Arrivano soci e soldi la «Voce» può partire

Conto alla rovescia per Montanelli Conto alla rovescia per Montanelli Arrivano soci e soldi la «Voce» può partire // capitale va verso i 60 miliardi Azionisti anche i lettori di Indro MILANO. Dieci miliardi in più rispetto ai 50 inizialmente previsti. E un uomo che tutto sa di stampa e di editoria, Luigi Guastamacchia, ex gruppo Monti, ex Rcs, ex Spi. Eccoli i regali di San Valentino per la «Voce» di Indro Montanelli: lunedì 14, con l'assemblea della Piemmei convocata per varare l'aumento di capitale che doveva essere da 5 a 50 miliardi e che potrebbe essere da 5 a 60, si chiude la fase della clandestinità (così definita dall'ex direttore del «Giornale») e si comincia a far sul serio. Lavorano al progetto giornalistico Montanelli, il condirettore Federico Orlando e i vicedirettori Giancarlo Mazzucca e Giuseppe Sarcina. La redazione è completa, fanno sapere: 77 giornalisti in gran parte provenienti dal «Giornale». E pronto è il progetto grafico della nuova «Voce» curato da Vittorio Corona, niente tabloid ma formato classico, grandi fotografie, 32 pagine a sette colonne, scansione tradizionale con cronaca e sport oltre alla politica, agli esteri, all'economia: niente terza pagina, ed è una novità per un quotidiano montanelliano, ma due paginoni centrali di cultura, piccola concessione alla moda del momento. Finale con lettere al direttore e prima pagina con tanto di «Controcorrente», due capisaldi dell'Indrogiornalismo. Nessun problema neppure per la sede di Milano. Ci ha pensato un lettore più che fedele: ha scritto mettendo a disposizione di Montanelli (in affitto, ovviamente) la palazzina di via Dante, trecento metri più distante dal centro rispetto alla sede del «Giornale»: dal 21 febbraio sarà questo il nuovo indirizzo della «Voce», dal giorno dopo via ai numeri zero per essere in edicola a metà marzo. Qualche incertezza, invece, su chi curerà la raccolta pubblicitaria: dopo la Publikompass si è fatta avanti, pare, anche la Manzoni. Si vedrà. Ma non c'è dubbio che gli unici veri punti interrogativi restano quelli economici: chi (e con quanto) affiancherà come editore la Piemmei di Consoli e Victor Uckmar, la compagnia che per prima si è messa a disposizione per dar «Voce» a Montanelli? Da quel che si sa, di cordate alleate parallele alla Piemmei che stanno lavorando per la nuova avventura montanelliana ne esistono almeno tre. C'è l'appendice meridionale, i piccoli imprenditori capeggiati dall'imprenditore napoletano Fiore che sognano addirittura di finanziare con il loro contributo alla Piemmei la costituzione di una redazione a Napoli della «Voce» per produrre un'edizione locale con 4 pagine di cronaca napoletana. E c'è l'appendice veneto-trentina: imprenditori veronesi, padovani, trevigiani messi insieme da Alessandro Benetton e da Giancarlo Aneri, l'amministratore delegato dello spumante Ferrari, e di E group. Ma al lavoro c'è anche Marco Vitale, il superassessore all'Economia del Comune di Milano, grande amico di Montanelli: è lui che ha convinto a partecipare al capitale del nuovo quotidiano l'imprenditore tessile albese Franco Miraglio e qualche altro imprenditore (che preferisce restare nell'ombra) lombardo e bolognese. Ed è ancora lui, Vitale, che ha consigliato di mettere sul mercato una quota della società editrice attraverso un'offerta pubblica di vendita (si parla di 20 miliardi) curata dall'Arca, la società di fondi della banche popolari un tempo presieduta proprio dal superassessore milanese. E poi c'è il Calim che non è un investitore arabo ma l'ultima trovata di decine e decine di lettori fedelissimi: per partecipare (con offerte via fax) alla società editrice si sono riuniti in associazione. Serviva un nome. Ed ecco Calim: «Club azionisti lettori Indro Montanelli». [a. z.] LA RUBRICA «NOMI E COGNOMI» DI ALBERTO STATERÀ E' STATA RINVIATA A DOMANI PER MANCANZA DI SPAZIO

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano, Napoli