Salvi in mare all'«Ultimo minuto »

Salvi in mare all'«Ultimo minuto Domani nel programma di Raitre il dramma vissuto dalla barca Brooksfìeld Salvi in mare all'«Ultimo minuto » Uno schianto, il timone si spezza, si apre una falla ROMA. «All'ultimo minuto», il programma di Raitre condotto il sabato sera da Simonetta Martone e Maurizio Mannoni, ne succedono davvero di tutti i colori. Sentite questa che vedremo domani. Erano in mezzo all'Oceano Indiano a 1900 miglia dalla spiaggia più vicina. Il vento sputava pioggia gelata e il mare si arricciava minaccioso annunciando burrasca. La barca planava sfiorando onde alte quattro metri: un'andatura che dà euforia. Scafo, vele, vento e mare si muovono in perfetta armonia: il timoniere conduce la danza, non deve distrarsi sennò succede un gran pasticcio. Uno' schiocco secco, improvviso, interrompe il concerto: tutti, in coperta, guardano istintivamente l'albero e le vele. Sembra tutto a posto. Ma cosa è successo? Una catastrofe: il timone si è spezzato e l'asse che lo collega alla ruota (il volante a cui sta aggrappato il timoniere) muovendosi all'impazzata, ha aperto una falla larga due spanne. Entra acqua: la poppa si riempie in pochi secondi e mette fuori uso tutta la strumentazione elettronica, radio compresa. Forse, penserete voi, a questo punto, la morsa della paura incomincia a stritolare i cuori dei marinai e a far mancare il fiato. Niente di tutto questo. A bordo di Brooksfìeld, la barca che durante la terza tappa della Regata intorno al mondo (dall'Uruguay all'Australia) si è trovata in questa drammatica situazione, c'è gente tosta: nessuno perde la calma. «Istintivamente - racconta Albino Fravezzi - ciascuno si è dato da fare: a predisporre le cose necessarie per un eventuale naufragio, a lanciare l'Sos, a scaricare acqua e cercare una soluzione per tappare quel maledetto buco». L'acqua non ha sommerso lo scafo perché la poppa è isolata da una paratia stagna (come i sottomarini). I ragazzi al comando di Guido Maisto, immersi nell'oceano (a 3 gradi) fino all'ombelico riescono a mettere un tappo (un secchio avvolto in un materassino) e a riprendere la gara. Richard Brisius ha avuto anche la freddezza di filmare tutta questa baraonda. Albino Fravezzi e Corrado Di Majo, project manager di Brooksfìeld, spiegheranno tutto, anche lo strano modo con cui quel tappo è stato bloccato per evitare che la spinta del mare lo facesse fuoruscire, l'intervento della barca francese accorsa al segnale di Sos, la burrasca esplosa proprio dopo l'incidente con 72 nodi di vento. Non sarà quindi una ricostruzione, ma un documento vero che ha ricevuto un premio dalla British Telcom. Ai marinai italiani, a dire la verità, non fa molto piacere far parte di quel piccolo esercito di sfigati ed eroi che ogni sabato sera racconta le proprie disavventure all'«Ultimo minuto». Anche perché, fanno notare, quando si parte per una impresa oceanica che dura nove mesi si sa bene a cosa si va incontro. Ma chi vedrà quelle immagini, se mai avesse assistito a una delle riprese a bordo del Moro di Venezia in Coppa America, potrà fare il confronto: la vela non è soltanto raffinata tecnologia nelle mani di abbronzati giovanottoni, è anche una sfida alla Natura, esasperata e crudele e per questo ancora più affascinante. Irene Cablati Simonetta Martone

Persone citate: Corrado Di Majo, Guido Maisto, Maurizio Mannoni, Simonetta Martone

Luoghi citati: America, Australia, Roma, Uruguay, Venezia