Russia tra 16 giorni il buio di Cesare Martinetti

Russia, tra 16 giorni il buio Russia, tra 16 giorni il buio Le centrali nucleari senza carburante MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'altra notte a Mosca il termometro era a 22 gradi sottozero e i termosifoni viaggiavano a pieno regime ignari della minaccia che incombe sulla capitale e sulle principali città russe. Il carburante di tre grandi centrali nucleari è agli sgoccioli e se il governo non rirnedierà nel giro di pochi giorni, incomberà su tutti l'incubo del freddo. Già domenica - ma si è saputo soltanto ieri - le più potenti centrali nucleari della Russia (Smolensk, Pietroburgo e Kursk) han¬ no ridotto la loro potenza del 30 per cento. E' l'unico modo - hanno detto i tecnici - per evitare una catastrofe. Il ministro dell'energia atomica russo Mikhailov ha mandato ieri al primo vicepremier del governo Oleg Soskovez una lettera che inizia con queste parole: «Nel settore dell'energia atomica in Russia attualmente si è creata una situazione potenzialmente pericolosa che minaccia la sicurezza del Paese». La minaccia non è nuova perché gli addetti agli impianti avevano avvertito il governo già un anno fa. L'esecutivo di Viktor Cernomyrdin ha deliberato alcune misure necessarie che però non sono mai state realizzate. Si tratta, anche in questo caso, di una questione finanziaria. La società per azioni «EES Rossii» (Reti energetiche unificate della Russia), che compra l'energia elettrica, ha con le centrali un debito superiore ai 350 miliardi di rubli. Il sistema di produzione dell'energia (come ancora tutto il sistema produttivo industriale solo nominalmente «ex sovietico») è composto di segmenti strettamente legati gli uni agli altri: se per qualche ragione si interrompe in un punto, tutto il sistema si blocca. Ed è così capitato che la reazione a catena dell'indebitamento ha colpito l'intero complesso nucleare: si è fermata la fabbrica che assembla i blocchi di carburante a Elektrostal, la fabbrica siderurgica di Ulbinsk e la fabbrica meccanica di Cepez, dove si producono il biossido di uranio e il circonio. L'intero ciclo produttivo è stato interrotto. I tecnici dicono che le riserve di carburante di cui dispone ora la centrale di Smolensk sono sufficienti soltanto per i prossimi undici giorni; quelle della centrale di San Pietroburgo (che ancora porta il nome di Leningrado) per quattordici. A Kursk si sta un po' meglio: ce n'è ancora per sedici giorni. L'Ucraina è nelle stesse condizioni: anche a Cernobil manca il carburante. Si legge nel rapporto del ministro Mikhailov: «Se le centrali si fermeranno, saranno necessari altri soldi per mantenere la loro sicurezza. Da produttori, le centrali diventeranno consumatori di energia elettrica e insieme un deposito di materiali radioattivi, il che richiederà sovvenzioni statali e l'impiego di personale altamente qualificato per i prossimi anni». E infine per avviare una centrale spenta sono necessari alcuni mesi. La fabbrica di carburante richiede ora 70 miliardi di rubli per ripristinare la produzione. Li troverà Cernomyrdin? Cesare Martinetti Una centrale nucleare russa Sopra un piccolo sommergibile ha raggiunto i rottami del «Cessna» tedesco precipitato nel Lago di Costanza (FOTO REUTER]

Persone citate: Cernomyrdin, Mikhailov, Viktor Cernomyrdin