Ladro pentito si fa arrestare «Voglio iniziate una nuova vita» di Fabio Albanese
Catania, era ricercato: «Ho sbagliato, ma ora ho un lavoro» Catania, era ricercato: «Ho sbagliato, ma ora ho un lavoro» Ladro pentito si fa arrestare «Voglio iniziate una nuova vita» CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Ho sbagliato. Ma adesso voglio cambiare vita. Pago il mio debito con la giustizia e poi torno al lavoro». Agli esterrefatti agenti di una volante, Francesco Sciacca, 19 anni, condannato per rapina e latitante, deve essere sembrato matto. Si stava accusando di un reato lì, davanti ai loro occhi. Uno sconosciuto, del quale nessuno si sarebbe mai accorto; che nessuno cercava, nonostante fosse un ricercato. E' accaduto mercoledì sera vicino a casa sua, in viale Bummacaro, una brutta strada quasi a fondo naturale nel ghetto di Librino, alla periferia Sud di Catania. Francesco si è avvicinato ad una macchina della polizia, ferma sul ciglio della strada per controlli agli automobilisti, e si è consegnato: «Portatemi in galera - ha detto ai due poliziotti - ma dopo sarò un uomo libero». La volante lo ha portato dritto al vicino carcere di Bicocca, ma la vicenda di Francesco ha fatto rapidamente il giro negli ambienti della questura e del Palazzo di Giustizia. Non è un fatto normale che un giovane delinquente, di quelli che la mafia addestra con i piccoli furti prima di far fare loro il grande salto, decida di chiudere con il passato, di cambiare vita. E poi, in quella maniera così insolita. Francesco due anni fa, quando era ancora un minorenne, aveva rubato un ciclomotore. Fu preso sul fatto, ma subito rilasciato per la sua età. Per tutto questo tempo ha atteso il processo. Poi, poco prima della sentenza, il 4 febbraio scorso, è sparito dalla circolazione. Ha saputo della condanna dal suo avvocato: due mesi e 17 giorni di carcere. Ci ha pensato un po', poi la decisione di costituirsi: «Ho trovato un lavoro, ho una bancarella, vendo fiori davanti al cimitero e guadagno bene. Quel furto è stato un momento di sbandamento. Ma non vo¬ glio tornare in quell'ambiente né voglio vivere con l'angoscia di essere scoperto. Pago, e torno al lavoro». Adesso Francesco Sciacca è in carcere, in attesa che il tribunale riesamini la sua posizione. Non è escluso, infatti, che per questo suo atteggiamento possa ottenere dei benefici, magari uno sconto di pena. La sua storia, nella città che ha il triste primato della criminalità minorile in Italia, è quella di tanti altri ragazzi della periferia che, dalla strada, finiscono nelle braccia di Cosa nostra. Il padre fu ucciso nel corso di una rapina, otto anni fa, due coltellate al torace. Lui così ha inevitabilmente cominciato a frequentare i ragazzi del suo quartiere, a compiere con loro prodezze di ogni genere. Fino ai furti, al furto di quel motorino che oggi, forse, potrebbe averlo strappato a quel mondo senza legge. Fabio Albanese
Persone citate: Bicocca, Francesco Sciacca
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