Scoperto killer dei computer

E' in grado di annientare qualsiasi cervello elettronico in 20 minuti. Indagini a Roma e Milano E' in grado di annientare qualsiasi cervello elettronico in 20 minuti. Indagini a Roma e Milano Scoperto killer dei computer Pista bulgara per i pirati informatici ROMA. La sua esistenza si sospettava da un anno e ora è stato scoperto in Italia il «laboratorio virtuale» capace di fabbricare un numero potenzialmente infinito di virus informatici. Non è un luogo fisico ma un programma chiamato vcl (viruses creation laboratory) che funziona come una scatola di montaggio con tutti gli elementi per ottenere virus di tipo diverso (per esempio che attaccano i programmi o i documenti, bombe logiche con inneschi a tempo), con tanto di istruzioni per il montaggio corredate da esempi e da una guida per i principianti. Lo ha reso noto oggi a Roma Fulvio Berghella, vicedirettore generale dell'istituto per la sicurezza informatica delle banche Istinform, che ha scoperto il kit per fabbricare virus con Adalberto Fontana, amministratore della casa editrice «Ultimo byte». «Noi controlliamo 200 banche con 40 mila personal computers - ha proseguito Berghella - e da qualche tempo ci arrivavano strani virus "singoli" che non si diffondevano. E' questo che ci ha messo in allarme». Il servizio centrale operativo della polizia ha avviato le indagini per scoprire la provenienza del programma. «Copie del vcl sono state trovate in più luoghi, ma soprattutto a Roma e Milano - ha detto il direttore della divisione criminalità informatica della Criminalpol Alessandro Pansa -. Per utilizzarlo un programmatore esperto ci mette una giornata, ma dopo che si è imparato bastano 20 minuti per creare un virus». Per Berghella il kit è presente in Italia da alcuni mesi. Si stima che oltre cento aziende siano state colpite da virus prodotti col vcl. Rispetto al '91 il numero dei virus in circolazione nel mondo è aumentato del 500% per un tota¬ le di circa 10 mila. Quando si apre un programma «fai da te» per fabbricare i virus informatici, sullo schermo del computer appare una scritta rotante con la firma dell'autore, un misterioso «Nowhere man», l'uomo che non è in nessun luogo. Poi i ringraziamenti agli «hacker», i pirati informatici che hanno contribuito a creare il vcl e dai nomi suggestivi come «Rigor mortis», «Mirage» e «Dark angel». Se con il vcl, chiunque può trasformarsi in un hacker, entrare in possesso del programma non è altrettanto facile. «Infatti - ha detto Berghella - è necessario rivolgersi a una banca dati clandestina bulgara e i cui codici di accesso cambiano ogni giorno». Il prezzo per ottenere il vcl è offrire in cambio programmi informatici nuovi. Con la diffusione del vcl stanno cambiando anche le epidemie informatiche. Prima un solo virus infettava un gran numero di computer, mentre con il kit uno stesso programma può scatenare molteplici epidemie, ognuna con un virus diverso. «Per questo - ha concluso Berghella - i cacciatori di virus di tutto il mondo si riuniranno dopodomani ad Amsterdam per elaborare una nuova strategia». Saranno i computer a dare la caccia al «laboratorio virtuale». Le indagini partiranno da casi isolati provocati da virus sconosciuti. «Chiunque diffonda o trasmetta un virus è punito dalla legge - ricorda Pansa - ma non è punibile il semplice possesso del virus. Questo programma l'abbiamo ottenuto in via informale dal circuito dei pirati informatici», [r. cri.] Rispetto al '91 il numero di virus informatici è cresciuto del 500 per cento

Persone citate: Adalberto Fontana, Alessandro Pansa, Berghella, Fulvio Berghella, Pansa

Luoghi citati: Amsterdam, Italia, Milano, Roma