I'America frusta le banche italiane

Vertice al Quirinale dell'intero direttorio della Banca d'Italia. Nebbia sulle nomine in Bnl e Cariplo Vertice al Quirinale dell'intero direttorio della Banca d'Italia. Nebbia sulle nomine in Bnl e Cariplo I/America frusta le banche italiane Moody 's: gestite così, rischiano più di quelle estere ROMA. Due volte sul Colle in 24 ore, dal presidente Scalfaro, per parlare di banche. La prima volta mercoledì sera Piero Barucci, ministro del Tesoro. Poi, ieri mattina, il direttorio della Banca d'Italia al completo, guidato dal governatore Fazio. E intanto Moody's - la temibile agenzia di «rating» americana che periodicamente dà la pagella alle banche di tutto il mondo - ha colto la palla al balzo per sferrare un nuovo attacco all'Italia: «Riteniamo che le banche italiane - scrivono i «guru» dell'agenzia, in un rapporto di 108 pagine che preannuncia una raffica di brutti voti per i nostri istituti di credito - siano più esposte al rischio di fallimento di banche europee o americane comparabili». E non basta. Ieri, una serie di titoli allarmistici - e infondati - comparsi su alcuni giornali a proposito della Bnl scatena il panico in molte città di provincia, con frotte di clienti che si fiondano agli sportelli per chiudere i loro conti correnti, senza alcuna ragione seria. Magistrati che indagano a Milano su Ca¬ riplo, e scoprono continuamente nuovi dati inquietanti; altri a Roma: siamo in piena Bancopoli. Ed è di questo che hanno parlato Barucci e Scalfaro l'altra sera. Ieri mattina no, nulla di così «scottante» nell'incontro tra il presidente e gli uomini della Banca d'Italia, fissato da tempo. Eppure c'è stato «un richiamo al valore della nostra autonomia - si ripete negli ambienti della banca - alla delicatezza dei nostri compiti, all'importanza dei controlli: un discorso da capo dello Stato». Appunto: un capo dello Stato che deve occuparsi di banche e banchieri. «Ma attenzione - sottolineano al ministero del Tesoro - non siamo in vista di rischi economici, i risparmiatori stiano pur tranquilli. La solidità delle banche è fuori discussione. I casi personali nulla hanno a che vedere con la sicurezza delle istituzioni bancarie». Ma lo scandalo resta: non c'è un problema di «crack» bancari, ma c'è un problema di «credito sporco», di colpe da individuare, nomenclature da sostituire al vertice delle banche pubbliche. La Bnl, banca interamente controllata dal Tesoro, attende una svolta, dopo l'«autosospensione» del presidente Cantoni. Più tempo passa - è evidente - e più l'immagine complessiva della banca ne risente: perché tutti i suoi amministratori appaiono coinvolti (se non altro per «omesso controllo») nelle accuse che gravano sul vertice e perché l'incertezza sulla successione blocca l'attivismo della struttura. Lo stesso in Cariplo: i «padroni delle nomine» sono gli enti locali - quasi tutti leghisti, in Lombardia - e così la prospettiva è quella di un ribaltone totale nel consiglio d'amministrazione, ma ancora di segno politico: prima il pentapartito, oggi Umberto Bossi. Che fare? Il Tesoro - esortato vivamente dalla Banca d'Italia - dovrebbe, e probabilmente vorrebbe, mettere mano subito all'avvicendamento in Bnl. Ma non è facile: la banca ormai è una «società per azioni», dove le nomine vanno deliberate in assemblea, con una lunga trafila di convocazioni e verbali. Attesa senza data anche per Cari¬ plo. Nel frattempo, per Cantoni, un punto a favore e uno contro. Quello a favore: la Bnl precisa che la pratica di «rifiuto» dei finanziamenti alla MandeUi venne proposta dall'ainministratore delegato responsabile al consiglio su invito del presidente: non ci sarebbe stato nessun favoritismo, dunque. D'altronde, il «tam-tam» degli ambienti finanziari romani afferma che le indagini di Bankitalìa avrebbero riscontrato anche altre irregolarità nella gestione presidenziale della banca, oltre all'«affaire Mandelli». Infine, in serata, la batosta di Moody's: «La debolezza del sistema bancario italiano - scrivono gli americani - sta nel crescente livello di prestiti in sofferenza e nell'eccessiva concentrazione del rischio in particolare verso i grandi gruppi industriali pubblici e privati». E ancora accuse: poca trasparenza sulla reale qualità del credito, sofferenze «occultate», e, infine, il legame tra le banche e lo Stato, che continua ad esistere «sotto nuove forme». [r. e. s.) SGggcgtseccsnn

Persone citate: Barucci, Cantoni, Magistrati, Mandelli, Moody, Piero Barucci, Scalfaro, Umberto Bossi

Luoghi citati: America, Bankitalìa, Italia, Lombardia, Milano, Roma