Bankitalia setaccia la Bnl di Valeria Sacchi

Anche uff ari privati dietro l'abbandono Bankitalia setaccia la Bnl Anche uff ari privati dietro l'abbandono MILANO. Non si ferma la falcidia dei vertici degli istituti di credito. Ieri Giampiero Cantoni, presidente della Banca Nazionale del Lavoro, la prima banca italiana, ha annunciato al consiglio dell'istituto la volontà di «autosospendersi». La decisione, recita un comunicato, nasce sia da «un sentimento di rigore nel comportamento deontologico, avvertito in relazione ad una spontanea comunicazione resa alla magistratura milanese ed attualmente al vaglio della stessa», sia «in riferimento all'esame di comunicazioni da parte della Banca d'Italia su linee di credito concesse dall'istituto». La comunicazione si riferisce ad una indagine della procura milanese su operazioni immobiliari nel Comune di Segrate, che riguardano tuttavia interessi privati di Cantoni. Quanto ai rilievi di Bankitalia, essi sarebbero legati a finanziamenti alla Mandelli di Piacenza, attualmente in amministrazione straordinaria, verso la quale Bnl ha un'esposizione di 140 miliardi, corrispondenti al 40% dei debiti dell'azienda. Danari che sarebbero serviti per operazioni con terzi, la cui identità non sarebbe risultata chiara. Probabilmente, Cantoni si aspetta dall'indagine di Segrate delle sorprese. Sommando le questioni personali alle osservazioni dell'istituto di emissione, egli ha ritenuto prudente anticipare la propria autosospensione che, come ha dichiarato ieri, prelude alle dimissioni dalla presidenza di Bnl. Un mandato che avrebbe dovuto concludersi con l'approvazione del bilancio 1993. Sempre ieri, la reggenza in Bnl è stata assunta dal vicepresidente, Rodolfo Rinaldi, secondo il quale «è un problema personale del professor Cantoni. Non esiste un problema per la banca in quanto tale». Curiosamente, Cantoni abbandona negli stessi giorni in cui un suo ex avversario, Roberto Mazzotta, è inquisito per i fondi pensione di Cariplo. Nel gruppo Cariplo, come presidente dell'Ibi, Cantoni era stato dal 1983 al 1989. In quell'anno, banchiere vicino al Psi. aveva preso in Bnl, l'8 settembre, il posto di Nerio Nesi, travolto dallo scandalo delia filiale di Atlanta. Nella Bnl la sua non è stata una presidenza semplice, in quanto costantemente caratterizzata dall'ossessione di dover dotare l'istituto, fiaccato da una gestione politicizzata e dall'avventura iracheno-statunitense, di nuovi capitali. Un compito che egli non è riuscito a portare a termine, e non per sua colpa. Il crollo del sistema politico e la spaventosa situazione dei conti pubblici, non hanno infatti consentito al Tesoro la ricapitalizzazione. Nemmeno i tentativi di matrimonio (Ina, Imi, Cassa depositi e prestiti) sono riusciti. E certamente a svantaggio di Cantoni ha anche giocato il fatto di essere considerato un «banchiere politico». Nonostante questo, sotto la sua gestione i conti Bnl sono migliorati. La semestrale al giugno 1993 si è chiusa con un utile operativo di 769 miliardi al netto di proventi straordinari, con un miglioramento del 94% rispetto al semestre 1992. E in più occasioni Cantoni ha sottolineato come, nel primo triennio della sua guida, la raccolta del l'istituo sia salita del 39%, gli impieghi di oltre il 50%. Valeria Sacchi

Luoghi citati: Atlanta, Comune Di Segrate, Milano, Piacenza, Segrate