Rincorrendo il «grande fratello» di Curzio Maltese

Rincorrendo il «grande fratello» Rincorrendo il «grande fratello» E gli piovono in testa le tegole destinate al Cavaliere DB FAMÌGLIA SE circola ancora un soldino di garantismo nell'Italia dei super magistrati vale la pena di spenderlo per Paolo Berlusconi, in arte Berluschino, presunto colpevole oggi del reato (quanto) comune di corruzione e indagato da sempre per essere il fratellino del «grande fratello» Silvio, cioè un genio del male o del Bene, con la maiuscola, che poi fa lo stesso. La biografia è presto fatta. Paolo ha 43 anni. Di questi, 42 vissuti nell'ombra dorata di Silvio senza dar fastidio a nessuno. L'ultimo invece è stato un inferno. Nel gennaio del '93 Berlusconi junior capita per la prima volta dentro Tangentopoli, inquisito come presidente della Cantieri Milanesi Riuniti per la discarica abusiva di Uboldo. Una vecchia storia, i giornali la seguono per un po', sulle soglie del processo, pubblicando le foto dei fratelli, poi basta. Passano altri mesi e Paolino viene preso nella sparato- ria Berlusconi-Montanelli. Di suo, sarebbe infatti il proprietario de II Giornale (così garantisce il Garante). Nonostante ciò il fratellone un giorno va ad arringare l'assemblea dei redattori del quotidiano e a Montanelli, comprensibilmente furioso, scappa lo schiaffo trasversale («visto che Paolo Berlusconi non esiste, mi rivolgo al fratello...»). Chiamato a forza alla ribalta, Paolo sceglie la gogna di Milano, Italia dove viene massacrato la sera stessa in diretta dal pubblico in sala, per un'ora. Gli spettatori lo ricorderanno così come ce l'ha consegnato la trasmissione di Deaglio Statura media, snello, occhi verdi, lessico famigliare («Mi consenta di replicare al dottor...», «I comunisti che ci attaccano con tutti i mezzi, leciti e illeciti...», «La vera e propria campagna di falsità orchestrata contro il gruppo...») che accentua la somiglianza, non troppo spiccata, dei tratti. Ma spinge a considerare an¬ che le differenze. Nel vestire, per esempio, Paolo preferisce alla doppiopettoruta classicità di Silvio una più sobria ineleganza. Camicie più scure, calzoni più chiari, cravatte casual, colletti e scarpe normali. I biografi però dicono che anche l'altro Berlusconi vestisse così, prima. 11 destino di Paolo è quello di indossare le cose smesse da Silvio. I baffi, la pipa, l'edilizia, il Giornali'. Da vicepresidente del Milan, presiede in assenza del Cavaliere. Quando Silvio era amico di Bettino Craxi, Paolo la sera usciva con Bobo. Nell'archivio fotografico della Milano da bere i due figurano spesso assieme, e accanto al fratello guru di Bettino, al cognato sindaco Pillitteri, alla sorella manager di Armani: un'epoca. Il curriculum deciso per lui è ricco di tappe parallele: ingresso in azienda a vent'anni, laurea in giusprudenza, nel '76 responsabile commerciale del ramo edilizia, nel '79 direttore generale, poi amministratore delegato della Fininvest Spa. Fino alla separazione formale delle attività di Paolo da quelle della Fininvest, il superamento della linea d'ombra, il gran passo tante volte accennato, ritirato, studiato, deciso e infine sancito nel fatidico '92, proprio l'anno di Tangentopoli. Viene creata la Paolo Berlusconi Finanziaria, una holding alla quale Silvio in nome delle sinergie di casa e della legge Mammì cede subito la proprietà del Giornale, le attività ecologiche come la discarica di Uboldo, e quel poco che resta dell'edilizia sotto la sigla Cantieri Milanesi Riuniti. Guarda caso, le tre fonti dei suoi guai in questo anno tremendo. Uscito dall'orbita e dalla tutela del grande fratello, Berluschino finisce sotto l'occhio della magistratura. Il calvario non pare ancora finito. Curzio Maltese Paolo Berlusconi in un'immagine del 1986 con Adriano Galliani

Luoghi citati: Italia, Milano, Uboldo