Arriva la diagnosi telematica di Bruno Ghibaudi

Arriva la diagnosi telematica Arriva la diagnosi telematica Accordo europeo per terapie e cure ROMA. Una rete telematica fra tutti i Paesi della Cee consentirà di estendere a 340 milioni di europei i vantaggi della telemedicina. Collegherà infatti 15.000 ospedali, 2.000.000 di medici e paramedici e 300.000 punti di cura, e costituirà il canale privilegiato per un flusso straordinariamente ricco di informazioni specialistiche e avanzate sulla diagnostica e sulla terapia. Il progetto, in via di sviluppo presso la Comunità Europea, è stato illustrato ieri al forum sulle applicazioni della telemedicina organizzato a Roma dal Consorzio Telemed. Il punto di partenza può sembrare ovvio ma è rivoluzionario: anziché far viaggiare il malato bisogna far viaggiare le informazioni biomediche utili a fargli ritrovare la salute perduta. In termini pratici significa mettere a disposizione di tutti i luoghi di cura, e in particolare di quelli più decentrati e meno attrezzati, i benefici diagnostici e terapeutici disponibili nei grandi ospedali e nei centri specialistici. Grazie alla telemedicina è per esempio possibile rilevare l'elettrocardiogramma o l'elettroencefalogramma di un paziente, anche sul luogo di un incidente, inviarlo immediatamente via telefono al centro diagnostico di un grande ospedale e ricevere pochi minuti dopo non soltanto il referto ma anche le indicazioni più appropriate sugli interventi da compiere. Allo stesso modo diventa possibile organizzare un consulto via etere fra specialisti residenti in città diverse. I documenti diagnostici e clinici necessari, comprese le radiografie, vengono messi a disposizione di tutti su monitor o su grande schermo. A queste possibilità si aggiungono la teleanalisi (effettuazione e controllo a distanza delle analisi cliniche), la teledialisi (controllo, da parte degli specialisti dell'ospedale, delle sedute di dialisi effettuate dal paziente in casa sua). Dal matrimonio fra l'informatica e le telecomunicazioni nascono anche nuove possibilità di assistenza per i soggetti più deboli, come il telesoccorso agli anziani e la telesicurezza, e per le nuove esigenze di domani, come il telelavoro, la teledidattica e il telemonitoraggio ambientale. Il panorama delle applicazioni sociali è molto ampio. Corrado Marmi, direttore dell'Istituto di Anestesiologia e Rianimazione dell'Università Cattolica e presidente di Telemed, ha illustrato uno studio di fattibilità per diffondere la telemedicina in Italia realizzato da un'equipe di esperti. Un Centro Studi e Formazione in Telemedicina, il primo in Italia, verrà inaugurato a Roma presso l'Università Cattolica. La diffusione delle tecnologie telematiche sta incontrando un ostacolo nella mancanza di esperti. Il centro intende diventare un punto di riferimento per quanti vorranno acquisire una moderna formazione. Bruno Ghibaudi

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