Trappola di sesso per il delitto

Trappola di sesso per il delitto «Mi hanno colpito alla testa e chiuso nel bagagliaio. Riscatto? Nessuno avrebbe pagato» «Per 2 ore nell'inferno dell'Anonima» Nuoro, parla il notaio rapito e subito liberato NUORO. Un viaggio di andata e ritorno all'inferno può essere raccontato senza isterismi, scegliendo le parole con cura, mascherando l'inevitabile tumulto interno, e soprattutto con il ciglio asciutto. Lucio Mazzarella, 37 anni, notaio, è stato nelle mani di un drappello di belzebù per 120 minuti: rapito dall'Anonima sequestri sarda, poi liberato dai carabinieri mentre era trasportato come un pacco nel bagagliaio di un'auto, diretta verso una grotta delle montagne del Nuorese, la prigione prescelta. Dall'altra notte a ieri sera il notaio ha parlato a più riprese. Forse catechizzato dagli inquirenti è stato di poche parole, ha preferito considerazioni generiche ai dettagli sul rapimento. Ma qualcosa è trapelato. «Un calcio alla porta e sono entrati, erano quattro, armati. Dapprima hanno detto: state sdraiati per terra, a testa bassa, se ci guardate vi ammazziamo, questa è una rapina. Ma hanno mascherato male le loro intenzioni. Ho capito subito che si trattava di un sequestro. Infatti hanno chiesto: chi è il notaio? E mi hanno portato via» dice Mazzarella con calma glaciale, mentre la luce della lampada di una telecamera rende più drammatico il taglio al sopracciglio sinistro. «La ferita? Me la sono procurata mentre ero nel cofano, oppure mentre venivo caricato sull'auto. Non so» risponde quasi con noncuranza. Altre violenze?, domandano i cronisti. «Questa non vi basta?» replica secco. I banditi? «Parlavano italiano, nessuna parola in dialetto, non sono in grado di riconoscere le inflessioni degli abitanti delle varie zone della Sardegna. Certo non erano professionisti, bene informati. E' gente che ha sbagliato i calcoli. Pensavano, que- sto è un notaio, quindi ha tanti soldi. Non sapevano che mio padre è morto 15 anni fa, che mia madre è pensionata, che io sono notaio da appena quattro anni, sono all'inizio della professione, non ho accumulato fortune. Riscatto? Ma quale riscatto avrebbero potuto incassare? E chi l'avrebbe pagato?». Lucio Mazzarella ha trascorso due ore legato e imbavagliato in una cella di lamiera. «Ho pensato a mia moglie e alla bambina. Più che dolore o paura provavo rabbia e amarezza per questa terra. In vita mia - chiarisce - ho sempre rifiutato l'equazione napoletano = camorrista, e adesso rifiuto quella sardo = bandito. Qui c'è tanta gente buona, tantissima. E per loro ho una grande comprensione. Poi c'è una minoranza di delinquenti. Spero che riescano a isolarla. Chi sa parli e contribuisca a salvare un'isola che altrimenti va giù, decisamente giù. Vorrei dire qualcosa a quelli che mi hanno preso: affacciatevi in continente e vedrete quali sono veramente i problemi. Credo che non vi lamentereste più dei vostri». Il peggio ora è passato, anche se col trascorrere delle ore il notaio pare prendere sempre più coscienza del terribile futuro cui è sfuggito: privazioni, minacce, un'esistenza sottoterra, da talpa, per chissà quanti mesi. «Non so se sono un uomo fortunato. In parte certo sì, ma sono stato molto ben assistito dai carabinieri e dalle altre forze dell'ordine. Ho tanti amici in Sardegna e tanti tra chi veste la divisa». Ieri il professionista era già in studio, al lavoro: una reazione emotiva? «E' solo rispetto per il mio lavoro e per i miei clienti». Lascerà la Sardegna dopo la paurosa avventura? «In questo momento non penso di andare via». L'intervista è finita. «Cinque minuti, poi a casa», aveva anticipato qualche ora dopo la liberazione il professionista. E' stato di parola. Proseguono invece fitti i colloqui con il magistato e gli investigatori. I punti da chiarire sono tanti. I tempi del rapimento, per esempio. Il viaggio da San Teodoro, dove il notaio è stato preso in ostaggio l'altra sera, alle gallerie di Pratosardo (non lontano da Nuoro) non può durare più di un'ora. Come mai 120 minuti dopo il «colpo» l'Alfa 75 rossa con il prigioniero era ancora lì? Sono almeno due le ipotesi. Qualcosa è andata storta nel piano dei fuorilegge, forse un complice è mancato all'appuntamento. Oppure in quella zona doveva iniziare il lungo trasferimento a piedi dell'ostaggio, ma l'arrivo di una pattuglia dei carabinieri, messa in allarme con tempestività, ha mandato all'aria il progetto. E ci sono altri particolari importanti. Due dei quattro componenti del commando che aveva fatto irruzione nello studio del notaio si erano già separati dai complici. Dove? Pare in un ovile, raggiunto dopo aver percorso un tratto di strada sterrata. Gli inquirenti lo cercano con insistenza e hanno seguito ieri con autocivetta vari itinerari per verificare i tempi necessari a coprirli. E poi viene passata al setaccio la macchina usata dai malviventi (era stata rubata a Sassari sabato scorso) e il materiale trovato a bordo: guanti da chirurgo, una cartuccera e altro. Le indagini promettono sviluppi. Ma per ora le bocche di chi sa restano cucite. Corrado Grandesso II notaio Lucio Mazzarella subito dopo la liberazione

Persone citate: Corrado Grandesso Ii, Lucio Mazzarella, Mazzarella

Luoghi citati: Nuoro, San Teodoro, Sardegna, Sassari