Pane lavoro e un futuro radioso Tommaso Moro è nato adArcore?

r HONÌÌ E COGNOMI Pane, lavoro e un futuro radioso Tommaso Moro è nato adArcore? E il programma elettorale della Sinistra - tra nebbie, vaghezze e compromessi - fa acqua purtroppo da molte parti, quello della Nuova Destra non gli è da meno; anzi, in alcuni suoi punti, fa un po' paura, per la banalizzazione delle questioni più complesse e per la demagogia con la quale vengono affrontate. Un brivido di gelo, ad esempio, avrebbe dovuto percorrere la schiena degli elettori avvertiti, quando domenica scorsa, presentando il programma di Forza Italia, Silvio Berlusconi ha esclamato tra le ovazioni che lui è in grado di «garantire» (sì, ha usato proprio questo verbo) la soluzione del problema della disoccupazione. Naturalmente, non ha spiegato come, ma ha assicurato di essere l'unico in Italia ad averne la capacità e i titoli. Parala di re. Tutto il mondo industrializzato, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Francia alla Gran Bretagna, si dibatte in una crisi storica dell'occupazione - Job panie titola Time - in assenza di ricette per affrontarla, e il Cavaliere di Forza Italia garantisce - se andrà al governo - pane e lavoro per tutti. Come? Forse pensa di poter ottenere questo risultato miracoloso riducendo le tasse? Strano, perché è evidente che se si abbassano le entrate tributarie si devono parallelamente ridurre le spese dello Stato, che vanno soprattutto in stipendi pubblici, sanità e previdenza. Si può risparmiare, si possono limitare gli sprechi - figurarsi se difettano - ma per ridurre sostanzialmente la spesa c'è un solo modo: licenziare 100 mila statali, aggiungendoli così a quei tre milioni che sono già senza lavoro. Oppure, bisogna consolidare il debito pubblico, azzerando la spesa per gli interessi e, di fatto, rapinando gli investitori che hanno creduto nello Stato affidandogli i loro soldi. Ma crediamo che neanche il più inveterato antistatalista possa pensare di risolvere il problema con questi sistemi. E allora, in attesa che il capo di Forza Italia precisi la ricetta capace di dare tanto lavoro in più e tante tasse in meno, sarà opportuno ricordargli che i prestiti internazionali eh' cui godiamo, come l'ultimo della Cee, sono condizionati a precisi impegni di contabilità pubblica che, se mai, ci costringeranno purtroppo non a diminuire, ma ad aumentare le entrate tributarie. Possibile che tutta quella gente stipata domenica scorsa alla Fiera di Roma per assistere alla performance di Berlusconi non si sia resa conto delle vaghezze che gli sono state propinate? «Neanche nel palazzo del calcio ha dichiarato nei giorni scorsi Fedele Confalonieri - era stato così facile entrare come in politica». Sarà, ma noi abbiamo la presunzione di credere che poi, quando si tratta veramente di decidere, i nostri connazionali siano in maggioranza meno simpaticamente creduloni di come sono apparsi alla convention di domenica scorsa. E di come appaiono nei Club Forza Italia, intenti a giocare col kit del presidente. Giorni fa, Mixer ha intervistato il presidente del Club di Ro- ma-Parioli, che dobbiamo ritenere sia non tra i meno importanti. Sapete che ha detto? Che al momento, l'attività sociale - su richiesta di alcune signore insoddisfatte del servizio delle rispettive colf - si compendia nell'organizzazione di un corso destinato alle cameriere filippine per insegnar loro come si serve a tavola. Ecco, nonostante la scienza dei professori Martino e Urbani, i programmi della Nuova Destra berlusconiana fanno venire in mente il Lorianismo, dal nome di Achille Loria, un intellettuale divenuto anche senatore e famoso per le sue bizzarrie, cui dedicò un saggio Antonio Gramsci. Per dirne una, nel suo Trattato di economia, questo Loria sosteneva che la proibizione degli spettacoli di equilibrismo poteva essere un contributo alla soluzione della crisi economica. «Gli "autodidatti" - commentava Gramsci - specialmente sono inclini, per l'assenza di una disciplina critica e scientifica, a fantasticare di paesi di Cuccagna e di facili soluzioni di ogni problema». Come reagire a questi «ridicoli fantasticatori» che «si precipitano su ogni movimento nuovo persuasi di poter spacciare le loro fanfaluche»? Gramsci suggerisce di svegliare il buonsenso con un opportuno colpo di spillo, che può annientare «gli effetti dell'oppio intellettuale». Non è stato proprio Confalonieri a dire che Berlusconi non è un politico, ma un utopista, e che l'autore che l'ha davvero segnato è Tommaso Moro? Attenti, perciò, è alquanto improbabile che, con utopismo, lorianismo e un pizzico di demagogia, la Nuova Destra possa portarci da qualche parte, se non a Cuccagna. Alberto Staterà eraj

Luoghi citati: Francia, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Roma, Stati Uniti