Sigilli a tesoro di Beverly Hills

Scoperte due centrali clandestine Casse intere di poster, magliette e cartoline di Brenda, Brandon & C La Finanza stronca un traffico illecito di gadget legati al serial tivù Sigilli q| tesoro di Beverly Hills Denunciati due imprenditori Giù le mani dal tesoro di «Beverly Hills 90210». Con un'operazione scattata alle sei di mattina, la Guardia di Finanza ha stroncato un traffico illecito di poster, cartoline e t-shirts raffiguranti i protagonisti del fortunato serial televisivo americano, in onda ogni giovedì su Italia 1.1 militari hanno fatto irruzione in due ditte torinesi specializzate nella distribuzione di gadgets, la Edibas di via Bologna 220 e la Ediposters di via Cesare Lombroso 25, mettendo i sigilli a pacchi di riproduzioni non autorizzate. I titolari, Anselmo Basso e Adriano Ronco, un tempo soci in un'unica impresa, sono stati denunciati per contraffazione di marchio. Reazioni? Commenti? Il primo passeggia sconsolato per la sua azienda con le mani in tasca. Ammette: «Sono stato un coglione». Ma precisa: «Ho agito in assoluta buona fede: non sapevo di fare una cosa vietata, non sono un delinquente». Il secondo sembra avere incassato il colpo con filosofia: «Sarà anche illegale, ma da un anno a questa parte il mercato non chiedeva altro. I ragazzini impazziscono per quella serie tivù. Che cosa dovevo fare? Bruciare i vecchi poster del Che e chiudere?». Arrivato sugli schermi televisivi italiani nel novembre '92, «Beverly Hills» è quasi un oggetto di culto per milioni di ragazzini e ragazzine. Racconta la vi- ta di un gruppo di studenti americani (Brandon, Brenda, Dylan, Kelly, Tim, Andrea e compagni) nel più esclusivo college della città. Oltre ai classici temi giovanilistici (amore, gelosia, tradimento), affronta problemi nuovi come l'Aids e la droga. Il successo del serial tivù ha alimentato un ricchissimo mer¬ cato parallelo di gadgets. I diritti di sfruttamento economico e d'immagine di «B.H.» sono di proprietà della Torand Production Inc. di Los Angeles e, per l'Italia, della Die 2 di Vittuone, in provincia di Milano. Spiega il direttore generale, Franco Mari: «Ogni oggetto contrassegnato da quel marchio si trasforma in oro: poster e cartoline, ma anche scarpe, profumi, spille, libri. Pensi che in Italia il telefilm ha fatto vendere 62 milioni di pacchetti di figurine. Alla Panini, che s'è occupata della produzione e della distribuzione, non volevano crederci: neanche con il calcio avevano venduto tanto». Ma come tutti i prodotti di successo, «Beverly Hills» è un marchio che vive e si moltiplica anche nel mercato nero. Un'attività clandestina che per la Torand e la Die 2 si traduce in miliardi di danni: «Una ditta - racconta Mari - è riuscita qualche mese fa a invadere le edicole di tutta Italia con un milione di cartoline clandestine. Le vendevano a mille lire l'una. Quando ce ne siamo accorti, dopo un paio di settimane, era troppo tardi: le cartoline erano già esaurite». E' stato durante uno di questi controlli alle edicole che gli ispettori della Die 2 hanno scoperto materiale non autorizzato smerciato dalla torinese Edibas. Gli studi legali Ghidini di Milano e Nizza di Torino hanno denunciato alla magistratura il titolare, e chiesto il sequestro penale degli articoli e dei macchinari utilizzati per produrli. La procura ha incaricato delle indagini la Finanza. E la Finanza, ieri, ha riferito al sostituto procuratore: «Dottore, nel giro ci sarebbe anche una certa Ediposters...». Al telefono, il titolare della ditta di via Cesare Lombroso minimizza le accuse: «E' un settore difficile, il nostro. Come noi si comporta tutta la concorrenza. Adesso quelli della "Beverly Hills" dicono che avrei dovuto pagare per potere utilizzare le foto di quei ragazzi. Ma io fino a ieri mattina non sapevo neanche dove cercarli, quelli di "Beverly"». Cosa farà, adesso? Chiuderà davvero? «Ma no. Anzi, sa che le dico? I finanzieri mi hanno fatto un favore: ultimamente quella roba non si vendeva più». E' preoccupato, invece, il responsabile della Edibas: «Ho acquistato le fotografie dei protagonisti del serial tivù da due grosse agenzie milanesi. Ho le fatture: pensavo di essere in regola. Non lo farò mai più, giuro». Gianni Armand-Pilon Scoperte due centrali clandestine Casse intere di poster, magliette e cartoline di Brenda, Brandon & C

Persone citate: Adriano Ronco, Anselmo Basso, Franco Mari, Ghidini, Gianni Armand-pilon

Luoghi citati: Italia, Los Angeles, Milano, Nizza, Torino, Vittuone