Raccontando l'amore con un fiume di lettere di Osvaldo Guerrieri
All'Alfieri «Love Lettere» di Gurney All'Alfieri «Love Lettere» di Gurney Raccontando l'amore con un fiume di lettere In scena con Benedetta Buccellato De Carmine in sostituzione di Salerno TORINO. Ascoltate all'Alfieri (dove è in scena fino a domenica) «Love Letters» dell'americano A. R. Gurney e capite quanto sia miserabile il telefono, quanto sia oltraggiosa l'informatica che, proprio in questi giorni, offre dischetti di ipertesti poetici, che gli innamorati possono scambiarsi quotidianamente, magari con dedica, magari aggiungendovi un aforisma dei Baci Perugina, uno fra gli innumerevoli pubblicati negli ultimi trent'anni. I protagonisti di «Love Letters» vivono all'incirca nel nostro tempo, in realtà sono arcaici, pre-industriali. Se ignorano il telefono, figuratevi il computer. L'unico utensile di cui si servono è la stilografica. E con questo strumento s'inseguono, si parlano, si corteggiano, s'ingelosiscono, si perdono, si ritrovano. Non per qualche mese, ma per una vita, dagli anni dell'infanzia alla morte di uno dei due. Sono diversissimi Andy e Melissa. Lui appartiene a una solida famiglia della piccola borghesia, lei è ricchissima ma instabile. Cominciano a scriversi dai banchi delle scuole elementari, continuano nell'adolescenza, nella maturità. Si scambiano inviti, impressioni, desideri, esperien¬ ze. Il liceo li vede alle prese con i primi soprassalti amorosi (ciascuno con i propri), poi ci sono le carriere, i viaggi, le nozze (di ciascuno), i figli. E quando Melissa è una divorziata che l'abuso di alcol spinge a inutili sedute psicoanalitiche, Andy si dedica alla politica, diventa senatore. E scoppia per la prima volta la passione erotica: incontri clandestini, assenze lancinanti, sogni impossibili... Ma è Andy «il coniglio» (lei lo chiama così), è lui che interrompe la relazione. Finché, alla morte di Melissa, si accorge di avere amato soltanto lei. Adattato da Ennio Coltorti, il carteggio è «eseguito» da Benedetta Buccellato e da Renato De Carmine, giunto a sostituire con grande generosità Enrico Maria Salerno, a cui auguriamo di tornare presto in scena. Gli attori siedono a due tavoli, ciascuno con i propri fogli. Cominciano a dialogare. E noi chiudiamo gli occhi. Forse è l'unico modo di ascoltare quelle parole: per ricavarne immagini, per vedere l'America delle anime perse con le sue feste campestri, le piscine, i campus, le vetrate dei grattacieli, «as time goes by». Osvaldo Guerrieri Benedetta Buccellato siede a un tavolo con i suoi fogli poi comincia a dialogare
Persone citate: A. R. Gurney, Benedetta Buccellato, Ennio Coltorti, Enrico Maria Salerno, Gurney, Renato De Carmine
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