Somalia continua la caccia all'italiano di Andrea Di Robilant
Nuovo scontro con i guerriglieri (due aggressori uccisi). Rientra a Roma la bara di Ruzzi Nuovo scontro con i guerriglieri (due aggressori uccisi). Rientra a Roma la bara di Ruzzi Somalia, coartava la caccia all'italiano Infermiere rapito e liberato per denaro ROMA. Oro 10 c 45: un dispaccio di agenzia annuncia il rapimento di un volontario italiano in Somalia. Ore 14 e 03: un secondo dispaccio annuncia la sua liberazione a Dusa, 300 chilometri a Nord Est di Mogadiscio, dopo il pagamento di un riscatto di diecimila dollari. Gino Del Nero, infermiere volontario del Cisp (Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli), se l'è dunque cavata con poco più di uno spavento. Ma quest'ultimo episodio di banditismo conferma quanto il clima in Somalia stia nuovamente degenerando a meno di due mesi dal ritiro completo del contingente italiano. Ieri i carabinieri paracadutisti del battaglione Tuscania sono rimasti coinvolti in uno scontro a fuoco che è costato la vita a due somali. E sempre ieri è arrivata a Roma la salma del tenente Giulio Ruzzi, ucciso domenica in una imboscata a Balad. Una camera ardente è stata allestita all'ospedale militare Celio e i funerali si terranno oggi alla chiesa dei Ss Giovanni e Paolo. «La missione in Somalia deve essere assolutamente chiusa», dice il presidente del Senato Spadolini. «Adesso l'Italia non può che provvedere alla difesa della propria incolumità e dei propri interessi». Il governo ha già annunciato che il contingente italiano sarà rimpatriato entro il 31 marzo. Ma i sanguinosi episodi dogli ultimi giorni fanno pensare che per i soldati italiani non sarà un ritiro facile. La Farnesina si è messa in moto per appianare i possibili dissidi dietro agli attacchi contro il nostro contingente. E l'ambasciatore Mario Scialoja ha in programma di incontrarsi oggi con Ali Mahdi per cercare di ottenere garanzie che episodi come quelli degli ultimi giorni non si ripetano. Il comandante della forza Ibis, il generale Fiore, ha già avuto colloqui con alcuni capiclan per capire i motivi di questa nuova ostilità nei confronti degli italiani. Sembra, tra l'altro, che i nostri soldati siano accusati di aver favorito alcuni gruppi a scapito di altri nella distribuzione degli aiuti umanitari, ma non c'è alcuna conferma di eventuali iniquità. A rendere teso il clima tra i soldati dell'Onu contribuiscono anche le voci che si diffondono in questi giorni sul riarmo di alcune fazioni somale in vista del ritiro dei principali contingenti. Le preoccupazioni sono incentrate soprattutto sul clan dogli Hawadlo, che controllava l'aeroporto prima dell'arrivo dei caschi blu e aveva l'abitudine di taglieggiare chi arrivava in aereo (anche il ministro Co-lombo dovette pagare il «pedaggio»). Ora non si esclude che gli Hawadlo puntino a riprendere il controllo dell'aeroporto dopo la partenza di molti contingenti a fine marzo. Altro gruppo sotto osservazione è il piccolo ma potente clan dei Murusade, che è all'origine di numerosi piccoli atti di violenza verso i soldati dell'Onu. Meno preoccupante, da questo punto di vista, appare il rapimento di Del Nero, che secondo fonti diplomatiche sarebbe stato vittima di un atto di banditismo senza particolari connotati politici. L'infermiere del Cisp è rimasto nelle mani dei suoi rapitori mono di ventiquattr'ore. «Sono stato trattato bene e non ho avuto alcun problema», ha commentato dopo il suo rilascio. Del Nero era impegnato nel progetto sanitario di Dusa March e fonti del Cisp confermano che non c'era alcuna ostilità nei suoi confronti ^a parte delle comunità locali. «Abbiamo buoni rapporti con loro», dicono. «Ogni progetto viene discusso con la gente del posto prima di essere messo in cantiere. Episodi di banditismo possono verificarsi ovunque e il rapimento di Gino ci sembra un fatto isolato». Ma quelli del Cisp non nascondono la loro preoccupazione per il ritiro del contingente italiano che avrebbero preferito molto più graduale. Andrea di Robilant Il tenente Giulio Ruzzi insieme alla fidanzata Anna e in un momento di relax con la chitarra a Mogadiscio [FOTO ANSA]
Persone citate: Ali Mahdi, Del Nero, Gino Del Nero, Giulio Ruzzi, March, Mario Scialoja, Spadolini
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