'Ira accettasse il piano di pace angloirlandese. Sarebbe stato lui il misterioso personaggio dietro due recenti rapine bancarie a Millstreet. E' una prospettiva preoccupante. L'Inla, nata proprio in reazione alle presunte «debolezze» dell'Ira, era stata protagonista di clamorosi attentati. Quello politicamente più significativo era stato l'esplosione, nell'autorimessa dei Comuni a Westminster, che nel 1979 aveva ucciso il deputato conservatore Airey Neave. Il più atroce era stato l'esplosione di una bomba in un pub di Ballykelly, che nel 1982 aveva ucciso undici soldati e sei civili. Ma l'Inla, che non si tirava indietro di fronte ai contrasti interni, in pratica si sciolse mentre McGlinchey era in carcere. Unico testimone della sparatoria, avvenuta nella cittadina di Drogheda che è a circa 50 chilometri da Dublino e a poche miglia dal confine con l'Ulster, è stato il figlio di McGlinchey, Dominio junior. Era in auto e aspettava il padre quando due uomini, armati di fucili e di una pistola, sono scesi da una Renault rossa con targa nordirlandese. Gli assassini hanno trascinato McGlinchey dalla cabina telefonica e, a bruciapelo, lo hanno imbottito di pallottole. Poi sono fuggiti con un terzo uomo, che era rimasto nell'auto. Dominic junior, che nel 1987 aveva assistito anche all'uccisione di sua madre Mary, essa stessa coinvolta nel terrorismo irlandese, è riuscito a fuggire e a dare l'allarme. Ai soccorritori, prima di morire, McGlinchey è ancora riuscito a mormorare qualche parola: «Gesù, Maria, aiutatemi». Ma questa volta non c'era nulla da fare. In un altro attentato, avvenuto nel giugno scorso a Dundalk, aveva subito ferite leggere; questa volta i suoi giustizieri non hanno voluto correre rischi. La polizia segue numerose piste, ma soprattutto in seno al movimento nazionalista. L'Inla è sempre stata caratterizzata da feroci divergenze interne: due compagni di McGlinchey, John Ó'Reilly e Thomas Power, erano stati uccisi per avere rifiutato di sciogliere i loro gruppi armati quando il movimento aveva deciso di abbandonare la lotta e consegnare le armi all'Ira. Fabio Galvano Dominic McGlinchey [FOTO REUTERJ

Persone citate: Airey Neave, Dominic Mcglinchey, Gesù, John Ó'reilly, Thomas Power

Luoghi citati: Dublino, Irlanda, Londra, Ulster