Ughi il mitico violino di Leonardo Osella

Questa sera all'Auditorium per l'Unione Musicale Questa sera all'Auditorium per l'Unione Musicale Ughi, il mitico violino Eseguirà, con Canino al pianoforte, la «Kreutzer» di Beethoven In programma anche due celebri pagine di Mozart e Prokofiev Tra Uto Ughi e Rodolphe Kreutzer c'è un legame assai stretto e di significativa importanza storica, nientemeno che un prezioso violino: quello Stradivari 1701 che, dopo essere appartenuto proprio al grande virtuoso francese, è ora affidato alle abili mani del nostro bravissimo artista. Questa sera (ore 21, Auditorium Rai) l'Unione Musicale ha previsto un concerto in cui Ughi, con Bruno Canino al pianoforte, presenta un invitante programma nel quale è inclusa la cosiddetta «Sonata a Kreutzer» di Beethoven. Il brano, la cui denominazione ufficiale di catalogo è «Sonata in la maggiore op. 47», fu dedicata appunto a Kreutzer, che nel 1804 era arrivato a Vienna al seguito dell'ambasciatore di Francia, generale Bernadotte. Per quanto diventata famosissima (anche grazie al romanzo di Tolstoi), la dedica a Kreutzer fu per così dire di seconda istanza: in un primo tempo il destinatario era il violinista mulatto George Polgreen Bridgetower, che poi se la vide togliere da Beethoven pare in seguito ad una questione di donne. L'inquietudine che pervade questo capolavoro è coinvolgente: violino e pianoforte si intrecciano in modo virtuosistico, in un clima pieno di forte tensione. «Mai prima d'ora - scrive Giovanni Carli Ballola - la dialettica concertante tra pianoforte e violino era stata così fitta, esasperata e tesa fino allo spasimo, né la scrittura dei due strumenti aveva raggiunto un tale grado di splendore virtuosistico e di pregnanza espressiva». E aggiunge, a proposito del «Presto» iniziale: «Vi domina la travolgente e impetuosa ispirazione degli anni del volontarismo eroico beethoveniano, con in più un brivido d'inquietante demonismo e di oscura passione dato dall'onnipresente voce del violino, terribilmente calda e avvincente come il richiamo del re degli Elfi». Prima di Beethoven è prevista la «Sonata in si bemolle maggiore K. 378», scritta da Mozart a Salisburgo al ritorno dal viaggio a Parigi. Anche qui il virtuosismo non manca di certo, ma il richiamo stilistico rimane ancora legato a modelli precedenti. Per chiudere la serata, Ughi e Canino hanno scelto la «Sonata in re maggiore op. 94 bis» di Prokofiev. La pagina alterna momenti brillanti e parentesi liriche. Scritta originariamente per il flauto, era stata eseguita per la prima volta a Mosca nel 1943. In un secondo tempo il compositore ne volle elaborare una versione per violino con il contributo tecnico di David (Distrale, che la presentò nell'anno successivo con Lev Oborin al pianoforte. Leonardo Osella

Luoghi citati: Francia, Mosca, Parigi, Salisburgo, Vienna