Mosca mostra i denti Nato fermati

La Russia chiede la convocazione del Consiglio di Sicurezza, ma non fa cenno ai raid aerei La Russia chiede la convocazione del Consiglio di Sicurezza, ma non fa cenno ai raid aerei Mosca mostra i denti: Nato, fermati Clinton telefona a vuoto, avaria o sgarbo di Eltsin? MOSCA DAL NOSTRO INVIATO La Russia chiede la convocazione immediata del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, accusa la Nato di «usurpare» le funzioni che spettano alle Nazioni Unite, contesta alla Nato il diritto di agire al di fuori dell'area di sua competenza e minaccia di fare uso del diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza contro l'eventualità di un mandato alla Nato di agire contro i serbi di Bosnia che accerchiano Sarajevo. Ma questo linguaggio roboante sembra destinato a uso interno: la richiesta scritta arrivata al Palazzo di Vetro non fa cenno a un eventuale blocco del blitz aereo e si riferisce solo ai «modi pratici per smilitarizzare Sarajevo» (e Clinton ha definito «inutile» riunire il Consiglio). Già in serata, l'ambasciatore russo all'Onu lasciava intendere che il suo governo potrebbe non opporsi all'uso della forza aerea Nato in Bosnia: «Chi ha detto che abbiamo l'intenzione di bloccare qualcosa?», ha detto l'ambasciatore Yuli Vorontsov. La brusca svolta sta compattando a Mosca il più vasto e inedito schieramento anti-occidentale mai visto negli ultimi dieci anni, dall'inizio della perestrojka gorbacioviana. Parlamento e Presidente, governo e opposizione, comunisti, nazionalisti, democratici moderati, radicali, militari sono tutti d'accordo: i raid della Nato sono inammissibili. Certo ciascuno con diverse motivazioni, molti incrociando le dita nella speranza che non si arrivi ai bombardamenti, molti con l'imbarazzo di trovarsi all'improwi- so in compagnia di Vladimir Zhirinovskij, ma tutti consapevoli che schierarsi dalla parte della Nato contro i serbi di Bosnia significherebbe perdere consensi. E' un coro unanime, anche lasciando da parte Zhirinovskij, l'unico che avrebbe un reale vantaggio in caso di bombardamento: dal comandante dell'aviazione, generale Piotr Deneikin, all'organo dell'esercito «Stella Rossa» (che accreditano la tesi di Belgrado secondo cui l'obice del mercato di Sarajevo è stato una provocazione dei musulmani), al portavoce presidenziale Krassikov che, citando Eltsin, ha detto che «la medicina non dev'essere peggiore del male». Dai moderati del partito di Javlinskij, che parlano di decisione «illegale», che «spezza l'equilibrio politico-militare in Europa» coinvolgendo la Nato «in un conflitto militare estemo ai suoi confini», al primo viceministro degli Esteri, Anatolij Adamishin, che, rinunciando alla diplomazia, taglia corto: «La questione non riguarda la Nato. Non è alla Nato che dev'essere affidato un ruolo di pace. E' faccenda che concerne solo l'Onu». Il più moderato di tutti è stato il comunista presidente della Duma Ivan Rybkin: «Evitiamo di farci prendere dalla fretta nell'uso della forza militare». E' chiaro che Eltsin è in difficoltà. La sua opinione è stata ignorata dalla Nato e ora egli, meno che mai, potrebbe e vorrebbe contrapporsi a un voto del Parlamento che chiedesse imperiosamente l'uso del diritto di veto al Consiglio di Sicurezza. Sarà forse per questa ragione (a meno che Eltsin non stia davvero molto male fisicamente, o che la linea rossa non sia davvero andata in tilt) che il presidente americano Bill Clinton non è riuscito a contattarlo per telefono nelle ultime 48 ore, nonostante ci abbia provato ripetutamente. Strano silenzio, visto che alcuni giornalisti sono stati informati dai portavoce di Eltsin che il Presidente ha avuto «contatti telefonici» con diversi leaders occidentali. Con chi ha parlato Eltsin dalla dacia dove si trova in convalescenza? E perché non ha potuto o voluto parlare con Clinton? Il portavoce del ministero degli Esteri, Karasin, ha ieri tenuto un profilo leggermente più morbido chiedendo la convocazione del Consiglio di Sicurezza per discutere della «demilitarizzazione» di Sarajevo e della sua «collocazione1 sotto amministrazione direttadelle Nazioni Unite». Ma i toni di Adamishin indicano senza equivoci che la stessa linea del segre-tario generale dell'Onu è messa' in discussione, a partire dalla delega che egli ha affidato alla Nato; «senza consultare il Consiglio dii Sicurezza». Adamishin è stato' particolarmente duro: «Abbiamo1 l'impressione che la decisione) della Nato sia stata presa in base' agli scenari elaborati dagli Statii Uniti, dalla Francia e da qualche-' altro Paese». Sono finiti i tempi dell'idillio,, quando il ministro degli Esterii Andrei Kozyrev veniva definito) «mister sì», in rimembranza spe-culare e opposta con il duro bre-zneviano Andrei Gromyko chef diceva sempre di no. L'eccesso dii filo-occidentalismo di questi ulti-mi due anni sta producendo ora» uno sbilanciamento opposto, etutti i nostalgici del ruolo di gran-de potenza della Russia cercano) ora di cogliere la palla al balzo) nell'unico scenario in cui la Rus-sia, di fatto, può ancora ambire (o> fingere) di essere tale. Giuliette Chiesa BASE d'i STRAN A 5MirageF-l (Fra) UUUU 8 Jaguar (Fra) BASE DI GHEDI BASE D'AVIANO F-16 (USA) — 8 F-18 (USA) rJMMmmU 12 A-10 EC-130 (USA) LO SCHIERAMENTO DELLE FORZE NATO E ONU UNGHERIA pi zone sotto n basi l—) controllo serbo feJ nato ■I zone S0n0 controllo _ „. "musulmano /^\battagl I—I zone sono *->>0nu 1 'controllo croato r\ 15.400 Caschi blu f\ 12.400 v—> Caschi blu