Tangentopoli all'ombra di Van Cogli di Enrico Benedetto
Tangentopoli all'ombra di Van Cogli FRANCIA Léotard, Lang e Toubon avrebbero preteso miliardi per la vendita di una tela Tangentopoli all'ombra di Van Cogli A Parigi tre ministri della Cultura sotto accusa PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTI. Tangenti su Van Gogh? Sì, perlomeno un tentativo, giura JeanJacques Walter, figlio di un celebre collezionista, accusando ben tre ministri. Ovvero Francois Léotard, Jack Lang, e Jacques Toubon. L'ultimo, fedelissimo chiracchiano, è quello attualmente in carica per la Cultura. Gli altri sono i suoi predecessori. Ormai senza dicastero il secondo e responsabile della Difesa nel governo Balladur il primo. La loro colpa: l'aver proposto «commissioni» sottobanco fino a 15 miliardi per autorizzare l'export di una tela. Lo stesso Walter riconosce che i versamenti non ebbero luogo. Ma a suo giudizio, nella sostanza corruzione ci fu. Lo confermano le indagini svolte dal giudice bretone Renaud Van Ruymbeke, che dopo l'istruttoria martedì ha trasmesso alla Procura lo spinoso dossier. Il business¬ man e mediatore Michel Pacary si trova da tre giorni in prigione. Ulteriori provvedimenti giudiziari seguiranno. Quanto ai ministri, Jack Lang esclude qualsiasi messa in causa: «Ribadisco sull'onore la mia totale estraneità». Nondimeno, ecco disegnarsi intorno al Van Gogh «un affaire d'Etat». Ricapitoliamo. Jacques Walter, direttore delle miniere Zelidja, compra nel '55 oltreoceano «Giardino a Auvers». L'opera entra in Francia e per quasi un trentennio nessuno scandalo la sfiora. Ma nell'82 la famiglia Walter vuole disfarsene. La quotazione ul aggira sui 90 miliardi. Purché le autorità francesi autorizzino un'eventuale vendita all'estero. Se il ministero della Cultura la vietasse, il valore scenderebbe al 25%. Regolare trafila per ottenere il nullaosta. Ma la rue Valois moltiplica i segnali ambigui. La clausola liberatoria richiederebbe in contropartita un regalo cospicuo per il ministro. Léotard propone 8 miliardi. Lang alza la posta: 14. Ma non si raggiunge un accordo. Nel frattempo «Giardino a Auvers» viene definito patrimonio nazionale: deve rimanere in Francia. Jacques Walter contrattacca presso il Consiglio di Stato. Ma i creditori lo spingono a vendere comunque. Il Van Gogh finisce all'asta: se lo aggiudicherà per «soli» 15 miliardi il banchiere Jean-Marc Vernes. La storia non è finita. Walter jr. trascina Parigi in 4 azioni penali. Vuole revocare la cessione che il ronno fece al Louvre di 144 capolavori. Ma tace la corruttela. E' l'inverno '93. Per chiudere il contenzioso «in vie amichevole», L&n0 gli avrebbe riproposto di versare una bustarella. Ma il 29 marzo deve fare ì bagagli. I socialisti hanr j perso le elezioni, giunge Jacques Toubon. Che insisterà - dice l'accusa - con pretese in qualche modo analoghe. Enrico Benedetto
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