Filosofi e pornostar Sono opere d'arte

il caso. Baudrillard, Balestrimela Pozzi esposti a Parigi il caso. Baudrillard, Balestrimela Pozzi esposti a Parigi Filosofi e pornostar? Sono opere d'arte S| PARIGI " INAUGURA questa sera al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris una I mostra tristissima. Tristissima per l'idea che la informa. E' intitolata infatti all'inverno dell'amore. I più e meno giovani artisti invitati a esibirsi liberamente in performances sul tema hanno avuto come spunto offerto dagli organizzatori un pensiero di Felix Guattari del 1985, amara riflessione sul lunghissimo inverno iniziato negli Anni 80 dopo l'illusoria primavera che erano stati gli Anni 60. «La storia fa qualche volta dei regali», scriveva Guattari, «ma mai di sentimento. Conduce il suo gioco senza preoccuparsi delle nostre speranze e delusioni. Meglio allora farsi una ragione e non puntare troppo su un ritorno obbligato delle stagioni. Tanto più che in realtà niente ci assicura che a quest'inverno non farà seguito un nuovo autunno o anche un inverno ancora più rude!». Interpretato dai promotori della mostra, il passo di Guattari voleva dire che «ai periodi in cui l'amore rappresentava un'ideologia dell'emancipazione è seguita un'improvvisa glaciazione e la depressurizzazione dei desideri collettivi». Ma ci sarebbero degli artisti capitanati da Elein Fleiss, Dominique Gonzalez-Foersten, Bernard Joisten, Jean-Luc Vilmouth e Olivier Zahm - «portatori di un rinnovamento della sensibilità e dei comportamenti». L'Inverno dell'amore dovrebbe allora in teoria servire «a captare le premesse di una trasformazione dei rapporti interindividuali e l'emergenza di nuove sessualità e convivialità». Questo, attraverso una quarantina di partecipazioni artisti plastici, stilisti, cineasti, architetti, musicisti... «atomi dispersi della comunità a venire». Che cosa vedrà, in pratica, il visitatore della mostra? Essen- zialmente provocazioni, performances trasgressive intese a combattere l'ibernazione dei sensi. «Installazioni e opere disseminate nello spazio», il vasto spazio e luminoso del Mam. Un esempio. «Club»: un salottino doppiato da un boudoir. Un comodo divano e poltrone. Un tavolo apparecchiato per dieci persone. Tappeto. Servizi da tè. Paraventi. Dormeuses. 1 membri del «Club» (auspicati) dovrebbero andare da Jean Baudrillard a Madame Claude, da Beatrice Dalle a Jean-Claude Van Damme, e persino da Moana Pozzi a Nanni Balestrini. Loro compito sarà di impiegare lo spazio del club a piacimento, per le attività che più li intrigheranno, e soprattutto di ricevere e mettere a loro agio i visitatori interessati a sostare lì per rilassarsi, bere o mangiare, chiacchierare, ma anche farsi fare un massaggio o altro. A poche ore dall'inaugurazione però, come fosse il copione di un thriller, di colpo è scomparsa una persona. La persona che, per inciso, sarebbe la presenza più importante di questa maison dose moderna da esposizione. La sua maitresse: il romano Alberto Sorbelli, artista plastico di formazione, che vive a Parigi da otto anni dove prosegue i suoi studi all'Ecole des Beaux Arts, vezzeggiato e coccolato dall'ambiente artistico mondano per la sua fantasia molto fuori dalle regole. Ideatore del «Club», cooptato dagli organizzatori della mostra proprio in virtù della sua notoria filosofia - l'arte come forma suprema di prostituzione (tema su cui nel giugno scorso organizzò un seminario all'Ecole) -, Sorbelli ha visto accogliere con entusiasmo il suo progetto e poi si è visto tutto a un tratto estromettere dallo stesso, per la medesima ragione che aveva motivato l'invito a partecipare: l'arte intesa come prostituzione. Timore all'ultimo di incorrere in sanzioni, paura alla vigilia di una retata come quelle di un tempo nelle vere case chiuse? Fatto sta che dal suo club della convivialità, Sorbelli è stato messo fuori, e gli organizzatori gli hanno fatto dire che è «perché hanno saputo che lui si prostituisce davvero». Falsa ragione, visto che già prima lo sapevano, o meglio non lo sapevano ma non lo sanno neppure ora: il gioco perverso di Sorbelli è proprio di lasciare il tutto nell'equivoco. La sua prima celebre comparsa in pubblico di cui ancora oggi i galleristi parigini si raccontano i dettagli, fu a una inaugurazione al Jeu de Paume. Si presentò in abiti succinti, femminili, con il culetto completamente di fuori. Belle forme, la natura che ha copiato l'arte, Sorbelli quelle mostra come propria opera. Un gran successo. E quelle forme, come un qualunque altro oggetto artistico, le vende pure? Lui nega. Ad aiutarlo nelle sue performances, c'è la signora Sorbelli madre. Se ad apertura di mostra effettivamente il «Club» ci sarà, ma senza la sua entraineuse, sarà in sé il miglior commento al tema dell'inverno in amore. Un bordello in decadenza. Gabriella Bosco ard, Balestrimela Pozzi esposti a Parigi i e pornostar? opere d'arte A destra Moana Pozzi e Jean Baudrillard In provocanti abiti femminili romano Alberto Sorbelli ideatore della sezione «casa chiusa» alla mostra «L'inverno dell'amore» A destra Moana Pozzi e Jean Baudrillard ih mostra anche loro In provocanti abiti femminili romano Alberto Sorbelli ideatore della sezione «casa chiusa» alla mostra «L'inverno dell'amore»

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