«Industriali inquisiti aiutateci a capire» un falso storico in rima

«Industriali inquisiti, aiutateci a capire»; un falso storico in rima LETTERE AL GIORNALE «Industriali inquisiti, aiutateci a capire»; un falso storico in rima Perché Tangentopoli non succeda più Sono una ragazza di 17 anni, e vorrei indirizzare questa lettera aperta agli industriali inquisiti. Come tanti ha seguito le vostre vicende alla tv. Nonostante processio, dibattiti, articoli sulla stampa, servizi speciali dei tg e tutto il resto, non sono ancora riuscita a capire cosa vi abbia spinto a pagare le cosiddette «tangenti». D'accordo, l'ottenimento di un appalto o di «favori». Va bene, «era un sistema», «lo facevano tutti». Eppure, non riesco ancora a capire, non mi basta: siete i dirigenti di grandi gruppi industriali, avete fra le mani un enorme potere, siete la nostra classe dirigente (almeno economicamente). Come è possibile che non abbiate avuto la coscienza di ciò che stavate facendo e di quanto fosse ingiusto, oltre che illegale, ottenere appalti finanziando le campagne elettorali di partiti politici, magari anche di idee diverse dalle vostre, mettendo fuori gioco chi invece concorreva onestamente? Con i soldi che avete e con il vostro potere, con i microfoni e le telecamere già allora puntati su di voi, avevate la possibilità di cambiare almeno in parte le regole del gioco. E sarebbe stato meglio per tutti. Non avreste preferito essere Voi gli artefici del cambiamento, non immaginavate che, presto o tardi, l'impunità sarebbe finita? Nonostante tutto, mi sono rivolta a voi con fiducia, per chiedervi: «Perché?». Il tono di questa lettera è amichevole, forse perché ho la triste convinzione che molti di quelli che ora gridano nelle piazze avrebbero agito esattamente come voi. Forse pensate che sia stupida o ingenua; se è così, vi dico che è proprio questo il motivo per cui sto scrivendo questa lettera, per ottenere da parte vostra non autodifese o giustificazioni ipocrite, ma risposte sincere; forse, perché non voglio ancora condannarvi: voi soli potete aiutarci: a capire finalmente. Perché non succeda più. Lettera firmata, Savona Facciamo circolare un nome prestigioso Nel pur pregevole articolo «Occhetto, "pezzi" da antologia» (La Stampa, venerdì 4 febbraio), l'ottimo Filippo Ceccarelli è incorso in un drammatico errore: la poesia sul segretario del pds che recita «Ho visto Occhetto / fiero e convinto / che ripeteva: / "Ho vinto! Ho vinto!"» non è opera di Michele Serra bensì del sottoscritto, che la pubblicò su Cuore n. 150 dell'I 1 dicembre '93. Felice di aver smascherato un falso storico più grave della lettera apocrifa di Togliatti, e speranzoso che dopo la cruenta querelle Salvadori-Romano non deflagri un conflitto Costa-Serra, ringrazio per l'ospitalità e la pubblicità gratuita concessami. Ne avevo proprio bisogno: è tempo che il mio prestigioso nome circoli anche fuori dalla cerchia dei miei consanguinei. Enzo Costa, Genova Strigliate e traffici di indulgenze Come e quando avrei «reso dei segnalati servigi al ministro De Michelis e alla sua parte politica» [La Stampa 22 gennaio)? Capisco che uno come Giangiacomo Migone, miracolato dal pds con una mancia da senatore, misuri la gente col metro delle azioni che a lui sono valse ii laticlavio. Ma se non prova le accuse che mi muove, mostrerà di avere un unico merito: una irresistibile vocazione alla calunnia, all'insulto, alla diffamazione e alla menzogna spiccia. Di esse muore la prima Repubblica. Il 29 marzo ho organizzato a Berkeley un convegno internazionale intitolato Deconstructing Italy con relatori come Pizzorno, Rusconi, Arlacchi, Sani, Mannheimer, Saraceno, Giugni, De Gaj-zarolli. Il successo di pubblico e la qualità dei contributi hanno indotto la casa editrice del campus a chiedermi di preparare un reading sull'Italia, ormai ultimato. Ebbene, desidero dare atto pubblicamente a Gianni De Michelis del fatto che, non essendo d'accordo né sul tema né su alcuni dei relatori del convegno (ho avuto questa informazione da Giugni), non ha esercitato alcun veto. La stessa riservatezza ha mantenuto anche in occasione del convegno internazionale Fascinating fascism da me organizzato in collaborazione con alcuni dipartimenti di Stanford, con relazioni di studiosi come G. Mosse, M. Isnenghi, J. Schnapp, D. Ghiraudo, R. Barilli, H. Gumbrecht, R. Ben Gbiat. A San Francisco, Berkeley, Stanford, su mia iniziativa hanno tenuto seminari, conferenze o sono stati invitati D. Marami, D. Fo, R. Prodi, G. Pasquino, P. Sylos Labini, M. L. Salvadori, S. Romano, R. Putnam, M. D'Amico, L. Cafagna, G. Napolitano, G. Freddi, M.Per¬ niola, L. Ferlinghetti, S. Givone, G. Conte, G. Amelio, M. Bellocchio, L. Veronelli, M. Antonioni, G. Amato, L. Spaventa, Nino Andreatta (prima che diventassero ministri), D. Koertzer, V.De Grazia, D.E1lwood, M. Cacciari, G. Ciucci ecc. Con il Goethe Institute e all'Alliance Frangaise, abbiamo pubblicato la rivista Europa. Neanche in que¬ sta iniziativa De Michelis ha mai messo bocca. E quando, sui Giorno, ho attaccato i vizi di parte della diplomazia italiana, non ha esitato a farmi strigliare. Dunque tra me e De Michelis non c'è mai stato nessun traffico di indulgenze. Migone confonde i titoli professionali richiesti per vincere un concorso universitario con quelli per dirigere un Istituto di cultura all'estero. Anche in questo caso non sa di che cosa parla. Eccelle solo nel pettegolezzo e nell'insulto. Salvatore Sechi, Bologna Rifondazione non vuole interventi armati Nell'articolo pubblicato il 10 febbraio, il titolo attribuisce a Rifondazione Comunista una posizione esattamente opposta a quella che il mio partito ha assunto e reso pubbuca. Spero che, sia pur con ritardo, possa essere resa nota la posizione ufficiale di Rifondazione Comunista, da me espressa a nome della Segreteria nazionale, il giorno 8 febbraio e che purtroppo La Stampa, a differenza di altri quotidiani, ha del tutto ignorato. Essa è totalmente e inequivocabilmente contraria a qualsiasi intervento armato esterno, sia esso effettuato dall'Onu o della Nato. Siamo infatti convinti che i raid aerei minacciati non farebbero altro che aggiungere guerra a guerra e quindi tragedia a tragedia. Siamo invece favorevoli alla immediata smilitarizzazione di Sarajevo e delle tante altre città assediate e perché queste città siano controllate dalle forze dell'Onu. Siamo altresì convinti che le forze dell'Onu debbano intensificare la loro presenza ma con funzioni esclusivamente difensive, di interposizione e di aiuti umanitari alle popolazioni. Come è evidente l'aver attribuito a Rifondazione Comunista l'appartenenza ad un fronte favorevole all'intervento militare è un grossolano abbaglio. Luciano Pettinali, Roma Responsabile Dipartimento Esteri Rifondazione Comunista «Mai stata direttrice di Televideo» Mia Martini, mia cara amica e una delle più belle voci della musica, essendo un'artista, non ha il dovere della precisione ed è stata infatti molto imprecisa sulle vicende Rai e sulla mia situazione professionale. In merito all'articolo comparso l'8 febbraio, preciso perciò: 1 ) non sono mai stata direttrice di Televideo, bensì vice direttrice; 2) non sono stata cacciata dalla Rai e dunque non sono senza stipendio; 3) nell'ambito della ristrutturazione e del rilancio dell'Azienda sto definendo con la direzione di quest'ultima una nuova collocazione professionale. Alba Calìa, Roma «Vittoria non era legato a De Lorenzo» In questi giorni, in seguito alle più recenti indagini della magistratura napoletana, il vostro giornale ha riportato una serie di notizie sulla scomparsa del prof. Antonio Vittoria, titolare della Cattedra di Chimica Farmaceutica e Preside della Facoltà di Farmacia dell'Università di Napoli. A nome e per conto dell'on. De Lorenzo preciso che il prof. Vittoria non è stato né collaboratore né tantomeno «uomo di fiducia», o «terminale», o «braccio operativo» dell'alloro ministro della Sanità, ma soltanto un esperto, tecnicamente altamente qualificato, come documentato dal suo curriculum universitario. Faceva parte infatti della commissione Cif farmaci, ed era stato nominato dal ministro dell'Industria molto prima che l'on. De Lorenzo, nel luglio '89, avesse l'incarico di ministro della Sanità. Nel '93 quando fu rinnovata la predetta commissione il suo nome non venne indicato fra i due proposti dall'on. De Lorenzo in rappresentanza del ministero della Sanità. aw. prof. Gustavo Pansini

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