Paura al Banconapoli

Paura al Banconapoli Paura al Banconapoli Vacilla il consiglio dell'istituto e il sindacato parla di paralisi NAPOLI. Nubi minacciose si addensano sul Banco di Napoli. Protestano i sindacati, che paventano «una paralisi strategica» dell'istituto di credito. Traballa il consiglio di amministrazione, che dovrebbe essere rinnovato fra due mesi e che ieri ha subito un duro colpo: le dimissioni del componente di area repubblicana Raffaele Minicucci, amministratore delegato di Telespazio, numero uno di Sofiban e fratello dell'ex assessore al Bilancio della Regione Campania, Roberto. La decisione di lasciare è motivata ufficialmente da impegni di lavoro. Di certo, però, chi in questo periodo siede nella stanza dei bottoni del Banco deve avere nervi più che saldi. Sì, perché, a sentire il sindacato, il eda della società di via Toledo sarebbe al centro di pesanti manovre. In una lettera di tre pagine indirizzata al ministro del Tesoro Barucci e alla Banca d'Italia il coordinamento della Fisac-Cgil avanza un sospetto: parte del consiglio di amministrazione della Fondazione del Banco di Napoli presieduto da Luigi Coccioli sta¬ rebbe facendo di tutto per trasferirsi in quello di prossima nomina della Spa. A tentare il blitz sarebbe la componente che fino alla nascita del ppi di Martinazzoli faceva capo alla de. «Esiste il rischio - proseguono i sindacalisti - che nell'attuale momento di caos il Banco si awii verso la paralisi strategica». Vere o false che siano, le voci sul tentativo di blitz al Banco preoccupano non poco chi ha a cuore le sorti del più grande istituto di credito del Mezzogiorno, che da qualche tempo ha problemi di immagine. Risalgono infatti a soli tre mesi fa le dimissioni di un altro componente del consiglio di amministrazione, Roberto Costanzo. La decisione è stata presa in seguito allo scioglimento da parte di Bankitalia della Cassa rurale di Benevento della quale Costanzo, di area democristiana, era il numero uno. Aspre polemiche riguardano un altro personaggio del Banco, il consigliere Gennaro Cortucci, socialista. Contro di lui si sono abbattuti i fulmini del sindacato, che due settimane fa si è rivolto di nuovo al ministro Barucci e agli organi di vigilanza di Bankitalia. Nella lettera del comitato di coordinamento del Banco di Napoli Fisac-Cgil si racconta una complicata storia di cui Cortucci sarebbe protagonista nella sua duplice veste di consigliere dell'istituto di via Toledo e di direttore generale della Banca di Credito Popolare di Siracusa. Il sindacato avanza pesanti sospetti sull'erogazione «di un mutuo fondiario per oltre cento miliardi in corso di perfezionamento fra il Banco di Napoli e una società romana, ma con interessi economici concentrati in Sicilia». L'operazione, insistono alla Fisac-Cgil, «va configurata, a sua volta, all'interno di una convenzione sottoscritta nel '90 fra il Banco e la Banca di Credito Popolare di Siracusa». La società, denunciano i sindacalisti, è tutt'altro che solida, e deve soldi all'istituto siciliano. L'intera operazione, quindi, non sarebbe altro che un modo per scaricare tutti i rischi economici sul Banco di Napoli. Per giunta, spiega la Fisac, «il presidente Ventriglia ha ribadito il proprio disinteresse verso la piazza siciliana». Nella segnalazione al ministro del Tesoro e alla Banca d'Italia i sindacalisti rivelano infine che «nel consiglio di amministrazione del Banco, deputato a ratificare l'operazione, siede il dottor Gennaro Cortucci, direttore generale proprio della Banca di Credito Popolare di Siracusa». [f. mi!.]

Persone citate: Barucci, Gennaro Cortucci, Luigi Coccioli, Martinazzoli, Raffaele Minicucci, Roberto Costanzo, Ventriglia

Luoghi citati: Benevento, Campania, Napoli, Sicilia, Siracusa