Il Whitewater finisce nel tritatutto di Franco Pantarelli

Il «Washington Times» rivela che l'operazione è avvenuta la settimana scorsa USA Il «Washington Times» rivela che l'operazione è avvenuta la settimana scorsa Il Whitewater finisce nel tritatutto «Hittary ha fatto sparire le carte dello scandalo» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Hillary Clinton come il colonnello Oliver North, l'eroe dello scandalo Iran-Contras? Secondo il giornale conservatore «Washington Times», così come North distrusse i documenti che provavano le malefatte dell'amministrazione Reagan prima che gli investigatori potessero metterci le mani sopra, anche lo studio legale «Rose» di Little Rock, dove Hillary ha lavorato per anni come «uno dei cento migliori avvocati degli Stati Uniti» ha distrutto la settimana scorsa un'enorme quantità di documenti riguardanti l'affare Whitewater prima che Robert Fiske, l'investigatore speciale recentemente nominato, potesse consultarli. La fonte del «Washington Times» ò un impiegato dello studio del quale viene taciuto il nome. La procedura, ha raccontato costui, è stata quella classica di infilare i documenti nella macchina tritacarte. «Era molta roba, sicché il lavoro ha preso parecchio tempo». Di che si trattava? L'impiegato anonimo non ha «il minimo dubbio» che le carte riguardassero l'affare Whitewater. «Un mucchio di roba stava per essere letta, e si è considerato che non fosse opportuno». «Ridicolo, semplicemente ridicolo», dice Herbert Rule, partner dello studio legale Rose. Anzi, secondo lui negli archivi «non c'è alcun documento» riguardante l'affare Whitewater. «Abbiamo delle cose in qualche modo collegate - ammette - ma certo non le abbiamo distrutte, né nascoste». Il «Washington Times» però insiste. Oltre all'impiegato che ha raccontato ai suoi reporter la storia, ne cita un altro che non l'ha confermata ma neppure negata, limitandosi a dire di non voler fare alcun commento. C'è però un'amica di questo secondo impiegato che racconta di averlo sentito parlare della storia dei documenti triturati e di averlo visto «spaventato a morte». «Non voglio dire niente di ciò che è accaduto». Il giornale dice anche di aver cercato di parlare con Ronald Clark, attuale manager dello studio Rose, ma alle telefonate non ha mai risposto. Nello studio Rose non lavorava solo la Hillary, prima di venire a Washington al seguito del marito eletto Presidente. Vi lavoravano anche Webster Hubbell, oggi numero due al dipartimento della Giustizia, e Vincent Foster, il consigliere della Casa Bianca trovato morto nel giugno scorso. Sul momento si parlò di suicidio, giustificato da una nota scritta in cui Foster faceva commenti disperati sui «veleni» di Washington, e per qualche giorno l'intero mondo politico americano sembrò impegnato in una sorta di esame di coscienza. A quale punto di disumanizzazione ci hanno portato la nostra tendenza all'intrigo, il nostro cinismo, la nostra propensione per i colpi bassi? Poi però sulla morte di Foster cominciarono a sorgere parecchi dubbi: su quale fosse veramente il suo ruolo (qualcuno parlò di una sua relazione con la Hillary); su quanto sbrigative fossero state le indagini su quel colpo di pistola e soprattutto su quanto in fretta fossero scomparsi i documenti conservati nel suo ufficio, tutti riguardanti l'affare Whitewater. Un paio di settimane fa, tuttavia, quei documenti sono stati messi a disposizione della giustizia. Erano stati prelevati dallo studio di Foster prima che quelli che indagavano sulla sua morte li trovassero - avevano spiegato i Clinton - unicamente per ragioni di «privacy». Franco Pantarelli Hillary Clinton

Luoghi citati: Iran, New York, Stati Uniti, Washington