Mosca fermate quel Ghali

4 Sulla Bosnia la Russia contro l'Occidente, Eltsin telefona a Clinton e ai leader mondiali Mosca: fermate quel Ghali «Non ha il potere di ordinare i raid» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il segretario generale dell'Onu Boutros Ghali è andato ben oltre i suoi poteri chiedendo alla Nato la disponibilità a bombardare le postazioni serbe intorno a Sarajevo: con questo giudizio la Russia scende in campo nel conflitto bosniaco indurendo di ora in ora la sua opposizione a un intervento dell'Alleanza atlantica. Eltsin fa sapere che intende consultarsi nelle prossime ore con Clinton e gli altri massimi leader mondiali; l'Ucraina annuncia di essere sulla stessa linea di Mosca. «Un'azione militare non autorizzata - ha dichiarato ieri il viceministro degli Esteri Churkin - potrebbe gettare un'ombra sulle nostre relazioni con i partner occidentali». Che si deve fare? «Insistere - dice Mosca nella linea di risolvere la crisi con mezzi politici, con i negoziati piuttosto che con le azioni militari». D'altra parte, secondo il ministero degli Esteri russo, ha detto un altro portavoce, Demurin, «nessuno ha ancora provato la responsabilità dei serbi per il lancio della granata nel mercato di Sarajevo». In conclusione, tutta la questione deve tornare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove la Russia «non farà mancare la sua voce». C'è nella posizione russa il naturale istinto di solidarietà con i serbi, ma anche la preoccupazione di quanto potrebbe avvenire oggi alla Duma (il Parlamento) dove è previsto il dibattito sulla situazione in Bosnia. Alla «Camera bassa» i comunisti e gli ultranazionalisti di Zhirinovskij hanno sulla questione, come si dice qui, una «lingua comune», oltre che una grande forza parlamentare. E non per niente la posizione del ministero degli Esteri rispec¬ chia in modo fin troppo fedele quanto dichiarato ieri dal «ministro degli Esteri» di Zhirinovskij. Il deputato Mitrofanov, anticipando quando avrebbe detto oggi in Parlamento, ha affermato che la Russia «deve impedire il bombardamento dei serbi bosniaci», aggiungendo che «si sta verificando un arbitrario allargamento del ruolo del segretario generale dell'Onu, che prima aveva solo funzioni di coordinatore, ora sembra svolgere un compito militarpoliziesco». Per il gruppo di Zhirinovskij, la bomba al mercato di Sarajevo ò un pretesto per bombardare i serbi: «Si sta collaudando lo scenario che domani verrà presentato a noi russi». Il partito comunista ha mandato avanti uno dei suoi uomini più rappresentativi l'ex cosmonauta Vitalj Sevastianov - per lanciare una proposta provocatoria. La Duma dovrebbe formare una delegazione di deputati russi da inviare in Bosnia a fare da «scudi umani» di fronte alle postazioni serbe in modo da evitare eventuali bombarda¬ menti della Nato. La proposta è stata fatta nel corso della riunione della Commissione esteri («molto tesa», secondo quanto hanno riferito alcuni parlamentari) che ha preparato il dibattito di domani. Il presidente della Commissione, Vladimir Lukin, ex ambasciatore negli Usa e rappresentante dei moderati che fanno capo all'economista Yavlisnkij, ha naturalmente respinto la proposta, dicendo che la Duma si era già dichiarata contro i bombardamenti in Bosnia «in modo sufficientemente chia¬ ro». La Russia si è comunque detta da sempre ostile all'ipotesi di bombardamento aereo punitivo in Bosnia, e ha posto condizioni molto strette all'iniziativa di Boutros Ghali. Il ministro degli Esteri Kozyrev aveva affermato lunedì che una tale questione era nelle competenze del Consiglio di sicurezza dell'Onu e che una decisione finale, da parte russa, sarebbe spettata al presidente Eltsin. Cesare Martinetti DUE ANNI DI MINACCE 15 APRILE 1992 «11 nostro messaggio alle autorità civili e militari della Serbia è semplice: se continuano sulla strada dell'aggressione contro la Bosnia, la Serbia diventerà molto presto un paria, inviso alla comunità internazionale». Margaret Tntwiler, portavoce del Dipartimento di Staio 9 LUGLIO 1992~ «L'operazione umanitaria in Bosnia deve poter funzionare, costi quel che costi». George Bush 1Ò FEBBRAIO T993 «Gli americani vogliono vederci più attivi». Hill Clinton 28 APRILE 1993 «Gli Stati Uniti devono rispondere con più forza». Hill Clinton 6 MAGGIO 1993 Clinton chiede agli alleati di agire «velocemente e con decisione» una serie di «misure più aspre». «Noi - afferma il presidente - abbiamo chiarito la nostra posizione pronti a fare la nostra parte, ma l'Europa deve essere pronta ad agire insieme a noi». 3 AGOSTO 1993 «Le lancette dell'orologio incalzano». Dee Dee Myers, portavoce della Casa Bianca 6 AGOSTO 1993 «Siamo pronti ad intraprendere le azioni necessarie. L'operazione militare è pronta». Wairen Christopher, segretario di Stato 2 SETTEMBRE 1993 «L'opzione raid aerei è tuttora validissima». Bill Clinton IO GENNAIO 1994~ «Quelli che attaccano Sarajevo devono capire che facciamo sul serio». Hill Clinton